Marco Guerra – Città del Vaticano
Concreti segnali di ripartenza in alcuni territori e malcontento crescente in altri per la prosecuzione della didattica a distanza (Dad). Questo inizio di settimana per la scuola italiana e gli oltre 8 milioni di studenti che la frequentano, è in chiaro scuoro.
Le regioni che hanno riaperto
Nei mesi precedenti le autorità governative avevano infatti prospettato più volte il ritorno in classe subito dopo le festività natalizie per i ragazzi delle seconde e terze medie e degli istituti superiori, che dall’inizio dell’anno scolastico sono in Dad. Di fatto però questa mattina i cancelli delle scuole si sono spalancati solo per gli studenti delle superiori di tre regioni italiane, Valle d’Aosta, Toscana e Abruzzo – si tratta circa 220mila alunni – che si sono adeguate alle direttive del Governo, andandosi ad aggiungere alle province autonome di Trento e Bolzano, in presenza già dal 7 gennaio. In realtà anche per questi studenti la presenza è ancora al 50%, l’altra metà della didattica sarà ancora svolta tramite Dad, mentre a scuola sono confermate le misure anti-contagio con mascherine e distanziamento.
Il calendario del ritorno in aula
Il calendario delle aperture dipenderà dall’evoluzione dei contagi e dalle decisioni dei governatori delle regioni ma in linea di massima si prevede il rientro in aula il 18 gennaio per Molise, Puglia, Lazio, Liguria, Piemonte. Dopo una settimana, il 25 gennaio, toccherà a Campania, Emilia Romagna, Umbria e Lombardia. Dovranno attendere il mese di febbraio gli studenti di Calabria, Veneto, Sardegna, Friuli Venezia Giulia, Sicilia, Marche e Basilicata. Comunque al momento sono rientrati 5 milioni di alunni tra infanzia, primaria e secondaria di primo grado.
Manifestazioni di protesta in tutta Italia
In questa cornice oggi la Rete degli studenti contro la didattica a distanza ha lanciato uno sciopero che ha preso forma nelle piazze di diverse città italiane. In queste ore mobilitazioni e sit in sono segnalati a Roma, Firenze, Milano, Faenza, Pescara, Viterbo, Salerno, Parma, Imola, Trieste, Ancona, La Spezia, Pisa. I rappresentanti di oltre 40 istituti superiori della Capitale e della consulta studentesca di Roma hanno scritto una lettera, indirizzata al prefetto della città, al Comune, alla Regione Lazio, alle commissioni Cultura di Camera e Senato, alla ministra Azzolina, in cui chiedono il ritorno in presenza ed elencano le criticità da risolvere.
Ministro Azzolina: scuole pronte a ripartire
In mattinata è tornata a farsi sentire il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina che in un’intervista a Radio 1 ha detto che “le scuole sono pronte per ripartire, ma sono le Regioni ad avere la possibilità di riaprirle o meno”. “Io chiedo a tutti – ha proseguito – di trattare la scuola non in maniera diversa rispetto a come vengono trattate le attività produttive”. Azzolina ha evidenziato che la Dad non può più funzionare e si è detta preoccupata per il fenomeno della dispersione scolastica. Infine ha annunciato che sarà presa a breve una decisione sulle modalità di svolgimento degli esami di maturità.
Gentili (dirigente scolastico): studiate soluzioni per la presenza
Intanto tutto il personale della scuola è impegnato nell’organizzazione della didattica e nell’adeguamento degli spazi per il rientro sui banchi degli studenti. Per conoscere quali stratagemmi sono stati messi in campo e le difficoltà incontrate in questi mesi il collega di Radio Vaticana Italia, Alessandro Guarasci ha intervistato la professoressa Claudia Gentili, dirigente scolastico dell’istituto comprensivo Elisa Scala a Roma, visitato dal Papa a maggio 2018: “Ad inizio anno i banchi monoposto erano assenti e fondi non ce ne erano, abbiamo quindi pensato alla divisione dei banchi che avevamo e ci siamo rivolti ad un fabbro di zona per ottenerla. Con questa soluzione siamo riusciti da far entrare i ragazzi in sicurezza nelle aule della scuola invece di sparpagliarli in altri edifici proposto dal Municipio con soluzioni difficili da accettare”.
La comunicazione con le famiglie
Per quanto riguarda le misure anti-Covid la dirigente Gentili ha adottato lo scaglionamento delle entrate degli studenti e ha curato la comunicazione con le famiglie per segnalare subito eventuali casi di positività, che si sono effettivamente verificati con un’impennata nel mese di ottobre. “Abbiamo inoltre svuotato le aule di ogni arredo scolastico – spiega ancora la dirigente – e i docenti hanno partecipato con grande senso di responsabilità, tutta l’estate è stata dedicata a pensare come riprendere l’attività. Non è stato facile ma sotto i mei occhi vedo un’apparente normalità”.
D’Anna (associazione genitori): Dad insostenibile
E sulla ripartenza in sicurezza Alessandro Guarasci ha intervistato anche Rosaria D’Anna, la presidente dell’Age, l’associazione genitori, che chiede che questo non sia un anno scolastici perso: “Guardiamo con grande favore alla ripresa della didattica in presenza, perché non si può più andare avanti con la Dad. Le scuole hanno adeguato gli spazi alle nuove misure di sicurezza e noi aspettiamo con ansia che tutto questo possa essere consolidato con la presenza”.
La questione trasporti
Il nodo dei trasporti pubblici resta però tutto da risolvere secondo D’Anna, la quale ricorda che da più parti è stato promesso il potenziamento dei mezzi e lo scaglionamento degli orari di entrata degli studenti. Infine, la presidente dell’associazione genitori fa un bilancio sulla didattica a distanza: “Ci sono stati aspetti che hanno funzionato e altri meno. In alcune regioni e aree d’Italia più organizzate non c’è stata molta difficoltà; mentre in altre regioni soprattutto tra le fasce sociali più deboli c’è stata una sorta di abbandono, anche per semplici difficoltà tecniche relative alla connessione. Zone non coperte dal segnale dove non si è attuata a pieno la Dad. Un’esperienza da ripetere solo in casi di emergenza e mai così a lungo”.