Isabella Piro – Città del Vaticano
Un piano strategico quinquennale per rispondere in modo adeguato ai bisogni umanitari delle persone che vivono nelle regioni aride e semi-aride del Kenya: a lanciarlo, il 30 luglio, è stata la Caritas diocesana di Marsabit. Come afferma il vescovo locale, Monsignor Peter Kihara, il progetto rappresenta “un’opportunità per capire che noi siamo Chiesa in movimento e che ci muoviamo insieme con la comunità, con i bisogni che essa ha”. Di qui, l’appello del presule ai partner sia locali che internazionali affinché sostengano il programma che “mira a migliorare le condizioni di vita delle persone”, le quali “patiscono non solo la mancanza di acqua, ma anche quella di un accesso all’assistenza sanitaria”, quanto mai fondamentale in tempo di pandemia da Covid-19.
L’aiuto internazionale
Dal suo canto, il direttore della Caritas locale, Isacko Jirma Molu, sottolinea che il piano strategico si propone l’obiettivo di “ridurre la sofferenza umana trasformando la situazione delle comunità in modo sostenibile”. Non a caso, il tema del progetto è “Sviluppo sostenibile trasformativo per le comunità della contea di Marsabit”.
Assicurando il suo sostegno al progetto, inoltre, anche il governatore di Marsabit, Mohamud Ali, evidenzia come esso sia “perfettamente allineato con il piano di sviluppo integrato della contea”, rendendo così possibile l’avvio “di una cooperazione significativa per rilanciare l’agenda dello sviluppo locale”. Tra i partner che collaborano al piano quinquennale ci sono le Caritas di Kenya, Italia, Germania, Austria, Spagna ed Europa, nonché il Cafod (l’agenzia di aiuti della Chiesa cattolica in Inghilterra e Galles) e i Catholic Relief Services (l’agenzia umanitaria internazionale della comunità cattolica negli Stati Uniti).