L’appello di Francesco, all’Angelus, perché si fermi l’ondata di violenza nel Paese dei Caraibi. Il Pontefice invoca il “sostegno rinnovato della Comunità internazionale”, mentre non dimentica altri scenari di guerra: nella Repubblica Democratica del Congo, in Terra Santa e nella “martoriata Ucraina”. La preghiera affinché “cessino al più presto le ostilità che provocano immani sofferenze nella popolazione civile”. Il saluto, inoltre, ai fedeli musulmani che stanno per cominciare il Ramadan
Antonella Palermo – Città del Vaticano
Papa Francesco, dopo la preghiera mariana domenicale dal Palazzo apostolico, esprime “preoccupazione e dolore la grave crisi che colpisce Haiti e i violenti episodi avvenuti negli ultimi giorni” e si dice vicino alla Chiesa e al “caro popolo” da anni provato da molte sofferenze.
Vi invito a pregare, per intercessione della Madonna del Perpetuo Soccorso, perché cessi ogni sorta di violenza e tutti offrano il loro contributo per far crescere la pace e la riconciliazione nel Paese, con il sostegno rinnovato della Comunità internazionale.
Un Paese paralizzato
I residenti della capitale di Haiti hanno cercato di mettersi in salvo in seguito all’ultima ondata di violenza tra bande. Un gruppo delle Nazioni Unite ha lanciato l’allarme di una “citta’ sotto assedio” dopo che gli aggressori armati hanno preso di mira il palazzo presidenziale e la sede della polizia. I gruppi criminali, che già controllano gran parte di Port-au-Prince e le strade che portano al resto del Paese, hanno scatenato il caos negli ultimi giorni nel tentativo di spodestare il Primo Ministro, Ariel Henry, dalla guida del Paese più povero dell’emisfero occidentale. La polizia e le guardie di palazzo stanno lavorando per riconquistare alcune strade della capitale dopo che le bande hanno lanciato attacchi massicci ad almeno tre stazioni di polizia. I leader dei Caraibi hanno lanciato un appello per una riunione di emergenza lunedì in Giamaica su quella che hanno definito la “terribile” situazione di Haiti. Il porto principale di Port-au-Prince ha chiuso i battenti, bloccando decine di container pieni di cibo e forniture mediche in un momento in cui, secondo i funzionari Onu, metà degli oltre 11 milioni di abitanti del Paese non ha abbastanza da mangiare e 1,4 milioni stanno morendo di fame.
Più di 15mila persone costrette a fuggire
Decine di persone sono state uccise e più di 15.000 sono state costrette ad abbandonare le loro case da quando sono iniziati gli attacchi coordinati delle bande il 29 febbraio, mentre il Primo Ministro Ariel Henry si trovava in Kenya per sollecitare l’invio di una forza di polizia dal Paese dell’Africa orientale, sostenuta dalle Nazioni Unite, per combattere le bande ad Haiti. “È una situazione piuttosto brutta”, ha dichiarato Mike Ballard, direttore dell’intelligence di Global Guardian, una società di sicurezza internazionale con sede in Virginia. “Le bande stanno cercando di riempire un vuoto di potere”. Le scuole, le banche e la maggior parte delle agenzie governative rimangono chiuse. Anche le stazioni di servizio hanno chiuso e i pochi che possono permettersi di pagare 9 dollari al gallone – più del doppio del prezzo normale – si sono riversati sul mercato nero.
Pregare per la pace in RDCongo, in Terra Santa, in Ucraina
Nelle parole del Papa anche il ricordo dell’inizio del Ramadan, stasera, per “i fratelli musulmani”. A tutti loro il Pontefice esprime a tutti la sua vicinanza.
E mentre saluta “con affetto la comunità cattolica della Repubblica Democratica del Congo a Roma”, invita ancora una volta a pregare per la pace. Pace in questo Paese africano, “come pure nella martoriata Ucraina e in Terra Santa”.
Cessino al più presto le ostilità che provocano immani sofferenze nella popolazione civile.
E proprio alla vigilia del Ramadan, e nel mezzo di una mobilitazione internazionale per inviare aiuti umanitari alla popolazione civile assediata e minacciata dalla fame, lo scenario del conflitto in Medio Oriente è ancora infiammato. L’esercito israeliano ha nuovamente sganciato bombe su Gaza, uccidendo decine di persone Nell’ambito di un corridoio umanitario marittimo annunciato dall’Unione Europea, la prima nave carica di aiuti partirà da Cipro alla volta del territorio palestinese.
Secondo Hamas, finora sono 31.045 le vittime, la maggior parte dei quali civili, nell’offensiva militare su larga scala condotta da Israele come rappresaglia per un sanguinoso attacco del 7 ottobre. Sempre secondo le autorità di Hamas, almeno 85 palestinesi sono morti nelle ultime 24 ore in più di 60 attacchi notturni, che hanno colpito anche abitazioni nel centro e nel sud di Gaza, soprattutto a Khan Younès.
In Ucraina orientale, un attacco missilistico russo nella regione di Dnipropetrovsk, ha colpito un’azienda. Intanto, “La Russia ha iniziato a utilizzare una potente bomba aerea che ha decimato le difese ucraine e ha spostato l’equilibrio in prima linea. Lo ha fatto convertendo un’arma basilare dell’era sovietica in una bomba planante che può provocare un cratere largo quindici metri”. Lo riferisce la Cnn.