Gabriella Ceraso – Città del Vaticano
10 maggio, occasione per rinnovare l’impegno e la promessa di amicizia, ma anche per invocare “consolazione” sulla “famiglia umana sofferente” in questi giorni di guerra e pandemia. Così Papa Francesco nel messaggio inviato all'”amato fratello”, il Patriarca copto ortodosso dell’Egitto Tawadros II in occasione dell’odierna Giornata che serve a rimarcare la “costante amicizia in Cristo” tra le due realtà ecclesiali. Insieme in cammino, in vista di due date importanti che il Papa cita: l’anno prossimo si celebreranno 10 anni dal loro primo incontro in Vaticano, dopo il quale è stata istitutita la Giornata, ma sarà anche il 50mo anniversario della storica pagina ecumenica scritta nel maggio del 1973 tra Paolo VI e Shenouda III.
Insieme in un cammino di comunione piena e visibile
La sede di Marco e quella di Pietro, unite da “vincoli spirituali” di cui essere grati, dice il Papa, che cita più volte il Vangelo di Giovanni per rimarcare il significato esatto di amicizia: “Attenti alle parole di Cristo – ‘Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando’ – possiamo continuare il nostro pellegrinaggio di fratellanza cristiana” – scrive- “l’amicizia è la via più sicura per realizzare l’unità tra cristiani, poiché in questa vediamo il volto di Cristo stesso, che non ci chiama più servi ma amici , e che prega perché ‘tutti siano una sola cosa’.”
Francesco, assicurando la sua costante vicinanza spirituale”, affida quindi all’intercessione di san Atanasio, “la cui vita e il cui insegnamento” ispirano entrambe le Chiese, la guida nel “cammino verso la comunione piena e visibile” e invoca lo Spirito Santo guardando già alla prossima Solennità della Pentecoste, perchè – scrive – ” ci unisca più che mai ed effonda i suoi doni di consolazione sulla nostra famiglia umana sofferente, specialmente in questi giorni di pandemia e di guerra”.