Francesco incontra in piazza San Pietro 70mila chierichetti di diversi Paesi europei, a Roma per il XIII pellegrinaggio organizzato dal Coetus internationalis ministrantium (Cim). Nella preghiera serale con i giovani, il Pontefice sottolinea che solo grazie a Cristo, che nell’Eucaristia “è con noi spiritualmente e fisicamente”, è possibile amare come Lui, “piangere con chi piange, gioire con chi gioisce, senza giudizi”. L’invoczione dei ragazzi per la pace nel mondo nella preghiera dei fedeli
Tiziana Campisi – Città del Vaticano
Il colpo d’occhio tocca anche Francesco che, guardando l’emiciclo del Bernini colmo di ragazzi e ragazze non può fare a meno di esclamare: “Piazza San Pietro è sempre bella, ma con voi è ancora più bella! Grazie! Grazie di essere venuti a Roma”. Le parole del Papa sono per i 70mila chierichetti arrivati nella capitale da 20 diversi Paesi dell’Europa, che con le loro magliette, gli striscioni, le bandiere, le bandane, i cappellini e gli ombrelli per ripararsi dal caldo sole di luglio, mentre la giornata volge al termine, riempiono di colori il sagrato della Basilica Vaticana e la grande piazza antistante. A radunarli il XIII pellegrinaggio internazionale del Coetus internationalis ministrantium (Cim), l’associazione che riunisce i responsabili diocesani e quanti si occupano della pastorale dei ministranti, che quest’anno ha scelto come tema “Con te”. “Mi colpisce”, dice Francesco e lo scandisce anche in tedesco, “Mit dir”, la lingua dei partecipanti più numerosi, in inglese, “With you”, e in francese “Avec vous”. “Dice tutto in due parole”, aggiunge, e inoltre “lascia spazio alla ricerca, a trovare i significati possibili”.
Con te. È un’espressione che racchiude il mistero della nostra vita, il mistero dell’amore.
Tra la folla dei ministranti
I giovani ministranti hanno atteso l’arrivo del Pontefice fin dalle prime ore del pomeriggio. Alle 16 l’inizio dell’accoglienza, con canti e momenti di intrattenimento, poi il benvenuto del cardinale Jean-Claude Hollerich, arcivescovo di Lussemburgo e presidente del Cim, e le riflessioni di diversi vescovi con intervalli musicali. Francesco arriva poco dopo le 17.30, con lui nella papamobile, cinque chierichetti. Insieme a loro percorre tutta piazza San Pietro e si spinge oltre, fino a raggiungere via della Conciliazione, dove si ci sono altre migliaia di pellegrini. Dedica circa mezz’ora il Papa alla folla di giovani, dispensa saluti e sorrisi poi raggiunge il sagrato, dove alcuni ragazzi gli stringono la mano.
Il saluto del cardinale Hollerich
A Francesco indirizza alcune parole il presidente del Cim, che spiega il significato dello slogan del pellegrinaggio dei ministranti, “in primo luogo riferito a Cristo. Perché è a Lui che ci avviciniamo in modo particolare durante il servizio all’altare”. “‘Con te’ significa anche avvicinarsi l’uno all’altro”, prosegue, specificando che “attraverso il legame speciale con Cristo nasce una vera amicizia tra i ministranti” ma che si è “veri amici solo quando tendiamo le nostre mani a coloro che hanno difficoltà nella nostra società: i poveri, i perseguitati, gli oppressi, i senzatetto, i disoccupati, i rifugiati, coloro senza patria, tutti i bambini e ragazzi vittime di bullismo e che si sentono soli”. Terminato il saluto del cardinale Hollerich inizia la preghiera serale e viene acceso un grande turibolo dentro il quale alcuni ministranti versano grani di incenso. Le oleoresine cominciano a liberare la loro fragranza e il grande turibolo viene fatto oscillare, e ricorda il gesto che tante volte i chierichetti compiono durante le celebrazioni liturgiche.
Nella Comunione Gesù è con noi
Francesco parla ai ragazzi dopo la lettura del Vangelo. Nel suo discorso si sofferma sull’“esperienza di servizio nella liturgia” dei ministranti, dove “il protagonista di questo “con te” è Dio”, e ricorda che “Gesù ha detto: ‘Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro’”. Tutto questo “si realizza al massimo nella Messa”, dove “il ‘con te’ diventa presenza reale, presenza concreta di Dio nel Corpo e nel Sangue di Cristo”. È un mistero che “il sacerdote vede accadere” quotidianamente “tra le sue mani”. “Anche voi lo vedete, quando servite all’altare” fa notare il Papa ai chierichetti, aggiungendo che
Quando riceviamo la santa Comunione, possiamo sperimentare che Gesù è “con noi” spiritualmente e fisicamente. Lui ti dice: “Io sono con te”, ma non a parole, lo dice in quel gesto, in quell’atto d’amore che è l’Eucaristia.
Amare come Cristo, con gli altri in modo nuovo
Nella Comunione, poiché Gesù “è con noi, anche noi possiamo essere veramente con Lui”. Questo è “il punto-chiave” per Francesco.
Il “con te” che possiamo donare agli altri. Così si può realizzare il suo comandamento: “Amatevi come io vi ho amati”.
E allora, custodendo nel proprio cuore e nella propria carne questo mistero di Dio, si diventa capaci di essere con gli altri in modo nuovo.
Anche tu – grazie a Gesù, sempre e solo grazie a Lui – anche tu puoi dire al prossimo “sono con te”, ma non a parole, ma nei fatti, con i gesti, con il cuore, con la vicinanza concreta – non dimenticate la vicinanza concreta – piangere con chi piange, gioire con chi gioisce, senza giudizi, senza pregiudizi, senza chiusure, senza esclusioni.
Amare come Cristo ci fa accostare a chi non ci è simpatico, allo straniero, alle persone dalle quali non ci si sente capiti, a chi ha una fede diversa dalla propria, conclude il Papa, ringraziando i ministranti di essere venuti in pellegrinaggio a Roma “a condividere la gioia”, di essere servitori dell’amore di Gesù, e augurando loro “buon cammino con Gesù”.
La preghiera per la pace
Dopo aver ascoltato Francesco, i ministranti presentano le loro preghiere in romeno, tedesco, francese, ungherese e portoghese, e invocano Dio perché la Chiesa “continui ad essere un luogo di rifugio e di speranza per tutti gli uomini”, “per la pace in Europa e nel mondo” e perché “i popoli e i loro leader comprendano che la vera pace può essere trovata soltanto nella collaborazione e nel rispetto vicendevole”. Il cardinale Hollerich guida, infine, la “Preghiera dei pellegrini” nella quale i chierichetti si rivolgono all’Onnipotente usando il motto del loro pellegrinaggio – “Con Te, Signore, percorriamo il cammino della fede. Con Te, Signore, celebriamo la liturgia e portiamo il Tuo messaggio più vicino agli uomini” – e chiedendo “saggezza e discernimento” per rimanere saldi anche nei tempi difficili e implorando di “crescere nella fede, nella speranza e nell’amore”. L’incontro si conclude dopo il ringraziamento del porporato, con il Papa che impartisce la sua benedizione per intercessione di San Tarcisio, patrono di tutti i ministranti.