Il dramma dei migranti al confine tra Belarus e Polonia: l’Europa accusa Minsk

Vatican News

Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano

Quella tra mercoledì e giovedì è stata la quarta notte al gelo per circa 3mila migranti che cercano di entrare in Europa superando la frontiera tra Belarus e Polonia. Ci provano in 500-600 al giorno, ma vengono intercettati dalle guardie di confine polacche e rispediti indietro o arrestati: 50 in manette ieri. Secondo alcune ong che cercano di soccorrere i profughi, provenienti da Siria, Afghanistan, Sudan, ma soprattutto dal Kurdistan iracheno, già prima di questa crisi, il cadavere di chi crolla per la fame e il freddo viene fatto sparire. Varsavia e Minsk, denuncia ad esempio Ocalenie Fundacja, si rimpallano i migranti per giorni. All’agghiaccio, sono concentrati in campi di fortuna vicino al valico di Kuznica.

Von Der Leyen: Minsk attacca la democrazia dei Paesi vicini

“Non è una questione bilaterale di Polonia, Lettonia, Lituania e Bielorussia – ha dichiarato ieri la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, dopo l’incontro con il presidente degli Stati Uniti Joe Biden – E’ una sfida per l’intera Unione europea. E non è una crisi migratoria, ma il tentativo di un regime autoritario di cercare di destabilizzare i suoi vicini democratici. Questo non avrà successo”. Intanto il presidente russo Vladimir Putin ha inviato due bombardieri nucleari sui cieli della Belarus. L’azione e’ stata letta da più parti come un gesto di sostegno al leader bielorusso Aleksandr Lukashenko.

Ascolta il servizio sulla crisi al confine Belarus-Polonia

La telefonata Merkel-Putin senza esito

La cancelliera tedesca Merkel ha telefonato ieri a Putin, chiedendogli di esercitare la sua influenza su Minsk, perché “la strumentalizzazione dei migranti da parte del regime bielorusso è disumana e inaccettabile”. Il presidente russo, riferisce il Cremlino, avrebbe proposto all’Unione Europea di stabilire contatti diretti con il presidente bielorusso Lukaschenko. Ma gli Stati della Ue avrebbero già deciso di ampliare le sanzioni contro la Bielorussia e chi favorisce il traffico illegale dei migranti verso l’Europa.

Varsavia ha dichiarato lo stato di emergenza al confine

Nell’Unione europea in molti accusano Minsk di “traffico” di vite umane sponsorizzato dallo Stato, perché starebbe spingendo i migranti disperati verso il confine polacco e dell’Europa unita. E c’è chi, davanti al crescere della tensione, sta prendendo in considerazione – per la prima volta – la richiesta già formulata da alcuni Paesi dell’Est Europa di finanziare la costruzione di un muro o di qualche altra barriera sul confine orientale. Le autorità polacche stimano che circa 3mila-4mila migranti si siano radunati lungo il confine con la Belarus, e hanno rafforzato la sicurezza alla frontiera, dove hanno dichiarato lo stato di emergenza. Il governo di Varsavia ha twittato video di migranti, alcuni con pale e tronchesi, che cercano di sfondare una recinzione per entrare in Polonia.

Una ritorsione contro le sanzioni della Ue alla Belarus

L’Unione Europea accusa il presidente della Belarus Lukashenko di incoraggiare i migranti dal Medio Oriente a viaggiare verso il suo Paese, per poi inviarli verso i membri dell’Ue – Polonia, Lituania e Lettonia – come ritorsione contro le sanzioni imposte al regime per la sua repressione del dissenso interno dopo la contestata rielezione nel 2020. Minsk respinge le accuse, ma ha dichiarato che non fermerà più i migranti che cercano di entrare nell’Unione Europea.

Anche l’Ucraina raddoppia le guardie al confine con Minsk

Fuori dall’Unione Europea, l’Ucraina raddoppierà presto il numero di guardie di frontiera al confine con Minsk, nel timore di trovarsi davanti uno scenario come quello affrontato in questi giorni dalla Polonia. Il ministro dell’Interno ucraino Denis Monastyrsky ha presentato un rapporto al Consiglio di Difesa e Sicurezza nazionale, indicando che saranno attivi anche reparti mobili che si sposteranno lungo la frontiera per rilevare eventuali attraversamenti illegali. Monastyrsky ha assicurato che le forze dell’ordine ucraine “saranno piuttosto dure, chiare e corrette, nel quadro della legge che disciplina la protezione del confine di Stato”. 

Respingimenti lontani dagli occhi dei media 

Intanto i migranti che cercano di entrare in Europa hanno davanti il filo spinato polacco, dietro quello bielorusso. Alcuni coraggiosi operatori umanitari riescono a scavalcare il cordone di sicurezza della polizia polacca, e cercano di non rivelare la loro presenza per non essere espulsi. Chi tra i migranti trova un varco per proseguire verso occidente e viene intercettato dalle guardie di frontiera è rispedito indietro. Non si dovrebbe fare, ma si fa. Di sicuro se ci sono respingimenti illegali di chi è già in territorio europeo e avrebbe il diritto di chiedere asilo politico, non vengono mostrati nei video che si trovano in rete, perché gli inviati dei media occidentali sono bloccati dalla polizia di frontiera polacca. Tra chi è riuscito a “passare”, c’è Ahmed con i suoi compagni di viaggio, in fuga dall’Afghanistan. Sono stati respinti 18 volte. Ora Ahmed è in Germania in attesa di asilo e ha potuto raccontarlo ai media, gli altri no.