Francesco, come ultimo appuntamento del viaggio apostolico in Asia e Oceania, incontra i ragazzi di diverse fedi al Catholic Junior College. Chi sceglie di vivere in un modo confortevole è “un giovane che ingrassa la mente”. L’invito poi ad andare sempre avanti nell’incontro perché “ogni dittatura nella storia, la prima cosa che fa è tagliare il dialogo”
Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano
Francesco saluta Singapore e chiude il 45mo viaggio apostolico che lo ha portato in quattro Paesi dell’Asia e dell’Oceania, con un dialogo con i giovani riuniti al Catholic Junior College per l’incontro interreligioso. Un appuntamento atteso dai ragazzi che danno il benvenuto al Papa con applausi, canti e una danza eseguita da giovani con disabilità, un calore e un’accoglienza che fa lasciare il discorso previsto al Pontefice che sceglie di rispondere a braccio ai tre ragazzi un giovane indù, una giovane sikh e una giovane cattolica, che gli presentano testimonianze e domande, alla presenza anche di una decina di leader religiosi.
Critici da salotto e comfort zone
Raaj, Preet e Nicole parlano dei critici da salotto, chiedono come si possa uscire dalla zona di comfort, come si possa promuovere tra i giovani il dialogo interreligioso, come si possa superare la paura del giudizio, come si possano sfruttare le opportunità dell’intelligenza artificiale gestendo i rischi che questa comporta. Parole che toccano Francesco che parla guardando negli occhi i ragazzi seduti sul palco accanto a lui.
I giovani sono coraggiosi, dice, perché vanno verso la verità, perché camminano, perché sono creativi, ma la gioventù, avverte, deve stare attenta a non cadere nelle ‘critiche da salotto’. La critica, spiega, deve essere costruttiva, altrimenti, al contrario, diviene distruttiva, non percorre una strada nuova. Ci vuole il coraggio di criticare e quello di lasciarsi criticare dagli altri, e “questo è il dialogo sincero tra i giovani”
I giovani devono avere il coraggio di costruire di andare avanti, di uscire dalle zone confortevoli un giovane che sceglie di vivere sempre la sua vita in un modo confortevole è un giovane che ingrassa, risate, ma non ingrassa la pancia ingrassa la mente, per questo io dico ai giovani rischiate, uscite, non avete paura, la paura è un atteggiamento dittatoriale, che ti paralizza
Riconoscere gli errori
Ciò che è importante, prosegue Francesco, è rendersi conto, quando accade, di aver sbagliato, di aver fatto errori nel proprio cammino. La conseguente domanda di Francesco suscita la risposta di tutti i giovani: cosa è peggio, chiede, “sbagliare perché faccio un cammino o non sbagliare perché rimango chiuso a casa?”
Un giovane che non rischia che ha paura di sbagliare è un vecchio, capito?
I media non rendano schiavi
Francesco affronta un argomento a lui molto caro, sollevato dalle parole dei ragazzi, l’utilizzo dei media. Il Papa fa il ritratto di chi non li usa, che è un ragazzo “chiuso”, è invece “disperso” il giovane che ne è schiavo.
Tutti i giovani devono usare i media ma usare i media perché ci aiutino ad andare avanti non perché ci rendano schiavi, siete d’accordo o no?
Tutte le religioni portano a Dio
Francesco continua nel suo interrogare i giovani, ne loda la capacità di portare avanti il dialogo interreligioso, indica, incalzato dai ragazzi, che “tutte le religioni sono un cammino per arrivare a Dio”, che nessuna è più importante di un’altra.
Sono come diverse lingue, diversi idiomi, per arrivare lì. Ma Dio è Dio per tutti. E come Dio è Dio per tutti, noi siamo tutti figli di Dio
Il dialogo contro il bullismo
L’età giovanile è quella del coraggio, che assieme al rispetto è necessario per il dialogo al quale Francesco riconosce, come già fatto in passato, un ruolo fondamentale per affrontare il grave fenomeno del bullismo che, verbale o fisico che sia, resta un’aggressione, ma perpetrata da chi è più debole, spiega il Papa, che fa un esempio doloroso, quello del bullismo contro bambini con disabilità.
Come noi abbiamo le proprie disabilità dobbiamo rispettare le disabilità degli altri, questo è importante perché dico questo? Perché superare queste cose aiuta a quello che voi fate, il dialogo interreligioso, perché il dialogo interreligioso si costruisce con il rispetto degli altri, e questo è molto importante
Le dittature tagliano il dialogo
Francesco si congeda invitando i giovani a seguire le parole di Raaj, a “fare tutto il possibile per mantenere un atteggiamento coraggioso e promuovere uno spazio in cui i giovani possono entrare e dialogare” perché il “vostro è un dialogo che fa cammino, fa strada”.
E se voi dialogate da giovani, dialogherete più da grandi, da adulti, dialogherete come cittadini, come politici. E vorrei dirvi una cosa storica: ogni dittatura nella storia, la prima cosa che fa è tagliare il dialogo.
Ai giovani di Singapore, “coraggiosi quasi sfacciati”, Francesco augura di andare avanti, “con un’illusione” e non di andare indietro
Rischiate! Al contrario cresce la pancia! God bless you and pray for me, I do for you. E adesso in silenzio facciamo una cosa, preghiamo gli uni per gli altri, in silenzio. Che Dio benedica tutti noi. E quando passa un po’ di tempo che voi già non sarete giovani, sarete grandi e anche sarete nonni, insegnate tutte queste cose ai bambini.