In un comunicato dell’arcidiocesi di Port-au-Prince si ricorda l’ultimo assalto all’Oratorio di san Bartolomeo con rapimenti e feriti. Alle autorità la richiesta di tutela delle persone e dei luoghi di culto
Benedetta Capelli – Città del Vaticano
Nella benedizione pasquale Urbi et Orbi, solo una settimana fa, il Papa aveva menzionato Haiti, invocando l’impegno della comunità internazionale nel cercare una soluzione definitiva ai tanti problemi che affliggono il Paese caraibico, stretto in una crisi politica e sociale ma anche umanitaria. L’ultimo episodio di violenza – si legge in un comunicato dell’arcidiocesi di Port-au-Prince – si riferisce a giovedì 13 aprile, quando al termine della Messa nell’Oratorio di San Bartolomeo celebrata dall’arcivescovo, monsignor Max Leroy Mesidor, uomini armati sono entrati all’interno sequestrando alcune persone, poco prima avevano abbattuto il cancello d’ingresso dell’Oratorio provocando due feriti, trasportati d’urgenza in ospedale.
“Questo atto di rapimento – si legge nella nota – è troppo, mina sia l’integrità di un luogo di culto sia la libertà di movimento delle persone nel Paese. L’arcidiocesi di Port-au-Prince esprime ancora una volta la sua indignazione per questi atti che non risparmiano nessuno e che non rispettano nessun luogo; in questo senso, si chiede che le autorità statali garantiscano la sicurezza delle persone e che perseguano e condannino coloro che gestiscono l’industria dei rapimenti traendone profitto”. “Dio – conclude il testo – vuole che i suoi figli siano liberi e non siano oppressi o trattati come schiavi”.
Una crescente insicurezza
Ad allarmare è la situazione umanitaria, di qualche giorno fa la denuncia di Save the children riguardo i bambini di Haiti che soffrono di malnutrizione acuta in una percentuale pari al 50%. Ad aggravare la situazione c’è la violenza delle bande, l’instabilità politica e l’aumento dell’inflazione. Secondo recenti dati 5 milioni di persone (quasi la metà della popolazione, tra cui 1,9 milioni di bambini) sono classificate come gravemente insicure dal punto di vista alimentare. Di questi, quasi 2 milioni stanno affrontando una situazione di emergenza. L’insicurezza ha provocato la chiusura temporanea dell’ospedale di Medici Senza Frontiere, da 30 anni a Port-au-Prince, nell’area di Cité Soleil. Una decisione arrivata dall’impossibilità di garantire l’incolumità dei pazienti e del personale a causa di numerosi scontri avvenuti nelle vicinanze.