Adélaïde Patrignani – Città del Vaticano
L’appello di Papa Francesco all’ecologia integrale non li ha lasciati indifferenti. Nel Canton Vallese, nel Sud della Svizzera, dove si cresce tra montagne e vigneti, alcuni giovani cattolici hanno voluto far risuonare il messaggio del Pontefice attraverso lo strumento dell’arte. Benjamin Bender e Guillaume Délèze hanno entrambi 23 anni. Il primo è un attore professionista, il secondo studia filosofia e musicologia all’università di Friburgo e compone al pianoforte da ormai una decina d’anni. Ognuno di loro ha messo in pratica i propri talenti per dare un carattere particolare alla Laudato si’.
Genesi di uno spettacolo
I progetti dei ragazzi iniziano a prendere forma già prima della pandemia. Nel Vallese molti giovani cattolici infatti frequentano la rete “DJP” – Déjeune qui prie – che fin dal 1997 propone un incontro il sabato mattina per recitare le Lodi e poi fare colazione tutti insieme, sulle orme dei primi cristiani. Gli incontri del DJP si svolgono nella diocesi di Sion, ma comprendono anche altri eventi come il Festival Open Sky, che si svolge ogni due anni nella cittadina di Fully e arriva ad accogliere circa 1.500 giovani cattolici per alcuni giorni di preghiera, concerti e testimonianze. In occasione dell’ultima edizione del 2019, uno spettacolo amatoriale ha voluto ripercorrere la vita del beato Pier Giorgio Frassati. Il successo ottenuto da questa rappresentazione ha indotto a programmare un nuovo spettacolo per l’edizione successiva del festival, nel 2021, cioè proprio nell’Anno Laudato si’, indetto da Papa Francesco, perciò il tema e il titolo dello spettacolo sono arrivati di conseguenza. “Ci siamo trovati di fronte a una sfida incredibile – ammette Benjamin -. Dovevamo produrre arte a partire da un testo teorico, da un’enciclica e non ci rimaneva che affrontarla in modo concreto”. I giovanissimi autori sono andati subito alla ricerca di coloro che la Laudato si’ la mettono in pratica tutti i giorni e hanno rintracciato un monaco dell’abbazia cistercense di Hauterive e un cestaio, personaggi dello spettacolo a tutti gli effetti. Poi la pandemia ha un po’ scombinato il progetto. L’edizione 2021 del Festival Open Sky è stata rimandata, ma afferma Benjamin “questo ci ha dato un po’ più di tempo per approfondire meglio quello che volevamo far passare come messaggio”. Il lavoro di scrittura del pezzo ha impegnato il gruppo per un anno e mezzo. Nel corso dei mesi la troupe è aumentata, arricchendosi di nuovi talenti e ora comprende una decina di attori, i figuranti, un coro di giovani del villaggio di Bramois e i volontari: in totale, oltre una trentina di giovani tra i 16 e i 22 anni.
Evangelizzare attraverso la musica
Il gruppo costituito da Guillaume invece è più piccolo, otto ragazzi tutti vallesi, ma il dinamismo e l’ambizione non mancano. I componenti, ciascuno dei quali suona sia strumenti tradizionali sia strumenti più moderni, si sono conosciuti nel gruppo parrocchiale che anima la Messa una volta al mese. Poi hanno deciso di fondare Écho, con il puro scopo di portare in giro il Vangelo. “Nelle nostre canzoni vogliamo parlare della nostra fede nel modo in cui si potrebbe parlarne anche a persone atee o che non hanno mai sentito nominare Dio”, sostiene Guillaume. Nella loro prima canzone hanno voluto affrontare il tema dell’ecologia. Il giovane ha studiato approfonditamene il documento del Papa e ha scritto il testo della canzone partendo da ciò che lo aveva maggiormente colpito. Anche in questo caso, la pandemia ha modificato le tappe inizialmente previste; ma Covid o meno, il principale ostacolo rimane “l’agenda di ogni singolo partecipante”, osserva Guillaume. Nonostante tutto, i giovani hanno avuto tanti incoraggiamenti riguardo al loro progetto e questo è un grande stimolo a perseverare, tanto più che sono in preparazione già altre canzoni”.
Il cammino di santità
Non c’è vanagloria dietro le imprese artistiche dei giovani vallesiani, quanto più il desiderio di raggiungere il cuore delle persone proprio in questo momento in cui le sfide ambientali e sociali bussano alla porta del tranquillo cantone elvetico. Mente i valori tradizionali sono bistrattati, la Chiesa vuole indicare parametri di riferimento e aprire orizzonti audaci a partire dal Vangelo. “La Laudato si’ non è soltanto un bello scritto del Papa: è un appello rivolto a tutti noi”, spiega Benjamin. “Questa enciclica è un patrimonio. Non basta leggerla, bisogna metterla in pratica. La montagna dà da vivere a tanta gente, nel Vallese, ma la stiamo distruggendo…Allo stesso modo, bisogna rivalutare le ricchezze che ci trasmettono gli anziani, per raggiungere una maggiore sobrietà anche nei comportamenti; la nostra è una terra in cui i legami intergenerazionali pur rimanendo forti, hanno la tendenza ad allentarsi”. Benjamin insiste sul coinvolgimento di tutti per realizzare l’ecologia integrale di cui parla il Papa. “I giovani si impegnano molto, ma è necessaria un’azione condivisa”, sottolinea, constatando anche che “nella Chiesa e tra gli adulti le cose spesso si trascinano un po’ …”. Approfondire questo impegno è perciò segno di un vero cammino di fede: “Si avvicina al concetto della santità della porta accanto, e cioè prendersi cura del nostro prossimo, delle nostre relazioni, di quello che ci circonda …”, aggiunge ancora il ragazzo. “La santità della porta accanto”, quella della quale parla il Papa nell’Esortazione apostolica Gaudete et exsultate: questa testimonianza sta particolarmente a cuore a Florian, altro giovane attore del gruppo. I musicisti di Écho, di cui alcuni, come Guillaume, hanno partecipato anche allo spettacolo musicale di Benjamin – si sono dati tre obiettivi: “fare bella musica, portare un messaggio di fede e potere aiutare con il denaro e non solo chi ne ha più bisogno”. Le opere prodotte sono al momento diffuse tramite YouTube, ma i giovani vorrebbero vendere la loro musica per raccogliere fondi per le associazioni che si occupano di ambiente. Per questo hanno creato l’etichetta “Dreamsailer Music”, che comprende il gruppo Écho e altri progetti musicali gestiti da Guillaume, con questo scopo caritativo.
Prospettive nuove e incoraggianti
Finalmente, dopo mesi di impegno paziente e creativo, i sogni di questi audaci ragazzi iniziano a realizzarsi. Lo scorso ottobre è uscito il primo titolo di Écho, “Harmonie”, con una clip girata nel panorama roccioso e verdeggiante della Valle del Rodano, che da solo riesce a darci un assaggio della bellezza della Creazione. Quattro ragazze, le cantanti, un violino, un trombone, un pianoforte e una batteria: il gruppo è piuttosto variegato, ma il titolo preannuncia il risultato: sintonia, insieme, equilibrio, in una parola “armonia” appunto, di cui il gruppo dei musicisti è testimonianza con freschezza e dinamismo. La stessa armonia che Francesco ci invita a ricercare con il Creato. Il 12 e 13 aprile scorsi, “La Coloc M.C.” (“Il Coinquilino della Casa comune”) è stato presentato da Benjamin e dalla sua troupe in un posto tanto atipico quanto simbolico, se si parla di ecologia integrale: un magazzino di frutta vicino a Riddes, proprio in mezzo ai frutteti. Le decorazioni del magazzino sono sobrie e sono fatte con materiali riciclati o di recupero. “Ci siamo ancorati a una realtà sostenibile, e questo ci permette anche di favorire le realtà locali”, spiega Benjamin. Oltre 250 spettatori per ciascuna rappresentazione: un pubblico “davvero entusiasta”, visibilmente colpito da questi giovani impegnati nella Chiesa e reattivi di fronte ai problemi attuali. “Non abbiamo solo fatto teatro o rappresentato uno spettacolo: questa è veramente un’avventura umana – continua il giovane attore vallese, rimarcando anche che molti dei suoi compagni sono maturati nel corso di questo progetto -; tutti sono pronti a ripartire per l’avventura, ma al momento non c’è ancora un progetto definito”. I giovani al termine di questa esperienza concordano su una cosa: ben presto anche altri raccoglieranno la chiamata della Laudato si’ per metterla in pratica. Non a caso, dopo la seconda rappresentazione è stato istituto un premio Laudato si’, volto a sostenere economicamente progetti di ecologia integrale nella regione. Christian Thurre, diacono permanente e delegato per l’ecologia della diocesi di Sion, ha assegnato il primo premio a un gruppo che ha l’intenzione di trasformare un terreno di 900m² in una zona di permacultura con un progetto di agricoltura sociale. Il secondo premio – il premio di incoraggiamento è stato assegnato proprio al gruppo Écho. La Chiesa vallesiana fa grande affidamento sulla creatività dei giovani perché il messaggio si incarni in una società che ha bisogno di testimoni appassionati e coerenti.