L’ambasciatore ucraino dal Papa, in dono un peluche simbolo dei bambini uccisi nei bombardamenti

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Andrii Yurash ricevuto in udienza da Francesco nel Palazzo Apostolico. Al Pontefice ha consegnato un orsacchiotto proveniente da una casa colpita a gennaio a Dnipro da un razzo russo che ha ucciso 46 persone, tra cui tre minori. L’orso, ritrovato tra le macerie, mai sistemato ma regalato al Papa con le sue “ferite”, come simbolo delle sofferenze del popolo ucraino

Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano

Un orso gigante di peluche, con una “ferita” sulla zampa destra, alcune scuciture e bruciature, in ricordo di tutti i bambini ucraini che ora non potranno più giocare con un pupazzo perché le loro giovani vite sono state interrotte da un razzo o da un missile. È un dono fortemente simbolico quello che questa mattina, 22 settembre, l’ambasciatore dell’Ucraina presso la Santa Sede, Andrii Yurash, ha consegnato a Papa Francesco che lo ha ricevuto in udienza nel Palazzo Apostolico. Una delle tre udienze che hanno scandito la mattinata del Pontefice che, nel primo pomeriggio, alle 14.15 per l’esattezza si prepara a partire per il 44.mo viaggio apostolico a Marsiglia in occasione degli “Incontri del Mediterraneo”.

I saluti dal presidente Zelensky

Con il diplomatico, rappresentante dell’Ucraina presso la Santa Sede dall’aprile 2022, circa un mese e mezzo dopo il primo attacco russo su Kyiv, il Papa si è intrattenuto per circa un’ora di colloquio nella Sala della Biblioteca apostolica, alla presenza di un francescano ucraino come traduttore. L’ambasciatore ha portato al Papa “parole calorose di ringraziamento” da parte del presidente Volodymyr Zelensky e del ministro degli Affari Esteri, Dmytro Kuleba.

Yurash mostra al Papa le foto del peluche ritrovato tra le macerie del palazzo distrutto a Dnipro

A colloquio su pace, missione di Zuppi e attacco al magazzino di Leopoli

La guerra e le proposte di pace da parte ucraina sono state, naturalmente, i temi centrali della conversazione, insieme anche alla missione del cardinale Matteo Zuppi che l’ha visto come inviato di pace a Kyiv, Mosca, Washington e, di recente, anche Pechino. L’ambasciatore ha espresso la sua gratitudine per questa iniziativa del Pontefice, come pure per le parole di ieri dell’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni internazionali, al Consiglio di Sicurezza dell’Onu a New York. Non è mancato poi un cenno al drammatico attacco di tre giorni fa a un magazzino di Leopoli che ha mandato in fumo circa tre tonnellate di aiuti umanitari. L’ambasciatore ha inoltre ricordato il 90° anniversario della tragedia dell’Holodomor che ricorre a novembre.

Il dono dell’orso, simbolo di una tragedia

Il colloquio si è concluso quindi con la consegna di un dono speciale: l’orso proveniente dalla casa distrutta il 14 gennaio scorso a Dnipro, città dell’Ucraina orientale, da un razzo russo. Nell’attacco è stato colpito direttamente un edificio: 46 le persone rimaste uccise, di cui tre bambini; altre 75 ferite, tra loro 13 minori. L’orso è stato ritrovato quasi integro tra le macerie, ed è diventato presto uno dei simboli e delle prove materiali della sofferenza del popolo ucraino. Andrii Yurash lo aveva ricevuto in estate e attendeva di consegnarlo al Papa così com’è, senza alcun restauro, ma con ancora i segni riportati durante la tragedia. Il diplomatico ha accompagnato il dono con alcune fotografie che mostravano il peluche subito dopo il bombardamento: seduto, con il capo rivolto verso il basso, tutto intorno la distruzione. Immagini che hanno avuto ampia diffusione in Ucraina.  

Francesco ha ricambiato con un Rosario e con l’assicurazione che non mancheranno mai la sua vicinanza e le sue preghiere per l’Ucraina e la popolazione che ormai più di un centinaio di volte ha ricordato come “martoriata” in ogni pronunciamento pubblico.

Il saluto tra Papa Francesco e l’ambasciatore dell’Ucraina presso la Santa Sede