Alessandro Guarasci – Città del Vaticano
Formazione, contrasto alle povertà, necessità di riaffermare il valore della pace. Sono i temi dell’intervista di Bernard Scholz, presidente della Fondazione per l’Amicizia tra i Popoli, che parla di “emergenza educativa” perché solo con una istruzione forte si può far crescere un Paese intero. Il presidente del Meeting di Rimini ricorda le recenti parole di ammirazione del presidente della Cei, il cardinale Matteo Zuppi, verso il Terzo Settore: l’attenzione del porporato a questo ambito, ha detto, “è sempre stata sempre presente, perché sappiamo quanto è il suo interesse per questa parte importante della società civile. Infatti penso che questa passione per l’uomo, della quale parliamo in questo momento al Meeting, è proprio la relazione fra le persone, l’attenzione di una persona verso l’altra, l’accoglienza, l’inclusione. Questi sono atteggiamenti, sono direi addirittura delle virtù, dalle quali poi dipende anche la qualità della politica, oltre al fatto che la convivenza civile, senza questi elementi cardine, rischia di implodere”.
Il Paese è in un momento di attesa. Quali sono secondo voi le emergenze?
La vera emergenza è l’emergenza educativa. Ho detto ancora più chiaramente: l’accompagnamento dei giovani a scoprire se stessi, a scoprire il mondo, a scoprire anche quanto sia bello vivere per un ideale. Questo purtroppo è un tema un po’ al margine della discussione, ma è il tema centrale. Da lì dipende tutto il futuro del nostro Paese. Dipende anche il futuro economico, anche il futuro del Terzo settore, perché se non c’è un’educazione dei giovani essi faranno molto più fatica a lavorare in un modo adeguato, ad avere il gusto di crescere le competenze e le conoscenze. A questo si aggiunge poi il tema di una vera proposta di formazione professionale, con le competenze nuove di cui abbiamo bisogno.
Però c’è anche un’emergenza povertà e ci sono stati degli strumenti messi in campo anche per arginarla. Rischiamo un aumento dei poveri, secondo voi nei prossimi mesi, considerato anche l’aumento delle bollette e delle tariffe?
Non ho sufficienti elementi per dire se aumenteranno o no. Quello che è sicuro è che bisogna lavorare su due elementi. Il primo sono le politiche attive. Non possiamo solo dare da mangiare a chi non ha da mangiare, ma anche aiutarlo a crescere in competenze e trovare un lavoro. A questo si aggiunge il secondo elemento, le nostre imprese e il Terzo settore devono essere sostenute alla creazione di lavoro perché, come dice Papa Francesco, il lavoro è questione di dignità e la povertà e l’emergenza si combatte da una parte con la carità e con il sostegno e all’altra parte, quasi la più importante, con la creazione di lavoro.
Qui si parla sempre, anche molto di temi internazionali. Si è parlato dell’Ucraina, delle guerre in Africa e dell’importanza del dialogo. A oggi il dialogo in questo contesto internazionale è un’utopia?
Non è un’utopia, come abbiamo visto a questo Meeting. Faccio un esempio ieri abbiamo avuto un giornalista russo che ha letto una poesia di un detenuto ucraino, letta in lingua ucraina, e questo è un esempio fra i tanti di questo Meeting. Qui è pieno di incontri con ucraini, con russi anche fra di loro. Quindi non è un’utopia, è possibile. Però bisogna crederci, bisogna impegnarsi. Abbiamo messo al centro di questo Meeting anche il fatto che la cultura è in questo momento è l’unico linguaggio possibile per fare incontrare i popoli. Devo dire che per mia stessa sorpresa, si vede che questa è una realtà che realmente permette un dialogo. E non stiamo parlando di cose accanto a ciò che sta succedendo, ma si entra in merito a ciò che sta succedendo.