Antonella Palermo – Città del Vaticano
E’ bloccato dal 18 luglio un convoglio del Programma alimentare mondiale attaccato sull’unica strada che consente di portare gli aiuti umanitari in Tigray e che passa per Semera, capitale della vicina regione dell’Afar. Quasi 150 camion di cibo e altre forniture “in attesa di nulla osta di sicurezza”, mentre altri 44 sono partiti per il Tigray martedì.
400mila persone a rischio carestia
L’ultimo convoglio è riuscito a raggiungere il capoluogo regionale, Mekele, il 12 luglio, e le razioni dureranno solo fino a venerdì, ha affermato l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari. Secondo l’Onu, il conflitto ha spinto 400.000 persone alla carestia nel Tigray. Saranno necessari 600 camion di aiuti a settimana. Almeno 33.000 bambini soffrono di malnutrizione acuta grave, e presto mancherà per circa 4.000 di loro mancherà il cibo. Rischiano oggi di morire perché hanno bisogno di cure immediate, urgenti. La denuncia è di Azione contro la Fame. A riferirne è il responsabile della comunicazione Orazio Ragusa Sturniolo:
“Purtroppo accade in tutti i contesti di guerra in cui operiamo: la fame usata come arma di guerra”, precisa. “Si mette a repentaglio la vita delle persone per costringere le parti a un ridimensionamento ma a patirne le conseguenze sono sempre i più vulnerabili. Avviene quando come in questi casi si prendono di mira ospedali, centri di aiuto. Così si contravviene alla risoluzione 2417 dell’Onu e non si rispetta il diritto internazionale umanitario”.
Bisogna mettere in pratica la Laudato si’
La crisi continuera’ a peggiorare, con gravi conseguenze, se non si interverra’ subito. Ricordiamo inoltre che dopo quasi nove mesi di conflitto, nel Tigray molti agricoltori sono stati costretti a saltare la stagione della semina e non avranno raccolti. “Circa tre persone su quattro dovranno affrontare anch’essi una condizione di malnutrizione. La guerra non deve limitare l’accesso umanitario: lo abbiamo ribadito anche al pre vertice sui sistemi alimentari che si è appena concluso”, sottolinea Ragusa. E cita Papa Francesco e l’Enciclica Laudato si’: “Il Papa lo ha scritto benissimo in un testo che dice tutto. Adesso è tempo di agire. I politici devono eliminare tutti gli ostacoli”.