Il Papa: la teologia “compagna di strada” delle scienze. No a scontri tra culture ma dialogo

Vatican News

Francesco riceve in udienza i membri dell’International Network of Societies for Catholic Theology e sottolinea che il sapere teologico è necessario di fronte alle “sfide poste dal progresso tecno-scientifico” e prezioso nell’attuale cambiamento d’epoca “in società multietniche in continua mobilità, con interconnessione di popoli, lingue e culture diverse da orientare verso la costruzione di una convivenza nella pace e nella cura della casa comune”

Vatican News

“Fedeltà creativa alla tradizione”, “transdisciplinarietà”, “collegialità”: sono queste le tre “direttrici di sviluppo” per la teologia, chiamata ad essere “compagna di strada delle scienze e di tutti i saperi critici”, affinché “le differenti culture non giungano allo scontro ma, nel dialogo, diventino sinfonia”. È quanto Papa Francesco affemra nel discorso consegnato ai membri dell’International Network of Societies for Catholic Theology, ricevuti questa mattina, 10 maggio, in udienza in Vaticano. Si tratta di una rete che ha l’obiettivo di promuovere la teologia accademica e la ricerca teologica nei vari continenti attraverso la comunicazione tra società membri, progetti di ricerca e congressi, incoraggiando ecumenismo e dialogo tra le religioni.

Ministero prezioso

“La teologia è davvero un prezioso ministero ecclesiale, di cui abbiamo bisogno”, sottolinea Francesco. Essa è infatti “preziosa nel cambiamento d’epoca che stiamo vivendo, in società multietniche in continua mobilità, con interconnessione di popoli, lingue e culture diverse da orientare, con consapevolezza critica, verso la costruzione di una convivenza nella pace, nella solidarietà e nella fratellanza universale e nella cura della nostra casa comune”.

La teologia necessaria di fronte al progresso tecno-scientifico

C’è bisogno anche della teologia perché “le sfide poste dal progresso tecno-scientifico – pensiamo all’intelligenza artificiale – costringono oggi a ‘mettersi insieme’ per comprendere cosa è umano, cosa è degno dell’uomo, cosa nell’uomo è irriducibile, perché divino, cioè immagine e somiglianza di Dio in Cristo”, osserva il Pontefice. Indica quindi tradizione, transdisciplinarietà e collegialità come i tre “ingredienti” essenziali della vocazione del teologo cattolico nel cuore della Chiesa.

Tradizione, transdisciplinarietà, collegialità

“La Tradizione è vivente”, rimarca il Papa, perché incarna il Vangelo che “è sapienza di vita per tutti”; la transdisciplinarietà dei saperi, dunque, non è “una moda del momento”, ma “un’esigenza della scienza teologica” che “ascolta le scoperte degli altri saperi per approfondire le dottrine delle fede, mentre offre la sapienza cristiana per lo sviluppo umano delle scienze”. La responsabilità di tale “arduo” compito, sottolinea Francesco, “comporta anche la collegialità e sinodalità del cammino di ricerca”.

L’insegnamento di Benedetto XVI

È questo un servizio che non si può realizzare senza riscoprire “il carattere sapienziale della teologia”, aggiunge Francesco, citando Benedetto XVI quando “chiedeva giustamente a tutte le scienze di allargare i confini della razionalità scientifica in senso sapienziale”. Questo allargamento deve avvenire anche nella teologia, “perché sia sapere critico per la vita di ogni essere umano e del Popolo di Dio, unendo scienza e virtù, ragione critica e amore”. “La fede cattolica è fede che opera attraverso la carità, altrimenti è fede morta”, afferma il Pontefice. “La teologia sapienziale è, allora, teologia dell’amore”.