Sono 19 persone le vittime degli attacchi nella Striscia che hanno sterminato, tra gli altri, un’intera famiglia a Deir al-Balah, secondo quanto riferito da Al-Aqsa Martyrs Hospital. Sono oltre 40 mila i palestinesi uccisi dall’inizio del conflitto, mentre la situazione umanitaria è al collasso e il rischio poliomielite potrebbe mettere definitivamente in ginocchio gli aiuti. Atteso in Israele il segretario di Stato americano
Antonella Palermo – Città del Vaticano
Non si placa la furia di violenza nel conflitto mediorientale. Raid israeliani a Gaza hanno ucciso nella notte 19 persone, tra cui una donna e i suoi sei figli a Deir al-Balah, secondo l’Al-Aqsa Martyrs Hospital, citato dalla Associated Press online. Altri attacchi hanno causato vittime.
Gli attacchi a raffica israeliani
Un attacco nella città settentrionale di Jabaliya ha colpito due appartamenti in un edificio residenziale, uccidendo due uomini, una donna e sua figlia, secondo il Ministero della Sanità di Gaza. Un altro nel centro di Gaza ha ucciso quattro persone, secondo l’ospedale Awda. Sabato, un attacco vicino alla città meridionale di Khan Younis ha ucciso quattro persone della stessa famiglia, tra cui due donne, secondo l’ospedale Nasser. Israele afferma di colpire solo i militanti e di attribuire la responsabilità delle morti dei civili ad Hamas che nasconde combattenti, armi, tunnel e razzi nelle aree residenziali. Ma il bombardamento israeliano, durato mesi, ha spazzato via intere famiglie allargate e reso orfani migliaia di bambini.
Le trattative
Intanto, il segretario di Stato americano Antony Blinken è atteso oggi, 18 agosto, in Israele, mentre i mediatori cercano di consolidare un accordo di cessate il fuoco a Gaza. Al suo decimo viaggio in Medio Oriente da quando è scoppiata la guerra all’indomani del 7 ottobre, Blinken dovrebbe incontrare i leader israeliani prima che i colloqui sulla tregua e il rilascio degli ostaggi riprendano al Cairo nei prossimi giorni dopo il round di questa settimana a Doha. I mediatori statunitensi, qatarioti ed egiziani, si mostrano fiduciosi e il presidente Usa Joe Biden ha affermato che si è “più vicini che mai”. Hamas, invece, avrebbe smorzato il cauto ottimismo di Washington. Prima che Blinken partisse per Tel Aviv ieri sera, l’ufficio del primo ministro israeliano Netanyahu ha chiesto “forti pressioni” su Hamas per raggiungere una svolta. La proposta in evoluzione prevede un processo in tre fasi in cui Hamas rilascerebbe tutti gli ostaggi rapiti. In cambio, Israele ritirerebbe le sue forze da Gaza e rilascerebbe i prigionieri palestinesi.
La catastrofe umanitaria
Finora gli attacchi israeliani hanno causato la morte di oltre 40.000 palestinesi, secondo le autorità sanitarie locali, sfollato la maggior parte dei 2,3 milioni di residenti del territorio. La catastrofe umanitaria è di proporzioni enormi. Gli esperti di livello internazionale hanno messo in guardia dalla carestia e dalla diffusione di poliomielite. I militanti guidati da Hamas hanno ucciso circa 1.200 persone, per lo più civili, nell’attacco del 7 ottobre e ne hanno rapite circa 250. Di queste, circa 110 risultano ancora disperse.