Il Papa: sviluppare l’archeologia cristiana per rivivere la fede delle origini

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Adriana Masotti – Città del Vaticano

“Il suo esempio merita di essere riproposto per promuovere e sviluppare gli studi di archeologia cristiana, oltre che negli ambiti specialistici, anche nelle Università e negli Istituti in cui sono presenti gli insegnamenti di teologia e di storia del cristianesimo”. A scriverlo è Papa Francesco in una lettera indirizzata al cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura e del Consiglio di coordinamento tra Accademie Pontificie. L’occasione è l’odierna seduta pubblica delle Pontificie Accademie, giunta alla XXV edizione, che dopo il saluto del cardinale Ravasi, vede quello del segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin e la successiva lettura del messaggio del Papa. Momento centrale dell’evento, il conferimento del Premio delle Pontificie Accademie, attribuito annualmente a studiosi o a ricerche in campo archeologico. A conclusione dell’evento, la relazione dell’archeologo Massimiliano Ghilardi sul “Giovanni Battista de Rossi, fondatore della Archeologia Cristiana”.

I vincitori del Premio delle Pontificie Accademie

Nella lettera, Papa Francesco annuncia che quest’anno è “lieto di assegnare la Medaglia d’oro del Pontificato alla ricerca “The Machaerus Archaeological Excavations”, diretta dal professor Gyözö Vörös, membro della Hungarian Academy of Arts, i cui risultati sono raccolti in tre monumentali volumi concernenti la cittadella giordana prospiciente il Mar Morto”. Ad altri due studiosi il Papa assegna ex aequo, la Medaglia d’argento allo scopo di “incoraggiare gli studi archeologici sui monumenti paleocristiani”: sono Domenico Benoci, per la tesi su “Le iscrizioni cristiane dell’Area I di San Callisto”, e Gabriele Castiglia, per la monografia “Topografia cristiana della Toscana centromeridionale”.

La scoperta e lo studio delle prime testimonianze cristiane

La seduta pubblica delle Pontificie Accademie, dopo la pausa del 2021 a causa della pandemia, si tiene in coincidenza con l’avvio delle commemorazioni del bicentenario della nascita dell’archeologo Giovanni Battista De Rossi((1822-1894), fondatore della moderna archeologia cristiana e magister del Collegium Cultorum Martyrum. L’edizione di quest’anno è dunque dedicata allo studioso considerato, scrive il Papa, “il fondatore dell’archeologia cristiana moderna. Infatti, il suo contemporaneo Theodor Mommsen affermò che egli aveva elevato questa disciplina da mero passatempo di studiosi a vera scienza storica”. Il Papa descrive l’attività di De Rossi che aveva trovato grande incoraggiamento da parte di Papa Pio IX, che, il 6 gennaio 1852, istituì la Commissione di Archeologia Sacra, e da Leone XIII, “che lo volle ospite nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo nell’ultimo periodo della sua vita”. Leone XIII decise anche l’acquisto, da parte della Santa Sede, di alcuni terreni intorno alle catacombe principali, “così da preservare dall’attività edilizia quelle fondamentali testimonianze del cristianesimo della prima ora, alle quali il de Rossi ha consacrato i suoi studi e i suoi scavi”. A metà dell’800, grazie a de Rossi tornarono alla luce le catacombe di San Callisto e di Santa Cecilia avvicinando alla fede dei primi cristiani, attraverso le testimonianze archeologiche, specialisti e fedeli.

Un impegno vissuto come vera e propria vocazione

“Mediante lo studio comparato delle fonti documentarie e delle memorie archeologiche – scrive ancora il Papa – Giovanni Battista de Rossi scoprì molte tombe di martiri romani” e su di esse concentrò il suo interesse gettando “le fondamenta di una disciplina vivace e pronta a cogliere il messaggio proveniente dalle catacombe cristiane, intese come luoghi del riposo provvisorio in attesa della risurrezione”. Egli visse con passione degna di ammirazione, sottolinea Papa Francesco, quella che per lui era una vera e propria vocazione: scoprire e far conoscere sempre meglio la vita delle prime comunità cristiane di Roma, attraverso tutte le fonti possibili, cominciando proprio da quelle archeologiche ed epigrafiche”. Per questo il Papa, nel suo messaggio, conferma l’opportunità della scelta delle Pontificie Accademie di riproporre agli studiosi l’esempio di Giovanni Battista de Rossi, dedicando a lui l’edizione 2022 di questa iniziativa.