L’Onu rilancia l’allarme migranti in Libia

Vatican News

Fausta Speranza – Città del Vaticano

Almeno due migranti sono morti e 40 risultano dispersi al largo delle coste libiche dopo il naufragio di due imbarcazioni. Secondo quanto riferito dall’Unhcr, 91 persone erano a bordo di una delle due imbarcazioni, 89 delle quali sono state salvate e portate sulla costa. Altre 40 persone partite a bordo di un altro gommone risultano disperse, ha aggiunto l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, senza fornire ulteriori dettagli. In precedenza Alarm Phone aveva denunciato che “una barca con 70 persone a bordo è dispersa da 4 giorni”. Dopo la partenza da Khoms, in Libia, ha contattato l’organizzazione “molte volte”. “Abbiamo perso i contatti quando erano in Sar maltese, 11 miglia dalle acque italiane. Non c’e’ conferma del loro soccorso o arrivo. Le autorità tacciono”, ha proseguito.

La preoccupazione dell’Onu per il campo di Gargaresh in Libia

L’Onu è estremamente preoccupata per le notizie di uccisioni e uso eccessivo della forza contro migranti e richiedenti asilo a Gargaresh, oggetto di un raid da parte delle forze di polizia del governo libico che ha portato all’arresto di almeno 4000 persone. “Un migrante è stato ucciso e almeno altri 15 feriti, 6 in modo grave, quando le autorità di sicurezza libiche hanno compiuto raid contro case e rifugi temporanei di fortuna a Gargaresh, una zona di Tripoli densamente popolata da migranti e richiedenti asilo”, scrive in una nota l’assistente del segretario generale residente dell’Onu e coordinatore umanitario per la Libia, Georgette Gagnon. “Pur rispettando pienamente la sovranità dello Stato e sostenendo il suo dovere di  mantenere la legge e l’ordine e di proteggere la sicurezza della loro popolazione, l’ONU invita le autorità statali a rispettare in ogni momento i diritti umani e la dignità di tutte le persone,  compresi i migranti e richiedenti asilo”, si legge ancora. Secondo i rapporti di funzionari della Direzione per la lotta alla migrazione illegale, almeno 4.000 persone, tra cui donne e bambini, sono state arrestate durante l’operazione di sicurezza. Migranti disarmati sono stati molestati nelle loro case, picchiati e fucilati. Le Nazioni Unite hanno ricevuto segnalazioni di un giovane migrante ucciso da colpi di arma da fuoco. Altri cinque migranti hanno riportato ferite da arma da fuoco; due di loro sono in gravi condizioni in terapia intensiva. Ha inoltre ricevuto segnalazioni secondo cui le comunicazioni erano state interrotte con individui incapaci di comunicare, accedere alle informazioni e chiedere assistenza. La maggior parte di queste persone arrestate sono ora detenute arbitrariamente, anche in strutture di detenzione gestite dalla Direzione per la lotta alla migrazione illegale, sotto il ministero dell’Interno”.

No all’eccessivo uso della forza nel contrasto all’immigrazione

“Le Nazioni Unite ribadiscono che l’uso  eccessivo e ingiustificato della forza letale da parte delle forze di sicurezza e di polizia durante le operazioni di contrasto costituisce una violazione del diritto nazionale e internazionale”. Chiediamo alle autorità libiche di indagare sui rapporti sull’uso letale ed eccessivo della forza da parte delle forze di sicurezza contro i migranti nelle operazioni di ieri”. Le Nazioni Unite hanno ripetutamente condannato le condizioni disumane nei centri di detenzione della Libia in cui migranti e rifugiati sono detenuti in strutture gravemente sovraffollate con limitazioni all’accesso all’assistenza umanitaria salvavita”. “In linea con le pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e le conclusioni di Berlino, ribadiamo il nostro appello alle autorità libiche affinché pongano fine e prevengano arresti e detenzioni arbitrarie e rilascino immediatamente le persone più vulnerabili, in particolare donne e bambini”. In questo contesto, sollecitiamo nuovamente il governo a consentire immediatamente la ripresa dell’evacuazione umanitaria volontaria operata dall’Oim e dell’UNHCR e dei voli di ritorno e delle partenze di migliaia di migranti e richiedenti asilo in Libia verso destinazioni al di fuori del paese”. “Le Nazioni Unite sono pienamente pronte a collaborare con il governo libico e le autorità competenti per rafforzare la governance della migrazione, garantendo nel contempo il pieno rispetto dei diritti umani internazionali, del diritto umanitario e dei rifugiati”.

Intanto si moltiplicano gli sbarchi a Lampedusa

Sono circa 400 i migranti arrivati fra stanotte e l’alba a Lampedusa con 14 barchini, alcuni dei quali sono riusciti ad approdare direttamente sulla terraferma. Quindici tunisini, fra cui una donna e 4 minori, sono stati bloccati dai finanzieri a molo Madonnina. Gli ultimi, in ordine di tempo, a sbarcare a molo Favarolo sono stati 82 provenienti da Bangladesh, Sudan ed Egitto. Il gruppo – partito due giorni fa da Zuwara, in Libia – è stato rintracciato e soccorso dalla motovedetta Cp 319 della Guardia costiera.

Otto anni fa la strage

Lampedusa ricorda oggi la tragedia del 3 ottobre 2013, il ribaltamento del barcone in cui persero la vita almeno 368 migranti. Le vittime della sciagura, diventata il simbolo del dramma dell’immigrazione, sono ricordate in occasione della messa domenicale e con un lancio di fiori in mare. In quella circostanza ci sarebbero stati almeno altri 20 dispersi e 155 superstiti, alcuni dei quali ogni anno, il 3 ottobre, tornano a Lampedusa per ricordare questa data.