Il Papa ai costruttori edili: più responsabilità per la sicurezza di ambiente e lavoratori

Vatican News

Antonella Palermo – Città del Vaticano

La proposta di una lettura cristiana dei valori di concorrenza e trasparenza, responsabilità e sostenibilità, etica, legalità e sicurezza. Questo il cuore del discorso di Papa Francesco rivolto stamani a un gruppo di una cinquantina di persone dell’Ance, l’Associazione Nazionale Costruttori Edili, ricevuti in udienza nella Sala Clementina del Palazzo apostolico. Un’occasione anche per ricordare il 75° anniversario, celebrato nei mesi scorsi, di una realtà imprenditoriale che rappresenta le imprese italiane di qualunque dimensione operanti nel campo delle costruzioni, settore che ha risentito del periodo difficile aggravato dalla pandemia.

La metafora biblica della costruzione

Il Papa ricorre al brano del Vangelo di Luca al capitolo 6 per sottolineare come Gesù, nella sua predicazione, ha utilizzato anche la metafora della costruzione per trasmettere i suoi messaggi. E fa riferimento all’episodio in cui “Gesù smaschera il comportamento ipocrita e pigro di chi si limita solo a parlare senza fare”. Mostrando la sapienza dell’ingegnere edile – ricorda Francesco – egli paragona i ciarlatani a coloro che costruiscono le case su un terreno sabbioso e senza fondamenta. E’ un passaggio biblico utile per ribadire che il buon costruttore sa che alla prima esondazione una casa del genere è destinata ad essere spazzata via.

La sua parabola però continua con il rovescio della medaglia: “Chiunque viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, […] è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sulla roccia” (vv. 47-48). L’immagine è ancora più interessante se pensiamo che un tale costruttore non solo ha fatto la cosa giusta nel momento presente, ma ha difeso la casa da possibili alluvioni future. Uno potrebbe dire: ma non è mai successo! Sì, però potrebbe succedere. È quello a cui assistiamo con il cambiamento climatico.

La fede non mette al riparo dalle intemperie ma fortifica

Il Papa prosegue parlando della necessità di una “coerenza operativa” in modo che parole e fatti trovino corrispondenza:

Nella predicazione di Gesù, il credente è uno che non si limita ad apparire esteriormente cristiano, ma opera fattivamente da cristiano. Ed è proprio questa sua “coerenza operativa” che gli consente di edificare se stesso non solo nei tempi normali della vita, ma di restare tale anche nei momenti difficili. Questo significa pure che la fede non ci mette al riparo dalle intemperie, però, accompagnata dalle buone opere, ci fortifica e ci rende capaci di resistervi. Ed è proprio in questo senso che occorre custodire e incarnare quotidianamente i valori che ispirano la vostra adesione all’Associazione.

La concorrenza sia stimolo a fare meglio

Il Papa procede poi approfondendo aspetti legati al tema della legalità e della giustizia sociale. Perché “la concorrenza – dice – da sola non basta”.

Nella logica utilitaristica del mercato può spingere alla contrapposizione fino all’eliminazione dell’altro. Illude che si possa vincere sull’altro o che la sconfitta dell’altro sia da mettere in conto nell’andamento dell’economia. Quando ciò accade, si mette a repentaglio il tessuto sociale di fiducia che permette al mercato stesso di funzionare adeguatamente. La concorrenza dev’essere stimolo a fare meglio e bene, non volontà di dominio e di esclusione. Per questo è fondamentale la trasparenza dei processi decisionali e delle scelte economiche. Consente di evitare una concorrenza sleale, che in campo economico e lavorativo spesso significa perdita di posti di lavoro, sostegno al lavoro nero o al lavoro sottopagato. Si finisce così per favorire forme di corruzione che si alimentano nel torbido dell’illegalità e dell’ingiustizia. E questa non è una strada giusta: è una strada che ammala, non va bene.

Per un lavoro sostenibile

La parola “sostenibilità” è quanto mai usata oggi e, come ricorda il Papa, chiama in causa la capacità di rigenerazione di ogni ecosistema. A questo proposito, Francesco non trascura una raccomandazione essenziale per il lavoro nei cantieri:

Nel settore edilizio è fondamentale l’utilizzo di materiali che offrano sicurezza alle persone. Nello stesso tempo, bisogna evitare di sfruttare l’ambiente cooperando a rendere invivibili alcuni territori particolarmente sfruttati. Ogni impresa può offrire il proprio contributo responsabile perché il lavoro sia sostenibile.

La bellezza progettuale per valorizzare le relazioni umane

Ma il Pontefice va oltre, e richiama alla memoria quanto già contenuto nella Laudato si’. “La sostenibilità – osserva – ha a che fare con la bellezza dei luoghi e con la qualità delle relazioni. Sempre citando l’enciclica, si sofferma, in particolare, sul rapporto tra gli spazi urbani e il comportamento umano:

“Coloro che progettano edifici, quartieri, spazi pubblici e città, hanno bisogno del contributo di diverse discipline che permettano di comprendere i processi, il simbolismo e i comportamenti delle persone. Non basta la ricerca della bellezza nel progetto, perché ha ancora più valore servire un altro tipo di bellezza: la qualità della vita delle persone, la loro armonia con l’ambiente, l’incontro e l’aiuto reciproco. Anche per questo è tanto importante che il punto di vista degli abitanti del luogo contribuisca sempre all’analisi della pianificazione urbanistica” (n. 150). Possa il vostro lavoro aiutare le comunità a rafforzare legami di solidarietà, di cooperazione, di aiuto reciproco.

Troppi i morti sul lavoro, la sicurezza non è un costo

Francesco denuncia che tante, troppe, sono state le vittime sul lavoro lo scorso anno e scandisce: “Non sono numeri, sono persone. Anche i cantieri edili hanno conosciuto tragedie che non possiamo ignorare”. E aggiunge ancora: “Purtroppo, se si guarda alla sicurezza dei luoghi di lavoro come a un costo, si parte da un presupposto sbagliato”. Insiste, il Papa, che la vera ricchezza sono le persone. E si apre ancora a una suggestione biblica: 

Mi viene in mente quello che accadeva nella costruzione della Torre di Babele. In quel tempo, i mattoni erano difficili da fare, perché dovevano prendere la paglia, l’erba, poi fare la massa, cuocere … ma, un lavoro enorme. Un mattone era, non dico una fortuna, ma costava. Ma, se nella costruzione della Torre di Babele cadeva un mattone, era una tragedia, e l’operaio che era stato il responsabile era punito. Invece, cadeva un operaio, non succedeva niente. Ci deve fare pensare, questo. La vera ricchezza sono le persone. Senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane, che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore. Per questo, la legalità va vista come tutela del patrimonio più alto che sono le persone. Lavorare in sicurezza permette a tutti di esprimere il meglio di sé guadagnando il pane quotidiano. Più curiamo la dignità del lavoro e più siamo certi che aumenterà la qualità e la bellezza delle opere realizzate.

A conclusione delle sue parole, il Papa saluta la delegazione Ance con una benedizione in cui invoca il sostegno di San Giuseppe, patrono dei lavoratori.

Presidente Ance: “rigenerare il Paese da incuria e degrado”

Gabriele Buia, che guida l’associazione, si rivolge al Papa rilevando la responsabilità “enorme” assegnata a questo settore dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per curare città, borghi, territorio e tutta la sua rete di collegamento. “Le malattie che dobbiamo curare sono molte – afferma – alcune sono dovute al degrado ed all’incuria, altre ai cambiamenti climatici”. L’impegno è a tenere alta l’attenzione e accelerare il cammino virtuoso “intrapreso con convinzione”.

I cantieri come modello di inclusività per rifugiati ed ex- detenuti

Buia ricorda che in questi mesi, dopo anni di crisi e chiusure di imprese, si stanno aprendo importanti opportunità a decine di migliaia di persone in cerca di occupazione. E sottolinea: “I nostri cantieri sono da sempre un modello di inclusività e di aggregazione di tante professionalità”. Accenna alla cooperazione con i Ministeri competenti ad iniziative dedicate ai rifugiati ed al reinserimento degli ex detenuti. Sull’aspetto della sicurezza sui cantieri, spiega che i pericoli ai quali il lavoratore può esporsi quotidianamente non devono mai essere sottovalutati dall’imprenditore fino all’ultimo dei suoi dipendenti. Perché, dice il presidente: “la vita umana è sacra”.