Il consueto pellegrinaggio annuale dei vescovi europei e nordamericani si è svolto dal 14 al 19 gennaio tra i cristiani del Paese mediorientale. Una comunità “vivace” in prima linea nell’istruzione, nel sostegno ai disabili e nell’accoglienza dei profughi da Iraq, Siria e Yemen
Marco Guerra – Città del Vaticano
“La Giordania è parte integrante della Terra Santa, luogo del battesimo e del primo ministero del Signore. La nostra presenza è stata definita dal vescovo Jamal Daibes, vicario patriarcale della Giordania, come una visita di comunione con tutti coloro che vivono la loro fede cristiana qui”, è quanto si legge in apertura del comunicato diffuso oggi a conclusione del pellegrinaggio del Coordinamento delle Conferenze episcopali di Stati Uniti, Canada ed Europa a sostegno della Chiesa della Terra Santa (Holy Land Coordination). Tema della visita di quest’anno, che ha preso il via il 14 gennaio ad Amman, è “il ruolo e l’importanza della comunità cristiana in Giordania”. La delegazione del Coordinamento di Terra Santa era composta da vescovi delegati delle Conferenze episcopali di Italia, Germania, Islanda, Inghilterra, Irlanda, Francia, Stati Uniti, Scozia, Canada, Spagna, Slovacchia.
La vitalità dei cristiani
I presuli sono partiti con lo scopo di comprendere il ruolo e l’importanza della presenza cristiana in Giordania e nel resoconto finale raccontano che in tutto il Paese sono stati accolti nelle comunità parrocchiali, “molte delle quali ci sono sembrate vivaci” e contribuiscono “al bene comune della società di cui fanno pienamente parte”. In particolare i vescovi osservano che le scuole cristiane sono luoghi di fioritura umana e di incontro tra le fedi. “Siamo stati testimoni – si legge nella nota – dell’attenzione profetica che i cristiani rivolgono alle persone con disabilità e alle loro famiglie. Abbiamo sentito parlare dell’importante ruolo che i cristiani svolgono nel costruire ponti di speranza tra le comunità. E abbiamo incontrato molti giovani cristiani che, nonostante debbano affrontare importanti sfide sociali ed economiche, rimangono risolutamente impegnati ad arricchire sia la Chiesa che la società”.
Lo sforzo per l’accoglienza
Il Coordinamento di Terra Santa incoraggia quindi i pellegrini a venire a incontrare queste comunità cristiane e a visitare i luoghi santi di grande importanza della Giordania. “Pregare e imparare dai cristiani del Paese – le sue pietre vive – servirà a espandere e rafforzare la fede dei pellegrini”, spiegano ancora i vescovi. Come nei precedenti viaggi del Coordinamento, i delegati sono stati inoltre testimoni degli sforzi instancabili per sostenere la dignità umana e difendere i diritti umani. Tra questi spicca il sostegno a coloro che fuggono dalla violenza in Iraq, Siria e Yemen, attraverso la fornitura di alloggi, la formazione professionale, le strutture mediche, l’assistenza pastorale e l’advocacy. I presuli incoraggiano quindi il trattamento dignitoso di tutti coloro che cercano rifugio in Giordania, in particolare l’accesso all’assistenza sanitaria e il diritto al lavoro. Allo stesso tempo riconoscono anche la pressione sulle comunità locali che hanno accolto le persone ma che non hanno le risorse necessarie per soddisfare i loro bisogni, soprattutto in considerazione della situazione economica e degli alti livelli di disoccupazione.
La preghiera per la pace
I vescovi riconoscono poi l’alta considerazione di cui gode la famiglia reale hashemita “in quanto portatrice di pace e promotrice del dialogo interreligioso”. “Siamo stati colpiti dal rispetto per la dignità umana di cui siamo stati testimoni in Giordania – è riportato – e da come molti cristiani apprezzino la sicurezza che il Paese offre loro”. Secondo i presuli ciò contrasta con le violazioni della dignità umana che stanno aumentando altrove in Terra Santa e per questo essi condividono “le profonde preoccupazioni espresse dagli ordinari cattolici locali, nel loro recente messaggio d’Avvento, per le minacce alla coesistenza pacifica in Israele”. Il Coordinamento di Terra Santa rilancia infine l’appello dei leader della Chiesa per un autentico processo di pace radicato nel diritto internazionale e si impegna a continuare a pregare e a sostenere le sorelle e i fratelli in Giordania, Palestina, Israele e nell’intera regione, confidando nella promessa di Dio per tutti coloro che abitano in questa Terra.