Il Rosario per il Libano. Pregare per la “resurrezione” del Paese in crisi

Vatican News

Antonella Palermo – Città del Vaticano

Pace e salvezza nel Paese dei Cedri: sarà questa l’intenzione di preghiera del “Rosario per il Libano” che si tiene il 24 luglio, alle 18.30, nella festa di San Charbel, monaco libanese. E’ una iniziativa organizzata dalla Pontificia unione missionaria (Pum) e dal Centro internazionale di animazione missionaria (Ciam), si svolge sia in presenza che on line. A Roma, un gruppo di fedeli si raccoglierà in preghiera presso la cappella del Ciam, al Gianicolo. E’ prevista la diretta streaming su YouTube e collegamenti con il Libano e con la Francia. A collaborare per l’evento è padre Rouphael Zgheib, direttore nazionale delle Pontificie opere missionarie in Libano; don Joseph Sfeir, parroco della parrocchia libanese maronita a Roma, Pascale Debbané, coordinatrice regionale del Medioriente nella Sezione “Migranti e rifugiati” del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale della Santa Sede.

Finora offerti 230mila Rosari per la causa del Libano

Alla preghiera del Rosario moltissime persone stanno ricorrendo per aiutare il popolo libanese a superare la crisi in cui è piombato. Per questa causa 230mila Rosari sono già stati offerti. Dalla Giornata di Preghiera voluta da Papa Francesco in Vaticano con i leader delle comunità cristiane in Libano è nato un movimento internazionale di amici del Libano: in tutto il mondo sono invitati a recitare il Rosario per 33 giorni consecutivi, fino al 4 agosto, anniversario della esplosione che, un anno fa, devastò il porto e la città di Beirut. La preghiera mariana si potrà recitare ogni giorno alle 19.30, ora italiana, secondo speciali intenzioni disponibili sul sito web www.33jours.com. Si può ad esempio rivolgere un pensiero speciale per il risanamento della situazione economica e politica; per i poveri; per la professione medica; per i bambini del Libano; per i disoccupati. 

La preghiera, arma semplice ma efficace

L’iniziativa a Roma “vuole sostenere la preoccupazione del Santo Padre in questa situazione travagliata” che il Libano sta vivendo “dal punto di vista sociale, economico ma anche religioso”, spiega padre Dinh Nhue Nguyen OFM Conv., Segretario generale della Pum. “Abbiamo pensato alla preghiera del Rosario in un giorno peculiare, simbolico, quello della festa di San Charbel. La preghiera è azione concreta. E’ arma dei poveri, di coloro che hanno Dio solo come loro difensore. E’ un’arma semplice ma efficace, nella prospettiva della fede”, sottolinea. Il valore di questa preghiera, alla luce del desiderio di Francesco di visitare il Paese? “Noi offriamo tutto nelle mani del Signore. Auspichiamo che davvero il Paese riprenda un percorso di resurrezione e ci auguriamo una nuova era di fraternità in Cristo e che i dirigenti e la gente là trovino una soluzione di pace e per lo sviluppo del Paese secondo anche quanto desiderato dal Papa”. 

Ascolta l’intervista a padre Nguyen

Crollo della lira, accesso all’acqua a rischio

Soltanto per le spese alimentari le famiglie libanesi spendono cinque volte il valore del salario minimo: il dato è contenuto in uno studio condotto dall’Osservatorio della crisi libanese dell’Università americana di Beirut (Aub). E’ la peggiore crisi economica degli ultimi decenni. La lira libanese ha perso più del 90% del suo valore e il potere d’acquisto degli stipendi locali è crollato: lo stipendio minimo di 675 mila lire libanesi nel 2019 valeva 450 dollari, oggi ne vale 30. Più di 4 milioni di persone, tra cui un milione di rifugiati, sono a rischio immediato di perdere l’accesso all’acqua sicura in Libano.

Con la rapida escalation della crisi economica, la carenza di fondi, di carburante e di beni come il cloro e i pezzi di ricambio, l’UNICEF stima che la maggior parte dei sistemi di pompaggio dell’acqua cesserà gradualmente di funzionare in tutto il Paese nelle prossime quattro- sei settimane.  “Se non si interverrà con urgenza, ospedali, scuole e strutture pubbliche essenziali non potranno funzionare e oltre quattro milioni di persone saranno costrette a ricorrere a fonti d’acqua non sicure e costose, mettendo a rischio la salute e l’igiene dei bambini”, denuncia ancora l’Unicef. Intanto per il 4 agosto il presidente francese Macron ha convocato una nuova Conferenza internazionale dei donatori per stanziare fondi in aiuto al Libano.