Eugenio Bonanata – Città del Vaticano
Suscita un crescente interesse la prima edizione del Festival della Canzone cristiana in programma a Sanremo dal 3 al 5 febbraio prossimi. “Un’esperienza assolutamente interessante”, afferma a Radio Vaticana – Vatican News il vescovo di Ventimiglia-Sanremo, monsignor Antonio Suetta, ribadendo il suo sostegno all’iniziativa che, afferma, rappresenta un importante momento di incontro: “Accolgo gli artisti con tanto calore e naturalmente avrò anche occasione di ascoltarli, di incontrarli e di salutarli”.
L’invito del presule è di considerare la manifestazione, di cui Radio Vaticana è media ufficiale, come una opportunità di conoscere più da vicino il genere della musica cristiana. Un ambito, dice, “che è diffuso sul tutto il territorio nazionale, coinvolge parrocchie, gruppi e movimenti che trovano nella musica un modo di esprimere la loro testimonianza”. E accanto a esponenti di alto profilo artistico, vi sono anche persone che vivono questa esperienza creativa non come una professione, “ma come – sottolinea il vescovo di Ventimiglia-Sanremo – una splendida espressione di umanità, di appartenenza ecclesiale e di fede”.
Anche dal punto di vista dei contenuti la christian music propone grandi valori. “I testi di queste canzoni – osserva monsignor Suetta – in genere esprimono in maniera molto diretta e molto esplicita contenuti di fede o vissuti esistenziali alla luce della fede”. Inoltre, questo genere costituisce un vettore privilegiato per diffondere messaggi verso un pubblico più vasto, sfruttando l’emozione e l’immediatezza del linguaggio musicale. E Sanremo, da sempre “casa” della musica italiana, si appresta ad ampliare l’orizzonte grazie a questa nuova manifestazione. “Coloro che si riconoscono nei valori della fede e del Vangelo – e che d’altro canto – sostiene il presule – sono appassionati di musica o direttamente coinvolti nell’esperienza della musica attraverso le loro qualità artistiche, desiderano abitare questa casa ideale di Sanremo – città della musica – anche attraverso una testimonianza musicale e artistica della loro esperienza di fede”.
Monsignor Suetta, infine, si rivolge direttamente agli artisti in gara. E chiede loro di “credere fermamente nell’iniziativa, sebbene stia muovendo i suoi primi passi” e di partecipare, al di là della competizione, con lo spirito di chi vuole portare “la testimonianza della fede e la gioia dello stare assieme”. Da qui l’augurio “di vivere profondamente questa esperienza e di farla diventare un tesoro per coloro che vi partecipano e anche per tutti coloro che, in un modo o nell’altro, sono coinvolti”.