Marco Guerra – Città del Vaticano
Capi di stato e di governo, leader religiosi e personaggi del mondo della cultura, è unanime il tributo della Comunità internazionale all’arcivescovo Desmond Tutu, scomparso ieri all’età di novant’anni. Simbolo della resistenza all’apartheid, promotore della riconciliazione, è considerato uno dei padri fondatori del Sudafrica. Per la sua lotta non violenta contro il regime segregazionista fu insignito nel 1984 del premio Nobel per la pace. Con Nelson Mandela presidente del Sudafrica, diede vita alla Commissione per la Verità e la Riconciliazione con lo scopo di favorire la pacificazione tra le due anime del Paese, voltando per sempre pagina sull’odio razziale, mettendo in luce le atrocità commesse e cercando di favorire il perdono.
Il ricordo di Papa Francesco
Desmond Tutu era “al servizio del Vangelo, attraverso la promozione della uguaglianza razziale e della riconciliazione nel suo Sudafrica”, ha scritto Papa Francesco in un telegramma al nunzio in Sudafrica. Francesco lo aveva anche ricordato nella enciclica Fratelli tutti tra “i fratelli non cattolici” che lo avevano motivato “nella riflessione sulla fraternità universale”.
Il Cordoglio della Comunione anglicana
Il leader della Comunione anglicana e arcivescovo di Canterbury Justin Welby lo definisce “un grande guerriero per la giustizia che non ha mai smesso di combattere”. “L’arcivescovo Tutu – dice ancora Welby – era un profeta e sacerdote, un uomo di parole e di azione, una persona che incarnava la speranza e la gioia che erano le fondamenta della sua vita. Era un uomo di straordinario coraggio personale e audacia: quando la polizia fece irruzione nella cattedrale di Capetown, li ha sfidati ballando lungo il corridoio”.
La comunità internazionale
Per il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, “la sua eredità trascende i confini e farà da eco nei decenni”. Il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres parla di “una voce incrollabile per i senza voce” e il premier del Regno Unito Boris Johnson ricorda che è stata una “figura cruciale nella lotta contro l’apartheid e nella creazione di un nuovo Sudafrica”. Johnson ha reso omaggio anche alla sua “leadership spirituale” e al suo “irreprimibile buonumore”. Il presidente della Francia Emmanuel Macron mette in risalto che l’arcivescovo “ha consacrato la sua vita ai diritti umani e all’uguaglianza dei popoli”.