In un libro i discorsi alla Centesimus Annus di Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco

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Il volume presentato oggi, 6 giugno, nell’ambito della conferenza internazionale “La memoria per costruire il futuro: Pensare ed agire in termini di comunità” che celebra i 30 anni della nascita della fondazione pontificia. La presidente Tarantola nell’introduzione: quelli dei Papi sono messaggi densi di indicazioni e linee guida sul percorso da intraprendere per un mondo migliore

Tiziana Campisi – Città del Vaticano

Raccoglie i 25 discorsi che Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Papa Francesco hanno rivolto alla Fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice il libro “Trenta anni di messaggi papali alla Centesimus Annus Pro Pontifice”, della Edizioni Dehoniane Bologna, presentato stamani in Vaticano, nell’Aula Nuova del Sinodo, in occasione della conferenza internazionale “La memoria per costruire il futuro: “Pensare ed agire in termini di comunità”. L’evento è stato organizzato per il 30.mo anniversario della nascita della fondazione pontificia istituita da Papa Wojtyla il 5 giugno 1993 insieme a imprenditori, accademici e professionisti laici cattolici allo scopo di promuovere la dottrina sociale della Chiesa. “Da questi messaggi – scrive nell’introduzione la presidente della Fondazione, Anna Maria Tarantola – emerge con forza la continuità di pensiero dei tre papi che, pur avendo vissuto in contesti fortemente diversi, hanno tutti evidenziato l’importanza del quotidiano impegno dei laici ad operare secondo i principi della Dottrina sociale della Chiesa che sono il fattore vincente nella lotta contro la povertà, le diseguaglianze e le guerre”.

L’invito alle imprese ad operare per il bene comune

La pubblicazione raccoglie solo i discorsi tenuti dai tre pontefici nelle udienze private ai partecipanti alle Conferenze internazionali tenute dalla Fondazione la cui lettura, afferma la presidente della Centesimus Annus, “è emozionante ed altamente formativa”, perché messaggi “densi di indicazioni e di linee guida sul percorso da intraprendere per la realizzazione di un mondo migliore” che richiamano “alla pace, all’etica, alla democrazia, alla solidarietà e allo sviluppo di un modello economico non solo di crescita quantitativa ma di produzione di benessere per tutti attraverso l’armonizzazione delle esigenze di mercato con quelle del bene comune”. A firmare la prefazione del volume il presidente dell’Apsa, l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, monsignor Nunzio Galantino, che evidenzia le “due caratteristiche peculiari della Fondazione”: l’apostolato laico e la vicinanza ai pontefici. Il presule spiega nei discorsi di Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco emergono “gli spazi che devono essere abitati e i luoghi nei quali va spesa la presenza di soci appartenenti alla Centesimus Annus” e che “particolare attenzione viene riservata alle ‘molte forze imprenditoriali e finanziarie moralmente sane, ricche di creatività, desiderose di potersi esprimere secondo le migliori potenzialità’”. Più dettagliatamente, monsignor Galantino fa notare che “tutti e tre i papi sottolineano a più riprese la necessità di cambiare modello” di crescita e che Francesco esorta a “conseguire un mondo più giusto, più equo, inclusivo, solidale e integralmente sostenibile, rispettoso del creato. “Quindi operare per il bene comune è l’obiettivo cui devono tendere tutti gli aderenti – sottolinea il presidente dell’Apsa – in qualsiasi luogo o organizzazione si trovino a lavorare”. Per monsignor Galantino questo è possibile “solo coltivando scelte aperte alla collaborazione con tutti e per il bene di tutti”.