Il Papa alle Guardie Svizzere: insieme nel tempo libero, non isolarsi con pc o telefonino

Vatican News

Il Papa riceve i membri del Corpo, venuti con i familiari per la loro festa. Nel pomeriggio il giuramento di 34 nuove reclute. Dal Pontefice la raccomandazione ad alimentare la vita comunitaria con sport e gite a Roma, andando “controcorrente” rispetto all’abitudine di tanti giovani di stare “soli” con il computer o il cellulare. Sulla nuova caserma in progettazione: “Sarà un contributo al ricongiungimento delle famiglie disperse per mancanza di spazio”

Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano

Un grazie: “Per la presenza” e per il servizio quotidiano “generoso e solerte”. Una raccomandazione: “Coltivare attivamente e intensamente la vita comunitaria”, magari anche con gite a Roma o attività sportive, andando “controcorrente” rispetto alla tendenza dei giovani a “trascorrere il tempo libero da soli con il computer o il telefonino”. Una promessa: “La nuova caserma, attualmente in fase di progettazione, dovrebbe dare un importante contributo al ricongiungimento delle Guardie e delle loro famiglie, che attualmente sono costrette a vivere un po’ disperse per mancanza di spazio”. Papa Francesco riceve i membri dell’antico corpo della Guardia Svizzera Pontificia, insieme ai familiari venuti per la festa di oggi 6 maggio, giorno dell’anniversario del sacco di Roma (1527), in cui 189 Guardie Svizzere difesero Papa Clemente VII contro l’esercito di Carlo V. In questo stesso giorno, nel pomeriggio di oggi, 34 nuove reclute giureranno sulla bandiera del Corpo di proteggere e difendere il Pontefice in carica e tutti i successori anche a rischio della vita, così come fecero i loro antenati.

Uno servizio gentile, attento, scrupoloso

Per il Papa è un giorno, questo, “sempre atteso e gradito” perché occasione per esprimere pubblicamente la gratitudine “per la presenza e il servizio della Guardia Svizzera”.

Prima di tutto per la presenza: una presenza che si distingue per la qualità, per lo stile gentile, attento, anzi scrupoloso. E naturalmente poi per il servizio quotidiano, sempre generoso e solerte.

Atmosfera positiva nel Corpo

Gratitudine anche alle famiglie di questi giovani, “perché, se sono qui, e se sono ben educati, lo si deve anzitutto all’ambiente in cui sono cresciuti”, afferma il Pontefice. Che rivolgendosi alle stesse Guardie, si dice contento per “diversi aspetti positivi” riferitigli dai superiori. Anzitutto l’“ottimo spirito di Corpo”, poi la “atmosfera positiva e di rispetto in caserma”, “un comportamento cortese verso i superiori e gli ospiti, nonostante periodi a volte anche lunghi di servizio intenso e faticoso”, dovuti al fatto, ammette il Papa, “che siete numericamente un po’ al di sotto dell’effettivo”.

Dimostrate un alto livello di motivazione e di volontà di servire, e anche – questo mi rallegra molto – buoni rapporti tra di voi: fate escursioni insieme, trascorrete insieme i giorni di vacanza, uscite spesso in compagnia. E questo è molto bello!

Buone relazioni

La relazione è infatti “l’esperienza-chiave” per i cristiani e le buone relazioni sono “la strada maestra per la nostra crescita e maturazione umana e cristiana”. E la vita nella “famiglia allargata” della Guardia Svizzera, per almeno due anni di servizio, è dunque “un tempo così importante e formativo per voi”. “Non si tratta solo di un periodo di lavoro, ma di un tempo di vita e di relazione, di comunione intensa in una compagnia diversificata. Questa diversità e intensità di comunità e relazioni tra di voi nel vostro ambiente quotidiano della caserma costituisce per voi un aspetto essenziale e qualificante”, sottolinea Francesco.

La nuova Caserma e il ricongiungimento delle famiglie

In questa prospettiva parla della nuova caserma, attualmente in fase di progettazione, il cui progetto di riqualificazione e valorizzazione del Passetto di Borgo e di Porta Sancti Petri, nella Città del Vaticano, era stato presentato nel dicembre dello scorso anno. Un progetto ampio che prevede una particolare attenzione ai criteri di sostenibilità ecologica e di adeguamento sismico, una sensibilità alle istanze di tutela del patrimonio storico e archeologico dell’area e dell’impianto urbano circostante, nonché una nuova e più funzionale sistemazione dei locali, adeguati anche alle novità della riforma del Corpo avviata dallo stesso Papa Francesco nel 2018. Tra queste, l’estensione della facoltà di contrarre matrimonio (prima riservata agli ufficiali) a tutti i militi dopo i primi cinque anni di servizio.

La nuova caserma dovrebbe dare un importante contributo al ricongiungimento delle Guardie e delle loro famiglie, che attualmente sono costrette a vivere un po’ disperse per mancanza di spazio, e così anche al sostegno e al rafforzamento di questo legame e del senso di famiglia all’interno del Corpo.

“Andare controcorrente”

Invito del Papa è quindi “a coltivare attivamente la vita comunitaria”. Per farlo bisogna andare un po’ “controcorrente”, visto che “oggi è diffusa tra i giovani l’abitudine di trascorrere il tempo libero da soli con il computer o il telefonino”.

Pertanto dico anche a voi, giovani Guardie: andate controcorrente! Per favore, andate controcorrente! È meglio utilizzare il tempo libero per attività comuni, per conoscere Roma, per momenti di fraternità in cui raccontarsi e condividere, per lo sport…

“Queste esperienze – assicura il Pontefice – costruiscono dentro e vi accompagneranno per tutta la vita”.

La Messa del cardinale Parolin e il giuramento del pomeriggio

Prima dell’udienza con Papa Francesco, questa mattina, alle 7.30, le Guardie Svizzere hanno partecipato alla Messa presieduta dal cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, nella Basilica di San Pietro. Oggi pomeriggio, come detto, il giuramento nel Cortile di San Damaso alla presenza anche di una delegazione della Confederazione elvetica e del sostituto monsignor Edgar Peña Parra, in qualità di rappresentante del Papa. Proprio Peña Parra ha presieduto ieri pomeriggio i Vespri nella Chiesa “Santa Maria della Pietà in Campo Santo Teutonico”, a cui è seguita l’esposizione della corona in onore dei caduti del 6 maggio 1527 con conferimento delle onorificenze nella “Piazza dei Protomartiri Romani”.