Il grazie di Francesco alla preghiera dell’Angelus si intreccia con il fulcro dell’evento di Budapest: l’Eucaristia che, ricorda il Pontefice, vuol dire proprio “azione di grazie”. Il Papa si rivolge alla “grande famiglia cristiana ungherese”, fratelli e sorelle “in cammino verso la piena unità”. Poi, scandito da un affettuoso applauso dei fedeli, il saluto di cuore al Patriarca Bartolomeo – che chiama ‘Fratello’ – alla Chiesa locale e a quanti si sono adoperati per i lavori del Congresso eucaristico internazionale e per l’organizzazione della visita apostolica.
L’augurio di essere “fondati e aperti, radicati e rispettosi”
Ricordando le parole dell’Inno che ha accompagnato il Congresso, il Papa esprime il suo augurio:
Che la croce sia il vostro ponte tra il passato e il futuro! Il sentimento religioso è la linfa di questa nazione, tanto attaccata alle sue radici. Ma la croce, piantata nel terreno, oltre a invitarci a radicarci bene, innalza ed estende le sue braccia verso tutti: esorta a mantenere salde le radici, ma senza arroccamenti; ad attingere alle sorgenti, aprendoci agli assetati del nostro tempo. Il mio augurio è che siate così: fondati e aperti, radicati e rispettosi.
Papa Francesco esorta i fedeli ad annunciare il “Vangelo liberante della tenerezza sconfinata di Dio per ciascuno” e aggiunge: “Nella carestia di amore di oggi, è il nutrimento che l’uomo attende”.