Il re di Giordania in udienza da Papa Francesco

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Venti minuti di colloquio tra il Pontefice e il sovrano del Regno hashemita Abdullah II, accompagnato dal seguito. Tra i due una lunga conoscenza

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È durato circa 20 minuti il colloquio privato del Papa, questa mattina 2 maggio, con il Re della Giordania Abdullah II ricevuto in udienza nel Palazzo Apostolico vaticano con il seguito. Un dialogo molto cordiale, ha riferito il direttore della Sala Stampa vaticana, Matteo Bruni, tra Francesco e il sovrano del Regno Hashemita, con il quale c’è una lunga conoscenza, iniziata dal primo incontro nel 2014 in occasione del viaggio di Francesco in Terra Santa che aveva previsto anche una tappa ad Amman.

Papa Francesco e il re di Giordania

I doni

Come tradizione, al termine dell’udienza, dopo la presentazione e il saluto alla delegazione, Papa Francesco e Re Abdullah si sono scambiati alcuni doni. Il Papa ha consegnato al sovrano un quadro in mosaico raffigurante la “Benedizione Papale in Piazza San Pietro”, opera dei mosaicisti dello Studio del Mosaico vaticano. Poi i volumi dei documenti del suo magistero e il Messaggio per la Giornata mondiale della Pace del 2024. Il Re ha invece ricambiato con una scultura in metallo composta di lettere arabe.

L’incontro con Gallagher a marzo

Sua Maestà aveva ricevuto nel marzo scorso in udienza presso l’Al Husseiniya Palace il segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni internazionali, monsignor Paul Richard Gallagher, nell’ambito del viaggio del presule in Giordania. In quella occasione, oltre a ricordare l’amicizia tra il Papa e il Re, era stato rimarcato quanto siano eccellenti le relazioni diplomatiche tra la Giordania e la Santa Sede, che in trent’anni hanno portato frutti di collaborazione e di accresciuta stima reciproca. Oltre a condividere la seria preoccupazione per la situazione a Gaza, l’auspicio per un cessate il fuoco immediato e la necessità di soccorrere la popolazione palestinese, durante l’udienza con Gallagher era stata ribadita l’importanza cruciale di rispettare lo status quo nei Luoghi Santi a Gerusalemme, città santa per le tre grandi religioni monoteistiche, soprattutto durante Santo Mese del Ramadan.