Hamas rifiuta la proposta di Israele di una settimana di tregua in cambio di ostaggi; slitta a oggi il voto per una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu su Gaza. Intanto, almeno 12 persone sono morte ieri nei bombardamenti israeliani su Rafah; è di almeno 24 civili uccisi, invece, il bilancio dei raid su Khan Yunis
Roberta Barbi – Città del Vaticano
Hamas dice no alla proposta di una tregua lunga una settimana in cambio di 40 ostaggi avanzata da Israele: i negoziati, hanno specificato i leader del movimento, inizieranno solo dopo il cessate il fuoco. Si infrangono così, le speranze per una nuova interruzione delle ostilità, mentre prosegue l’attesa oggi per il voto su una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu , che, su proposta degli Emirati Arabi Uniti, dovrebbe portare ad un cessate il fuoco.
Dalla Giordania aiuti a Gaza, popolazione allo stremo
Sul fronte umanitario, sono arrivati ieri a Gaza i primi 46 camion di aiuti provenienti dalla Giordania: un convoglio organizzato dalla Hashemite Charity Organization con a bordo oltre 750 tonnellate di prodotti salva vita. Secondo uno dei portavoce delle Nazioni Unite c’è la speranza che si possa iniziare ad aprire un corridoio umanitario a Gaza, dove ormai almeno la metà della popolazione è allo stremo: questa la stima del segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, secondo cui l’intensificarsi dei combattimenti nell’area da parte di Israele è il principale ostacolo agli sforzi per assistere la popolazione.
“Una fase significativa della guerra”
In Medio Oriente si sarebbe entrati in “una nuova fase significativa della guerra, in nuove aree”: questo quanto avrebbe comunicato l’esercito israeliano in merito all’intensificarsi dei combattimenti a Gaza. Israele, infatti, afferma di aver individuato un importante centro di comando nel cuore della città, da cui Hamas sposterebbe armi, militanti e rifornimenti in tutta la Striscia, utilizzando una vasta rete sotterranea. Operazioni militari ridotte, quindi, nel nord della Striscia, come riferisce il portavoce delle Forze della Difesa israeliane, contrammiraglio Daniel Hagari, che si stanno invece concentrando nel quartiere di Tufah a Gaza.
Continuano le operazioni di terra nel sud della Striscia
Sul terreno, infine, è salito ad almeno 12 morti e 5 feriti il bilancio dei bombardamenti israeliani di ieri a Rafah, nel sud della Striscia al confine con l’Egitto, secondo la stima del Ministero della Sanità di Gaza. Sono almeno 24, invece, i civili rimasti uccisi negli attacchi aerei sulla città di Khan Yunis dalla quale era stata ordinata un’evacuazione immediata da parte di Israele. Nella più grande città del sud della Striscia di Gaza, secondo le Nazioni Unite, sarebbero presenti oltre 140mila palestinesi sfollati dal nord e ospitati nei 32 campi profughi presenti dopo essere fuggiti dalle proprie case a causa del conflitto tra Israele e Hamas.