VATICAN NEWS
Un organismo antico, nato nel 1244 a Firenze, composto oggi da 682 confraternite con 800 sedi operative e 650 mila aderenti. Da ieri sera, dopo il voto dell’assemblea tenutasi il 18 e il 19 giugno a Campi di Bisenzio, a guidare la Confederazione delle Misericordie d’Italia è Domenico Giani, già comandante del Corpo della Gendarmeria vaticana dal 2006 al 2019.
“Misericordie, grande esperienza formativa”
“La mia candidatura è stato soprattutto un mettersi a servizio e quando mi è stato chiesto ho risposto ‘sì’, consapevole che da soli non si va da nessuna parte”, ha detto all’assemblea il neo presidente del più antico organismo di volontariato. “Cercherò, insieme con tutti coloro che vorranno condividere quest’avventura con me, di fare tutto ciò che mi sarà possibile”, ha soggiunto Giani ricordando il suo servizio nella Misericordia iniziato “che ero poco più che un bambino” e sottolineandone la “grande esperienza educativa ed ecclesiale”.
Giani – che dallo scorso anno è presidente di Eni Foundation – è nativo di Arezzo, classe 1962, sposato e con due figli. Nella Misericordia della sua città natale è entrato nel 1976. Laureato in Pedagogia all’Università degli Studi di Siena e in Scienze della Sicurezza Economico-Finanziaria all’Università di Roma Tor Vergata, dal 1981 ha prestato servizio nella Guardia di Finanza e negli organismi di Informazione e Sicurezza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, prima di entrare a fare parte, nel 1999, del Corpo della Gendarmeria dello Stato della Città del Vaticano, diventandone poi il massimo responsabile.
Betori: il servizio caritativo è a tutto tondo
A fare visita ieri mattina all’Assemblea – che ha fra l’altro ha approvato sia il bilancio consuntivo 2020 che quello previsionale 2021 – è stato anche il cardinale arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori, nella sua veste di presidente dei vescovi della regione ma anche di “Capo di Guardia della madre di tutte le Misericordie”, ovvero l’arciconfraternita della Misericordia del capoluogo toscano. Il servizio caritativo, ha indicato Betori nel suo saluto, deve “trasformarsi in incontro, relazione, che costruisce condivisione e partecipazione” e che porta a “un vero farsi carico dell’altro nella sua integralità personale e sociale”.
Parole che trovano eco in quelle di Giani, che ha detto di sperare “con tutto il cuore di poter contribuire a trasmettere e tramandare” il prezioso “patrimonio formativo” delle Misericordie. “Il mio impegno – ha affermato – sarà ancora più importante in questo momento post pandemico in cui tutti siamo chiamati a ricostruire il nostro Paese e le Misericordie di Italia, per la loro organizzazione, saranno fondamentali alla rinascita della società, in particolare della persona”.