Kazakhstan, vescovo: la violenza non è mai buona, preghiamo per nuovi orizzonti di pace

Vatican News

Antonella Palermo – Città del Vaticano

All’indomani della Giornata di lutto nazionale per la perdita di vite umane – voluta per il 10 gennaio dal presidente kazako in seguito a quelli che ha definito “atti terroristici” – la situazione rimane assai tesa nel Paese centro asiatico. “Le violente proteste che hanno causato decine di morti in Kazakizstan – aveva denunciato Tokayev – sono un “tentativo di colpo di Stato” guidato da “combattenti armati”. E, su twitter, aveva affermato: “Non abbiamo mai usato e non utilizzeremo forze armate contro proteste pacifiche”. Tokayev ha annunciato che i circa 2.000 soldati dell’alleanza militare guidata dalla Russia e di cui fanno parte sei repubbliche ex sovietiche, cominceranno a lasciare il Paese tra due giorni. 

Riunione dell’Organizzazione del trattato per la sicurezza collettiva

Ieri, in videoconferenza sotto la presidenza dell’Armenia, si è tenuta la sessione straordinaria del Consiglio di sicurezza collettiva dell’Organizzazione del trattato per la sicurezza collettiva (Csto) sulla situazione nella Repubblica del Kazakistan e le misure per normalizzarla. A organizzarla l’Armenia, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan, Russia e Tagikistan. Ha partecipato anche il presidente russo Putin secondo il quale il Kazakistan è stato preso di mira dal “terrorismo internazionale” e la Russia “non permetterà rivoluzioni nella regione”.

Tokayev: il governo deve fronteggiare un tentato golpe

Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, in un colloquio telefonico con Tokayev, ha sottolineato l’importanza del partenariato Ue-Kazakistan e il sostegno alla sovranità, alla sicurezza e alla stabilità nel pieno rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Il presidente kazako ha ribadito che il governo ha dovuto fronteggiare “atti di aggressione senza precedenti alla statualità” e che è stato necessario adottare “misure urgenti per ripristinare l’ordine costituzionale e lo stato di diritto”. Il presidente ha assicurato che fornirà alla comunità internazionale le prove del “coinvolgimento di terroristi stranieri” nel tentato golpe e che il suo governo è di fronte ad una “aggressione dall’esterno”. “Non spareremo mai sui manifestanti pacifici”, ha assicurato Tokayev, sottolineando che l'”operazione antiterrorismo prosegue”, ma che è “vicina alla fine”. 

Vescovo Mumbiela Sierra: la violenza non è mai buona

Il Papa, all’Angelus di domenica scorsa, aveva espresso la sua preoccupazione per quanto sta accadendo . Le sue parole hanno rincuorato la Chiesa locale, come spiega monsignor José Mumbiela Sierra, della diocesi Santissima Trinità, ad Amalty.

Ascolta l’intervista al vescovo Mumbiela Sierra

“Ringrazio di tutto cuore per le parole del Santo Padre”, così il vescovo dal Kazakhstan che dice: “Ascoltare la voce del Papa parlare di noi è una grande gioia, è sapere che altri parlano di noi, altri sono con noi, anche se noi non sappiamo come fare per comunicare. E’ bello questo senso di comunione dei santi, noi ci crediamo ma adesso la viviamo questa comunione”. Il presule ripete che grazie a Dio e alle preghiere, la situazione ad Amalty e in tutto il Kazakhstan migliora. Ma resta “molto complessa”. Chiarisce che “c’è una volontà di cambiamento”. Invita a continuare a pregare perché – dice – “questa è la missione di noi cattolici, piccolo popolo di fedeli in questo Paese”. Mumbiela rinnova poi la preghiera perché questi buoni desideri di tutta la gente del Kazakhstan siano solo per il bene e mai ottenuti con la violenza. “La violenza – afferma – non è buona da nessuna parte”. “Preghiamo la Vergine per la pace – chiosa – desideriamo questi nuovi orizzonti per questa gente bellissima. Tutta la nostra fiducia è nel Signore”.  

La connessione a internet è intermittente

Intanto, secondo le autorità del Kazakistan, quasi 8.000 sono persone arrestate dalla polizia durante le proteste sfociate in violenze la scorsa settimana e che hanno segnato i peggiori disordini che l’ex nazione sovietica ha dovuto affrontare da quando ha ottenuto l’indipendenza 30 anni fa. Il Comitato per la sicurezza nazionale, l’agenzia di controspionaggio e antiterrorismo del Kazakistan, ha dichiarato che la situazione nel Paese si è “stabilizzata ed è sotto controllo”. Intanto, la citta’ di Almaty, teatro delle violenze negli scontri anti-governativi che hanno causato oltre 160 morti e migliaia di feriti, ha ristabilito la connessione a Internet dopo un blackout di cinque giorni, ma il ripristino del funzionamento si è subito rivelato a intermittenza, mentre Nur-Sultan, la capitale, rimane per lo più connessa.