La catechesi dell’udienza generale tutta dedicata alla tragica realtà delle tossicodipendenze in occasione dell’odierna Giornata mondiale Onu contro l’abuso e il traffico illecito di droga. La liberalizzazione del consumo di droghe come strategia per il suo contenimento “è una fantasia”, afferma Francesco, che indica la prevenzione come via prioritaria. E definisce gli spacciatori “assassini e trafficanti di morte”
Adriana Masotti – Città del Vaticano
“Di fronte alla tragica situazione della tossicodipendenza di milioni di persone in tutto il mondo, di fronte allo scandalo della produzione e del traffico illecito di tali droghe, non possiamo essere indifferenti”. In occasione della Giornata mondiale contro l’abuso e il traffico illecito di droga che ricorre oggi, Francesco dedica a questa piaga sociale la catechesi all’udienza generale di questo mercoledì, 26 giugno, in piazza San Pietro. Tema della Giornata istituita dall’Onu nel 1987 è “Le prove sono chiare: bisogna investire nella prevenzione.”
San Paolo ai Corinti
La lettura che introduce la riflessione del Papa è tratta dalla prima Lettera ai Corinti:
Ogni persona ha la dignità di figlio di Dio
Se, come aveva affermato san Giovanni Paolo II, l’abuso di droga danneggia ogni comunità in cui è presente, Francesco ricorda che l’attenzione è sempre dovuta ad ogni persona coinvolta nel suo utilizzo. E, citando ciò che aveva detto ai partecipanti all’incontro promosso dalla Pontificia Accademia delle Scienze il 24 novembre 2016, afferma:
Ogni tossicodipendente “porta con sé una storia personale diversa, che deve essere ascoltata, compresa, amata e, per quanto possibile, guarita e purificata. Continuano ad avere, più che mai, una dignità, in quanto persone che sono figli di Dio. Tutti hanno una dignità”
Porre fine alla produzione e al traffico
Il Papa cita poi le severe parole di Benedetto XVI che esortava i trafficanti a riflettere “sul male che stanno facendo a una moltitudine di giovani e di adulti”, tenendo presente che Dio ne chiederà loro conto. “Sono degli assassini”, afferma Francesco che entra poi nel merito di che cosa sia necessario fare per fermare l’uso delle droghe:
Una riduzione della dipendenza dalle droghe non si ottiene liberalizzandone il consumo – questa è una fantasia – , come è stato proposto, o già attuato, in alcuni Paesi. E questo: si liberalizza e si consuma di più. Avendo conosciuto tante storie tragiche di tossicodipendenti e delle loro famiglie, sono convinto che è moralmente doveroso porre fine alla produzione e al traffico di queste sostanze pericolose. Quanti trafficanti di morte ci sono – perché i trafficanti di droga sono trafficanti di morte! – quanti trafficanti di morte ci sono, spinti dalla logica del potere e del denaro ad ogni costo!
La prevenzione quale via prioritaria di contrasto
Francesco stigmatizza la “logica del potere e del denaro ad ogni costo” che spinge i trafficanti a seminare morte e indica la prevenzione come “via prioritaria” di contrasto all’abuso di droghe. Attingendo alle sue esperienze personali il Papa aggiunge:
Nei miei viaggi nelle diverse diocesi e Paesi, ho potuto visitare diverse comunità di recupero ispirate dal Vangelo. Esse sono una testimonianza forte e piena di speranza dell’impegno di preti, consacrati e laici di mettere in pratica la parabola del Buon Samaritano. Così pure sono confortato dagli sforzi intrapresi da varie Conferenze episcopali per promuovere legislazioni e politiche giuste riguardo al trattamento delle persone dipendenti dall’uso di droghe e alla prevenzione per fermare questo flagello.
Preghiera e impegno contro la droga
A titolo di esempio ricorda la rete de La Pastoral Latinoamericana de Acompañamiento y Prevençión de Adicciones (PLAPA) che condivide esperienze e difficoltà in fatto di lotta alla droga, e i vescovi dell’Africa Australe che nel novembre 2023 hanno convocato una riunione sul tema “Dare potere ai giovani come agenti di pace e speranza”. Nessuno può rimanere indifferente, afferma il Papa, di fronte “alla tragica situazione della tossicodipendenza”, e allo “scandalo della produzione e del traffico illecito”. Il nostro modelo è Gesù. Riproponendo quanto da lui scritto nel Messaggio ai partecipanti al 60th Congresso Internazionale dei Tossicologi Forensi il 26 agosto 2023, dice ancora:
Sullo stile della sua prossimità, siamo chiamati anche noi ad agire, a fermarci davanti alle situazioni di fragilità e di dolore, a saper ascoltare il grido della solitudine e dell’angoscia, a chinarci per sollevare e riportare a nuova vita coloro che cadono nella schiavitù della droga.
Il Pontefice conclude invitando anche a pregare per “questi criminali che spendono e danno la droga ai giovani”. E ribadisce: “Sono criminali, sono assassini. Preghiamo per la loro conversione”.