La candidatura del volontariato come bene immateriale Unesco

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Marco Guerra – Città del Vaticano

È stata presentata questa mattina presso la Sala Caduti di Nassirya del Senato della Repubblica Italiana la candidatura transnazionale del Volontariato a bene immateriale dell’Umanità Unesco. L’iniziativa è sostenuta da un comitato promotore che include numerose personalità del mondo del Terzo Settore, del giornalismo e del volontariato, nonché il vicepresidente della Corte Costituzionale Giuliano Amato. Hanno inoltre manifestato sostegno alla promozione della candidatura i leader dei principali partiti italiani.

Italia capofila della candidatura

La candidatura del volontariato quale bene immateriale Unesco rappresenta l’atto conclusivo del percorso che ha visto Padova ricoprire il ruolo di Capitale Europea del Volontariato 2020, per poi passare il testimone nel 2021 a Berlino. L’Italia diventa quindi capofila di una richiesta formale e di un cammino che sarà esteso a livello europeo, le realtà più strutturate con servizi di rappresentanza saranno coinvolte affinché ogni Paese possa lavorare su questo dossier, in maniera tale da presentare, tra circa un anno, una candidatura transnazionale.

I numeri del volontariato

La vera forza del volontariato è la rete sociale di base che, in Italia, conta sul servizio spontaneo e gratuito di circa 6,63 milioni di volontari stimati operativi, di cui 4,14 attivi in organizzazioni. Un tasso di diffusione tra la popolazione che in alcune regioni, soprattutto al nord, raggiunge punte del 16%. In media gli italiani dedicano al volontariato 19 ore al mese che coincidono, se quantificate con il criterio del monte ore lavorativo, con circa 875.000 unità occupate a tempo pieno. “I volontari impegnati in tanti campi d’azione – si legge nella nota del Comitato promotore -, dall’assistenza alla protezione civile, dalla cultura al tempo libero, dalla conservazione del patrimonio artistico allo sport non agonistico, dalla ricerca scientifica alla cooperazione, mettono al centro gratuitamente e nell’interesse generale il proprio tempo e le proprie competenze a favore della comunità. Si tratta di un patrimonio prezioso da preservare e diffondere. Mai come oggi questa consapevolezza diviene un’urgenza”.

Volontariato protagonista durante la pandemia

I sostenitori della candidatura del Volontariato a Bene Immateriale dell’Umanità sottolineano che senza il volontariato non si sarebbe potuto far fronte alle emergenze generate dalla pandemia e che senza le reti sociali animate da un volontariato non si potrà costruire quel cambiamento nelle priorità del nostro vivere civile, così evidentemente necessario per non farci trovare impreparati di fronte alle nuove domande sociali e per garantire la qualità della nostra democrazia sempre più bisognosa di un’educazione al bene comune.

Rocca (Croce Rossa): volontariato arriva ovunque

“Il volontariato non è un lusso o una cosa residuale di chi si impegna ma una dimensione fondamentale della vita sociale senza la quale il corpo sociale si sgretola, per questo vogliamo che sia un bene riconosciuto in tutto il mondo” ha spiegato Riccardo Bonacina, fondatore di Vita non profit, alla conferenza stampa in Senato. A Palazzo Madama è intervenuto anche il presidente della Federazione internazionale della Croce Rossa, Francesco Rocca: “Aderisco a nome di tutte le realtà che rappresento, il volontariato è quello che consente sempre di raggiungere tutto coloro che nemmeno la migliore delle organizzazioni statali riesce a soddisfare nei loro bisogni. Il volontariato consente di fare la differenza tra la vita e la morte in luoghi in cui l’accesso è difficile. Il riconoscimento è quindi qualcosa di assolutamente prezioso”.

Alecci: volontariato mantiene legate le comunità

“Dal male comune nasce il bene comune, perché grazie alla pandemia tutti hanno percepito l’importanza del volontariato”, è quanto sottolinea Emanuele Alecci, presidente Padova capitale europea del volontariato, il quale ricorda che a fare la differenza è la “gratuità e il disinteresse dell’impegno profuso dai volontari che in media spendono per gli altri almeno tre – quattro ore alla settimana”. “Abbiamo capito durante la pandemia – prosegue – quanto sia importante il volontariato per mantenere i legami nelle nostre comunità. Il fatto che tutto questo diventi un bene dell’umanità impegna i governi a tutelare i volontari”.

Ascolta l’intervista a Fabrizio Alecci

Il contributo delle realtà cattoliche

Secondo Alecci a muovere i volontari è la voglia di vivere intensamente la cittadinanza, da protagonisti che non aspettano solo di ricevere qualcosa. L’esponente del comitato promotore ricorda anche l’importante contributo del volontariato di ispirazione cristiana: “Dedico questa candidatura a don Giovanni Nervo, fondatore e primo presidente della Caritas italiana  e a Luciano Tavazza, uno dei padri nobili del volontariato italiano, entrambi molto credenti”.

Il comitato promotore

Tra i principali membri del comitato promotore Giuliano Amato, vicepresidente Corte Costituzionale; Emanuele Alecci, presidente Padova capitale europea del volontariato; Riccardo Bonacina, fondatore rivista Vita;  Gherardo Colombo, presidente Garzanti Libri; Marco Tarquinio, direttore Avvenire; Luciano Fontana, direttore Corriere della Sera; Andrea Carandini, presidente FAI (Fondo Ambientale italiano); Paolo Iabichino, Fondatore Osservatorio Civic Brands, Ipsos Italia; Ferruccio De Bortoli, giornalista, presidente VIDAS; Massimo Cacciari, filosofo, editorialista; Fabrizio Pregliasco, presidente ANPAS; Cristina De Luca, vice presidente Fondazione Italia Sociale; Antonino La Spina, presidente nazionale UNPLI; Paola Capoleva, presidente CSV Lazio; Francesco Rocca, presidente Croce Rossa Italiana; Giuseppe Lumia, associazione Luciano Tavazza; Carmelo Lo Bello, Associazione Medici in Strada; Patrizia Zantedeschi, Centro Veneto Progetti Donna; Edoardo Caprino, giornalista; Stefano Arduini, direttore rivista Vita; Niccolò Gennaro, direttore CSV Padova e Rovigo.