Leader di pace per ripartire dopo la pandemia

Vatican News

Benedetta Capelli – Città del Vaticano

“Leader per noi è un visionario che può immaginare le cose che ora non esistono, una persona che può vedere lontano senza avere paura”. Sono le parole di Sara Dukic ex studentessa bosniaca di Rondine che si è fatta portavoce di tanti giovani della Cittadella, animati dal desiderio di costruire un mondo nuovo. Sara è intervenuta alla presentazione della campagna globale Leaders for Peace al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. A tre anni dal suo lancio, avvenuto nel 2018, i giovani studenti e gli alumni di Rondine Cittadella della Pace hanno rinnovato l’Appello agli Stati, “affinché promuovano lo sviluppo di relazioni sociali e politiche pacificate attraverso l’insegnamento e l’educazione ai diritti umani nei sistemi d’istruzione nazionali, integrati – si legge in un comunicato – alla sperimentazione del Metodo Rondine per la trasformazione creativa dei conflitti”.

Due anni ancora

Una campagna lanciata presso la sede delle Nazioni Unite di New York e oggi protratta per altri due anni per le necessità generate dalla pandemia. “Se da un lato, infatti, l’epidemia di COVID-19 – si legge – ha portato via con sé, nel suo percorso globale, più di tre milioni di vite umane, dall’altro ha prodotto nuove povertà, crescenti tensioni e innescato dinamiche che con l’arrivo del virus sembravano sopite, congelate dalle circostanze”. Una situazione esplosa in conflitti nei primi mesi del 2021 in molte aree del mondo e per questo è fondamentale continuare la campagna.

Gli interventi nel segno del coraggio

“Un modello affermato, apprezzato e stimato a tutte le latitudini e longitudini”: così è il Metodo Rondine secondo Pietro Sebastiani, Ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede. Per il fondatore di Rondine Cittadella della Pace, Franco Vaccari, “l’iniziativa intende riportare l’attenzione sul messaggio di questi giovani che hanno vissuto sulla propria pelle l’odio, il conflitto armato, l’inganno planetario del nemico”. “Occorre fare un rinnovato patto che costruisca una nuova fiducia nelle relazioni, perché c’è un lato oscuro del coronavirus che si propaga: la ferita sociale delle relazioni. Abbiamo trovato un vaccino per il virus, ora dobbiamo trovare un vaccino che si fonda sull’educazione contro la guerra e la violenza”. “Quello che oggi abbiamo ascoltato può tradursi in una parola che è pace”: ha affermato monsignor Stefano Russo, Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana, ricordando il Progetto Mediterraneo Frontiera di Pace, promosso dalla Cei nelle giornate di Bari a febbraio 2020 e sviluppato da Rondine con Caritas Italiana. Monsignor Mirosław S. Wachowski, Sotto-Segretario della Sezione per i Rapporti con gli Stati presso la Segreteria di Stato vaticana, ha ricordato i 700 anni della morte di Dante, che insegna il coraggio di vivere, “come ci testimoniano i giovani della campagna Leaders for Peace, il coraggio di chi, in prima persona, si mette in gioco per creare nuovi percorsi di pace. Per testimoniare che un futuro di pace è possibile, per aiutare le persone sopraffatte dalla violenza a credere ancora nella vita”.

Riconoscere la persona nel nemico

Fondata nel 1998 da Franco Vaccari, Rondine Cittadella della Pace è un’organizzazione che si impegna per la riduzione dei conflitti armati nel mondo e per la diffusione del proprio metodo per la trasformazione creativa dei conflitti (Metodo Rondine). Attraverso lo Studentato internazionale-World House, l’associazione accoglie ogni anno giovani provenienti da Paesi che vivono o hanno vissuto guerre e conflitti: due anni di formazione e convivenza per scoprire la persona nel proprio “nemico” e diventare ambasciatori di pace nei propri Paesi per contribuire alla risoluzione dei con conflitti. L’obiettivo finale è contribuire alla realizzazione di un habitat socialmente sostenibile e privo di scontri armati, in cui ogni persona abbia gli strumenti per sviluppare relazioni pacificate e generative. Rondine Cittadella della Pace è stata candidata al premio Nobel per la pace 2015.