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Le preoccupazioni dei vescovi francesi nei confronti della legge sulla bioetica, passata ieri all’Assemblea nazionale, erano state espresse sin dall’inizio di giugno, quando il Consiglio permanente della Conferenza episcopale del Paese si era riunito, dal 7 al 9 del mese. Di fronte al risultato di ieri, l’arcivescovo di Rennes, nonché responsabile del gruppo di bioetica dell’episcopato francese, monsignor Pierre d’Ornellas, ha quindi parlato del voto come di un “fallimento che ferisce la nostra democrazia”, auspicando una moratoria che “dia il tempo di riflettere collettivamente, ascoltando e soppesando gli argomenti di ciascuno” e che possa permettere l’emergere di “un pensiero comune sulla dignità umana, inseparabile dalla fraternità, che ci lega gli uni agli altri, perché sappiamo tutti che il più piccolo come il più grande, il più fragile come il più forte , hanno la stessa dignità per il fatto stesso che sono esseri umani”.
Si combatta il “virus dell’individualismo”
Il presule ha quindi ripreso le parole di Papa Francesco quando aveva invitato a combattere “il virus dell’individualismo”, spiegando che si è tutti chiamati a costruire una società che accolga la dignità di ogni uomo, una ospitalità – è stato in sintesi il pensiero di d’Ornellas – messa alla prova “dall’effettivo rispetto nei confronti di più vulnerabili e dei più piccoli, così come dalla solidarietà dimostrata nei loro confronti”. La legge approvata dall’Assemblea nazionale con 326 voti a favore, 115 contrari e 42 astenuti, grazie all’appoggio di La République En Marche, partito del presidente Macron, prevede tra i vari punti, l’estensione della procreazione medicalmente assistita a tutte le donne, incluse single e coppie omosessuali, Oltre ad aprire la procreazione assistita alle coppie lesbiche e alle donne single, prevede una delicata riforma della filiazione e dell’accesso alle origini, e affronta una serie di temi complessi come l’autoconservazione degli ovociti o la ricerca sulle cellule staminali embrionali. Il progetto di legge aveva iniziato il suo percorso parlamentare nell’autunno del 2019, rimpallato tra la Camera dei Deputati, dove il partito presidenziale ha la maggioranza, e il Senato, fortemente spostato a destra e ostile al testo.