Antonella Palermo e Christine Seuss – Città del Vaticano
“Abbiamo bisogno di una Chiesa fraterna che sia strumento di fraternità per il mondo”. E’ il messaggio risuonato nella cattedrale maronita di Nicosia dove il Papa ha incontrato il clero, i religiosi e i movimenti ecclesiali di Cipro. “Si può discutere sulle visioni, su sensibilità e idee diverse. E in certi casi dirsi le cose in faccia con franchezza aiuta, è occasione di crescita e cambiamento. Ma ricordiamo sempre: si discute non per farsi la guerra, non per imporsi, ma per esprimere e vivere la vitalità dello Spirito, che è amore e comunione”, ha precisato Francesco. Un discorso, il primo in questo suo 35° viaggio apostolico, preceduto dall’indirizzo di saluto del Patriarca Raï.
Raï: i valori della riconciliazione prevalgano sulla divisione
Il cardinale Béchara Boutros Raï, Patriarca di Antiochia dei maroniti, si rivolge al Papa esprimendo – anche a nome dei confratelli vescovi dal Libano in rappresentanza del Sinodo patriarcale e dei superiori generali dell’ordine libanese maronita – l’apprezzamento e la gratitudine per la sua presenza in terra cipriota. La definisce “nostra travagliata regione” e considera la visita del Pontefice “un messaggio forte affinché i valori della pace e della riconciliazione prevalgano sulla divisione, sull’odio e sulla guerra”.
Francesco “è il più ardente sostenitore del rispetto della persona, della dignità umana e della convivenza armoniosa ma purtroppo – osserva Raï – qui nell’isola c’è ancora una triste divisione con l’aspettativa di una soluzione di riunificazione pacifica, giusta e durevole”. Accennando alla presenza millenaria dei maroniti sull’isola, il Patriarca ha sottolineato che, dopo il 1974 e la divisione dell’isola, il loro numero si aggira intorno a 7mila fedeli che “pregano per la pace e il ritorno nella terra dei loro padri” e cita i villaggi di Ayia Marina, Karpashia, Kormakiti, Asomatos. Ha inoltre evidenziato le solide relazioni dei maroniti con la Chiesa ortodossa e con tutte le altre comunità dell’isola, nonché gli ottimi rapporti con la Presidenza della Repubblica e il Corpo diplomatico.
La collaborazione tra maroniti, latini, armeni
Maroniti, latini e armeni convivono portando avanti anche progetti comuni. Ne parla a Vatican News, Antonella Mantovani, deputato del Parlamento cipriota, in rappresentanza del popolo latino, nella sostanza una sorta di organo consultivo, tra la comunità e il governo. Si occupa di questioni educative, culturali e religiose. Ai nostri microfoni, precisa che il governo ha rafforzato questa cooperazione tra rappresentanze e Stato con l‘introduzione di un commissario per aiutare il lavoro del rappresentante con i ministeri ed altri enti governativi. “Per la Chiesa offro i miei servizi di consulenza, quando sono richiesti”, dice.
C’è un rappresentante al Parlamento per ciascuna comunità: maronita, latina, armena. “Qualche volta ci sono progetti comuni – dice la Mantovani – per esempio siamo ora impegnati nella produzione di brevi film per la tv statale”. Anche lei si sofferma sulla consistente diminuzione, dal 1561 con la conquista ottomana, della popolazione di Cipro. “Gli europei cattolici hanno ricominciato a tornare a Cipro durante XVIII, XIX e la prima parte del XX secolo: un popolo di mercanti, medici, infermieri, agenti marittimi e vari professionisti. Sono questi la base della comunità latina attuale che – dice – contribuisce al patrimonio culturale di Cipro, ben integrata nella società. Organizziamo eventi socio-culturali e lavoriamo su diversi programmi. Stiamo per esempio attuando un lavoro di archivio dell’intera comunità”.
L’opera educativa e caritativa
Così come è stato messo in risalto dalle testimonianze nell’incontro tra il Papa e i religiosi, il contributo della comunità cattolica per l’isola è molto importante soprattutto in ambito educativo. La deputata cita l’esempio del Collegio Terrasanta a Nicosia, la più antica istituzione educativa di Cipro fondata nel 1646 dai francescani di Terrasanta. “Le scuole continuano ad offrire tutti i livelli di istruzione che hanno peraltro portato sull’isola la cultura europea attraverso lo studio delle lingue. Cercano di preparare i giovani al mondo universitario”. Inoltre, vengono illustrate le opere delle diverse associazioni che sostengono i migranti indipendentemente dalla loro provenienza o religione. Ne nomina qualcuna: da quelle che offrono corsi di lingua, cibo, abbigliamento a quelle che sostengono i lavoratori stranieri.
Qui intervengono le suore dell’Ordine di San Giuseppe dell’apparizione, di cui si è fatta portavoce dinanzi al Papa suor Perpetua. La religiosa ha parlato del carisma dedicato a ricostruire la dignità umana dei migranti che spesso devono sopportare anche abusi fisici e psicologici. Ci sono realtà associative che – continua Mantovani – offrono consulenza per la ricerca di lavoro e che prima della pandemia da Covid offrivano anche alloggi temporanei. Emerge, dunque, una realtà operosa, assistita al bisogno dalla rappresentanza parlamentare. “E’ l’intero popolo di Cipro ad essere felice di accogliere il Santo Padre sull’isola – conclude Mantovani – perché è un messaggio di speranza e ci aiuta nella consapevolezza che siamo anche noi nei pensieri della grande Chiesa cattolica”.