La Civiltà Cattolica parla anche russo

Vatican News

Gabriella Ceraso – Città del Vaticano 

Una tappa importante all’interno di un cammino in divenire frutto di una tessitura paziente e un segno significativo di speranza. Questo ha rappresentato, cinque anni fa, l’incontro avvenuto a L’Avana tra Papa Francesco e Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Russia Kirill . E così ne parla padre Antonio Spadaro nell’editoriale con cui come direttore de La Civiltà Cattolica, inaugura il nuovo sito (www.laciviltacattolica.ru) dell’ edizione in lingua russa. L’evento previsto proprio il 12 febbraio – data dell’incontro all’Avana-  sarà introdotto da un webinar, in programma alle ore 15.30 (17.30 a Mosca) sul profilo Facebook del direttore dell’Istituto San Tommaso, padre Stephan Lipke S.I. (https://www.facebook.com/stephan.lipkesj.1). Sono previsti gli interventi dell’arcivescovo di Mosca, monsignor Paolo Pezzi, e del nunzio apostolico nella Federazione Russa, monsignor Giovanni D’Aniello. Seguirà una relazione dello ieromonaco ortodosso Giovanni Guaita, sul tema “L’incontro all’Avana e le sue prospettive”, per concludere con il direttore Spadaro S.I  .L’edizione russa de La Civiltà Cattolica va ad aggiungersi a quelle in francese, inglese, coreano, cinese e giapponese.

Dialogo, cultura e formazione

La scelta dell’anniversario insieme al cammino della Rivista dei gesuiti nella storia e con la storia, vengono illustrati da padre Spadaro nell’editoriale inaugurale. Si ribadisce il codice genetico e la peculiarità de La Civiltà Cattolica, frutto di scrittori tutti gesuiti e quindi nutrita della spiritualità attenta alla ricerca di Dio nel mondo propria di Ignazio di Loyola. La Rivista, sottolinea padre Spadaro, continua a voler “fare da ponte, interpretando il mondo per la Chiesa e la Chiesa per il mondo, contribuendo a un dialogo aperto, pieno, cordiale, rispettoso” e mantenendo la “sintonia speciale” con la Santa Sede che la caratterizza sin dalla fondazione. Alla “ricerca” e alla “formazione accessibile anche ai non specialisti” con cui la Rivista approccia temi e linguaggi culturali, si unisce, oggi sempre più rispetto al passato, l’apertura alla dimensione internazionale. Per questo da alcuni anni “le firme della rivista – tutte di gesuiti – provengono da varie nazioni e continenti”, con corrispondenti nel mondo e un servizio sempre più disponibile a lettori in lingue differenti. Da qui nasce la proposta di avviare un’edizione russa che si unisce alle già esistenti in 6 lingue, accrescendo la dimensione plurilinguistica che inevitabilmente ha trasformato – spiega il direttore- l’identità stessa della Rivista, arricchendola delle rispettive culture.

Un cammino di speranza

Ma l’edizione in lingua russa vuole esser anche qualcosa di più. A cinque anni dall’incontro a L’Avana tra il Papa e il Patriarca, “vuole – spiega il direttore – idealmente essere un frutto di quell’incontro, la prosecuzione di quella stretta di mano, che è anche amicizia”. Perché l’amicizia e l’intimità sono nel rapporto tra chi scrive e chi legge, e non solo. Se in quell’incontro c’è, oltre ad una “tappa importante nelle relazioni tra le due Chiese, e parte di un processo che resta in divenire, frutto di una lunga, paziente e delicata tessitura diplomatica, religiosa e politica” soprattutto un “segno di speranza per tutti gli uomini di buona volontà” non si può rimanere ” sordi e ciechi davanti alla storia del mondo. Oggi i cristiani sono chiamati a incontrarsi e a superare qualunque ostacolo pur di tendersi la mano. Ciò che ha spinto Francesco e Kirill a incontrarsi sono state le sfide del mondo, le frontiere reali, i drammi del nostro tempo. I cavilli della tattica politica e delle opportunità non possono trattenere i leader cristiani da una stretta di mani”. E allora, anche una rivista che tesse dialogo e costruisce ponti, che si incultura e si arricchisce restituendo tutto al lettore, diventa parte di questo “cammino inevitabile della storia”.