Marina Tomarro – Città del Vaticano
Torna, l’esposizione internazionale “100 Presepi in Vaticano”, una mostra che raccoglie opere realizzate da artisti di tutto il mondo. L’esposizione, promossa dal “Dicastero per l’Evangelizzazione”, si apre l’8 dicembre alle 16.00 sotto il colonnato sinistro di Piazza San Pietro e resta visitabile fino all’8 gennaio 2023, ogni giorno dalle ore 10.00 alle ore 19.00. L’ingresso è gratuito e non è prevista la prenotazione. Quest’anno vengono esposti 120 presepi, provenienti da vari Paesi europei, tra cui l’Ucraina, l’Ungheria e la Slovenia. I presepi sono realizzati con materiali molto diversi, come carta di giornale, stoffa, sughero, legno, ceramica e terracotta. In larga parte, sono state le sfide e le crisi della contemporaneità a toccare la sensibilità e la fantasia dei presepisti. Vengono esposti, infatti, anche presepi ambientati in zone di guerra, come quello realizzato in Ucraina da suor Teodosia Polotniuk, dell’esarcato di Donetsk. Al centro dell’opera, la Natività ricreata nei sotterranei di una struttura che ricorda lo stabilimento metallurgico di Azovstal’, a Mariupol. La mostra propone quest’anno anche manufatti che riportano in primo piano l’emergenza climatica e la tragedia delle migrazioni nel Mediterraneo, come quello realizzato dalla Fondazione romana Villa Maraini Onlus, una casa di recupero per ragazzi tossicodipendenti.
Una grande opera di evangelizzazione
Quella dei “Cento Presepi in Vaticano” è una tradizione che si rinnova ogni anno con crescente interesse. L’arcivescovo Rino Fisichella, delegato del Papa per l’organizzazione del Giubileo 2025, sottolinea che lo scorso anno si sono registrate oltre 190 mila presenze. Sono soprattutto famiglie e bambini che visitano questa mostra. Negli anni questa manifestazione è cresciuta perché il Natale e il presepe “parlano soprattutto al cuore delle persone”.
Monsignor Fisichella riprendendo le parole scritte da dl Papa nella lettera apostolica Admirabile signum ricorda che non è importante il modo con cui viene allestito il presepe. “Può essere sempre uguale o modificarsi ogni anno; ciò che conta – si legge nella lettera apostolica firmata nel 2019 a Greccio da Papa Francesco – è che esso parli alla nostra vita”. Il messaggio che si deve ricevere, spiega monsignor Rino Fisichella, è proprio questo: “in che modo il Natale parla alla nostra vita”. In questa quinta edizione, aggiunge l’arcivescovo, la mostra si apre con un presepe sull’Ucraina. E si conclude con un presepe realizzato in questo territorio scosso dalla guerra. Il presepe, sottolinea infine monsignor Fisichella, è “una grande opera di evangelizzazione” e risponde al desiderio di conoscere meglio la nostra fede. C’è un fascino particolare legato alla Natività “che suscita meraviglia, stupore e anche desiderio di mettere la propria vita a disposizione degli altri”.