L’Italia nomina l’Inviato per la libertà religiosa. Diritto negato in oltre 60 Paesi

Vatican News

Marco Guerra – Città del Vaticano

Il governo italiano ha annunciato la nomina dell’Inviato Speciale per la libertà religiosa e il dialogo interreligioso, ruolo per cui è stato designato il consigliere diplomatico Andrea Benzo. Per l’occasione, il sottosegretario agli Esteri Marina Sereni ha detto che l’Italia continuerà ad adoperarsi per promuovere nuove forme di partenariato tra attori civili e religiosi e che questa nomina rafforza l’azione pubblica dell’Italia in favore della libertà religiosa.

Figure analoghe in altri Paesi

Tutto nasce da un’esplicita richiesta di Aiuto alla Chiesa che Soffre Italia (Acs), sostenuta dai diversi parlamentari e dell’intera commissione Esteri della Camera che lo scorso novembre ha votato all’unanimità una risoluzione per l’istituzione dell’Inviato. “Acs da circa due anni si batteva per conseguire questo importante risultato”, si legge in una nota con cui la Fondazione pontificia augura buon lavoro al consigliere diplomatico Andrea Benzo. Acs ricorda che tale nomina è particolarmente rilevante perché oggi questo fondamentale diritto non è rispettato in 62 dei 196 Paesi sovrani (31,6% del totale). Il 67% circa della popolazione mondiale, pari a circa 5,2 miliardi di persone, vive in nazioni in cui si verificano gravi violazioni di tale libertà, ed era necessario che anche l’Italia si dotasse di un Inviato Speciale, considerato che una carica analoga era già stata istituita in un gran numero di nazioni, quali ad esempio Stati Uniti, Danimarca, Paesi Bassi, Norvegia, Finlandia, Polonia, Regno Unito e Germania. La Fondazione pontificia auspica pertanto che l’Inviato Speciale sia tempestivamente coinvolto nei processi consultivi e decisionali relativi alle aree in cui i conflitti mettono a repentaglio questo fondamentale diritto. Acs ringrazia in particolare l’on. Paolo Formentini che si è impegnato con grande convinzione per il conseguimento di questo risultato che rappresenta un passo importante nella direzione di un pieno riconoscimento della libertà religiosa in ogni singola nazione del mondo. 

Monteduro (Acs): un messaggio a tutto il mondo

Per comprendere l’importanza di questa nomina e il ruolo che può svolgere nei consessi internazionali abbiamo intervistato il direttore di Acs Italia, Alessandro Monteduro, il quale ha evidenziato che la proposta dell’istituzione di questa carica è frutto dell’azione di Acs, che ha preso spunto da quello che era stato fatto in altri Paesi. “Anche l’Ue aveva nominato un inviato per la libertà religiosa – prosegue Monteduro -. Ruolo tutt’ora vacante che speriamo venga riassegnato il prima possibile”. Secondo il direttore di Acs questa decisione manda il messaggio che la libertà religiosa non può essere considerato un diritto di “serie B” e eleva la questione sul piano internazionale.

Ascolta l’intervista ad Alessandro Monteduro

Azione comune contro le persecuzione

Monteduro ritiene che il consigliere diplomatico Benzo può fare un fronte comune con le figure analoghe di altri Paesi europei, che in passato hanno espresso più volte l’esigenza di dialogare con un esponente del governo italiano dedicato a questo tema: “E’ un passo in avanti la possibilità di coordinarsi e adottare azioni comuni tra Paesi europei in favore della libertà religiosa. Non mi aspetto che si risolvano subito i problemi delle minoranze religiose perseguitate ma sicuramente ci sarà una maggiore sensibilità”. Il direttore di Acs propone quindi che le nazioni occidentali pongano il rispetto della libertà religiosa come una delle condizioni necessarie per stringere accordi commerciali con Paesi dove questo diritto fondamentale è costantemente violato. Infine, fa notare Monteduro, la nomina degli Inviati Speciali è un messaggio anche alle comunità occidentali, dove in nome di un laicismo esasperato la confessione della fede è sempre più spesso relegata alla sola sfera privata.