Davide Dionisi – Città del Vaticano
Cinquemila euro per la realizzazione di un pozzo ad Apeitolim, nella diocesi di Moroto, in Uganda. La donazione di Papa Francesco ha colto tutti di sorpresa e il destinatario della donazione, Padre Marco Canovi, missionario comboniano da cinquanta anni a Karamoja, nel nord-est del Paese, ha espresso, a nome di tutta la comunità, il suo “grande grazie” al Pontefice per il suo costante pensiero per i poveri e per l’Africa.
Le mascherine dei detenuti di Reggio Emilia
Per Apeitolim, area semidesertica abitata principalmente dall’etnia karamojong, dedita alla pastorizia, si erano già mobilitati i detenuti del carcere di Reggio Emilia, che, nella fase più acuta della pandemia, grazie alla volontaria Anna Protopapa dell’associazione Gens Nova, avevano confezionato mascherine per i bimbi della missione. Le restrizioni, infatti, avevano aumentato il tasso di povertà e in quell’area si era registrato un incremento di casi di colera, anche perché “per sopravvivere qui ci si mette in bocca di tutto. Questa è una popolazione nomade che ha perso tutto il bestiame e, per tirare avanti, ha dovuto optare per l’agricoltura. Ma non è facile”. Era stato il grido di allarme del sacerdote.
Seconda ondata pandemica
L’arrivo delle mascherine dei detenuti era stato salutato da Padre Marco come “una testimonianza che incoraggia e dà speranza”, perché, secondo il comboniano, l’egoismo che caratterizza troppo spesso le nostre esistenze era stato superato da un “gesto di tenerezza che commuove chi ne viene a conoscenza”. L’Uganda attraversa attualmente una seconda ondata pandemica, che, secondo gli esperti, potrebbe raggiungere il picco tra la fine di luglio e l’inizio di agosto. Il ministero della Salute ugandese conferma finora 83.636 casi e 1.939 decessi. Il Paese africano sta facendo fronte alla seconda ondata pandemica, che ha spinto il Presidente Yoweri Kaguta Museveni a imporre nuove misure di confinamento all’inizio del mese, tanto da chiudere il Parlamento fino all’11 luglio dopo che i funzionari hanno registrato oltre cento contagi tra il personale. Ad oggi, meno del 2 per cento degli ugandesi ha ricevuto almeno una dose di vaccino anti-Covid.
Grazie al Papa acqua per i 35mila residenti
“La costruzione del pozzo consentirà l’approvvigionamento idrico in loco e porrà fine alle lunghe traversate delle donne e dei piccoli di Amaler, Kalowakaner e Apeduru”, spiega Padre Marco. La prima fonte disponibile, infatti, dista ben cinque chilometri dall’insediamento e ogni giorno ci si sposta a piedi per rifornire i 35mila residenti.
Gesto paterno
“Ho inizialmente condiviso la notizia con gli intimi di casa e al mattino seguente, all’inizio della Santa Messa, ho informato i fedeli della grande delicatezza del Papa nei nostri confronti. Si tratta di un gesto paterno, che è una benedizione ed un aiuto che verrà percepito ogni volta che da quel pozzo la gente attingerà acqua. C’è stato un grido di gioia, a cui ha fatto seguito una preghiera fervente durante l’Eucarestia”.
Riconoscenza affettuosa e preghiera costante
All’indomani della notizia del ricovero del Papa, aggiunge il comboniano, abbiamo convocato più volte l’assemblea per pregare insieme: “Vogliamo testimoniare la nostra riconoscenza affettuosa, che diventa una preghiera intensa per questo padre che abbiamo davanti a Dio”, prosegue. “Un padre che pensa a noi, che ci aiuta, ci dà speranza e ci incoraggia a non avere paura e a non sentirci soli”.