Italia: 2 giugno nel segno dell’impegno condiviso

Vatican News

Marco Guerra – Città del Vaticano

L’Italia celebra la Festa della Repubblica con un programma ridotto in osservanza delle misure anti-Covid, ma con uno spirito di rilancio e condivisione espresso dai vertici delle istituzioni e dalle forze politiche parlamentari.

Mattarella: guardare con fiducia al futuro

“La comunità nazionale, che intraprende il delicato percorso verso il definitivo superamento del periodo emergenziale, celebra quest’anno la ricorrenza del 2 giugno nel segno dell’impegno collettivo per il rilancio del Paese e della ricerca di nuove prospettive di sviluppo e modernizzazione”, scrive il presidente italiano, Sergio Mattarella, in un messaggio ai Prefetti d’Italia. “Se ora possiamo guardare con maggiore fiducia al futuro, è soprattutto grazie alla ricchezza di risorse che il Paese ha saputo trovare o riscoprire e all’apporto unitario che ciascuno, non senza sacrificio, ha offerto”, aggiunge il capo dello Stato.

Le celebrazioni

Le celebrazioni si sono aperte ieri, alla presenza del Presidente della Repubblica, con l’inno d’Italia e il successivo concerto eseguito dall’orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, su un grade palco tricolore montato nel cortile d’onore del Quirinale. In questa cornice anche la performance del ballerino classico Roberto Bolle. Oggi, alle ore 10, Mattarella si è poi recato all’Altare della Patria per deporre una corona d’alloro, mentre in cielo le Frecce tricolore hanno lasciato la scia bianca, rosso e verde della bandiera italiana. Un momento suggestivo a cui hanno partecipato i presidenti di Senato e Camera, Elisabetta Casellati e Roberto Fico, il presidente del Consiglio, Mario Draghi, il presidente della Corte Costituzionale, Giancarlo Coraggio, il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, e il capo della Polizia, prefetto Lamberto Giannini. Alla cerimonia non è seguita la tradizionale parata delle forze armate e dei gruppi civili in via dei Fori imperiali, a causa delle restrizioni contro la pandemia, sostituita da un presidio statico.

Un 2 giugno ricco di significati e similitudini

Il 2 giugno del 1946 viene ricordato come un crocevia fondamentale dell’Italia, perché gli italiani furono chiamati a scegliere, tramite un referendum popolare, tra monarchia e repubblica. Per la prima volta nella storia del Paese si recarono alle urne anche le donne, grazie al suffragio universale. Gli italiani vedono in questa ricorrenza i valori della Costituzione repubblicana, in quel 2 giugno di 75 anni fa si votò infatti anche per l’Assemblea costituente che poi scrisse la Carta costituzionale. E a tre-quarti di secolo di distanza molti analisti mettono in risalto le similitudini tra quella situazione postbellica, in cui partiti e le diverse culture politiche furono chiamati all’impegno comune della ricostruzione e delle riforme, e l’attuale momento storico che vede un governo di unità che è investito del compito di far ripartire un’Italia, pesantemente provata dalla pandemia. Gli osservatori fanno poi notare che la classe politica di allora mise le basi per il futuro della Nazione anche grazie al Piano Marshall, mentre quella attuale dovrà mettere a frutto i fondi del piano Next generation Eu, per creare occupazione, sviluppo e integrazione.

Amato (Croce Rossa): senso di rinascita dopo anno difficile

La voglia e la consapevolezza di contribuire alla ripresa del Paese, traspare anche dalla testimonianza offerta a Vatican News dall’infermiera volontaria e vice-ispettrice della Croce Rossa di Roma, Emanuela Amato: “In virtù di questo anno difficilissimo, essere presenti al presidio statico delle forze armate per noi è stata una gioia infinita e ci ha dato un senso di rinascita del nostro Paese”.

Ascolta l’intervista a Emanuela Amato

Aumentano i volontari

La Croce Rossa è stata in prima linea nell’emergenza sanitaria di questo ultimo anno e mezzo, affrontando situazioni che la vice-ispettrice Amato definisce difficili e complicate, “ma anche ricco di emozioni forti, che ci hanno permesso di fare del nostro meglio”. I segnali di speranza arrivano anche dalla “buona risposta della cittadinanza”, “al di là delle tante manifestazioni di affetto – spiega ancora la volontaria della Croce Rossa – ci sono stati anche tanti giovani che si sono avvicinati al volontariato”.

La riconoscenza della popolazione

La cornice del 2 giugno con le sue celebrazioni pubbliche serve quindi a far conoscere l’impegno di tante realtà civili e militari e a contaminare il senso civico dei cittadini che si sentono rappresentati da esse, ricorda infine Emanuela Amato: “Queste manifestazioni sono importanti, abbiamo notato una grande gratitudine da parte della popolazione. Quando eravamo fermi al presidio la gente passava e ci diceva: ‘ grazie per tutto quello che fate’. Queste manifestazioni le condividiamo con le persone che contribuiscono al bene della nostra patria e questo per noi è il più grande riconoscimento che possa esserci”.