Medio Oriente, Onu vota risoluzione: aiuti a Gaza, ma no alla tregua

Vatican News

Con 13 voti a favore, nessun contrario e le pesanti astensioni di Stati Uniti e Russia, il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha approvato ieri pomeriggio una nuova risoluzione sul conflitto in corso in Medio Oriente. Si tratta della seconda risoluzione approvata dall’inizio della guerra, il 7 ottobre scorso

Roberta Barbi – Città del Vaticano

Dopo due giorni di rinvii è stata approvata ieri pomeriggio, venerdì 22 dicembre, la seconda risoluzione delle Nazioni Unite sul conflitto in corso in Medio Oriente tra Israele e Hamas iniziato il 7 ottobre: 13 i voti a favore, nessun contrario, astenuti Stati Uniti e Russia. Una risoluzione tanto attesa, ma che delude di fatto numerosi Paesi. “Un passo insufficiente”, l’ha definita subito Hamas accusando gli Stati Uniti di aver “svuotato” il testo. L’ambasciatrice americana al Palazzo di Vetro, Linda Thoms-Greenfield, si dice in realtà per prima “sorpresa e delusa”. 

Sì agli aiuti umanitari a Gaza, no alla tregua

Rispetto alla bozza iniziale della risoluzione, infatti, sarebbe sparita dal testo la richiesta di una tregua immediata: se inizialmente veniva definita, infatti, “urgente” la cessazione delle ostilità, in quella definitiva passata ieri, di “urgente” è rimasto solo “l’accesso immediato, sicuro e senza ostacoli degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza”. Qui, intanto, secondo le ultime stime dell’Onu, il bilancio delle vittime avrebbe ormai superato quota 20mila con 53mila feriti, e ci sarebbero almeno mezzo milione di persone che rischiano di morire di stenti. Delusi dalla risoluzione, come detto, anche gli Usa: il testo, infatti, che pure deplora “ogni atto di terrorismo” come anche “gli attacchi contro i civili” ed esige “la liberazione senza condizioni” di tutti gli ostaggi, non menziona alcuna condanna esplicita all’attacco di Hamas del 7 ottobre che ha dato il via al conflitto.

Negoziati in fase di stallo

Impasse anche per i negoziati tra Israele e Hamas condotti con la mediazione Egitto e Qatar, dopo il no di Hamas alla proposta di una settimana di tregua a fronte della liberazione di 40 ostaggi: il gruppo palestinese, infatti, ha ribadito che non procederà senza “la fine dell’aggressione su Gaza”. Tuttavia, secondo fonti della tv israeliana Kan sull’accettazione di questa proposta ci sarebbe ancora uno spiraglio.

Oms: cessate il fuoco requisito più urgente 

E dopo la risoluzione dell’Onu, il capo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), Thedros Adhanom Ghebreyesus, pru accogliendola con favore, in un post sui social ha definito il cessate il fuoco “il requisito più urgente” per la popolazione di Gaza ormai allo stremo, per la quale ha chiesto anche un graduale aumento degli aiuti in modo da far fronte alla minaccia della fame, della carestia e della diffusione delle malattie. Sempre attraverso un post sui social che fa seguito alla risoluzione Onu, il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres ha ribadito l’esigenza di rilasciare gli ostaggi immediatamente e incondizionatamente: “Niente può giustificare gli orribili attacchi terroristici lanciati da Hamas il 7 ottobre, o il brutale rapimento di circa 250 ostaggi”, ha scritto dopo l’approvazione della risoluzione che invita ad accelerare immediatamente la consegna degli aiuti a Gaza, “creando le condizioni” per la fine della guerra. Intanto, sul terreno, l’aeronautica israeliana starebbe effettuando attacchi nell’area di Kafr Kila, nel Sud del Libano: lo riporta il quotidiano Times of Israel, ma non ci sono ancora conferme da parte delle forze armate di Tel Aviv.