I Papi e il Gemelli, un legame che attraversa la storia

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Debora Donnini – Città del Vaticano

“Ringrazio questo ‘Vaticano numero tre’, questo Policlinico Gemelli per tutto il bene che ho incontrato qui, nei professori, nei medici, nelle suore e in tutto il personale”. Era diventato un “Vaticano numero tre “, spiegava Papa Wojtyla coniando questa espressione e affacciandosi dalla finestra della sua stanza dell’ospedale, “perché il ‘Vaticano numero uno’ è Piazza San Pietro” e “il numero due è Castel Gandolfo”. Quando pronunciò queste parole, nel post Angelus del 13 ottobre del 1996, non era la prima volta che veniva ricoverato nel nosocomio romano. Il primo ricovero era stato quindici anni prima, nel 1981, quando vi era stato portato in circostanze drammatiche dopo l’attentato in Piazza San Pietro. Vi tornò altre volte, prima e dopo il 1996.

Ascolta le parole di san Giovanni Paolo II – 13 ottobre 1996

Dal 1981 al 2005 con dieci ricoveri e tre visite si dipana, dunque, “la storia” di san Giovanni Paolo II al Policlinico Gemelli e all’Università Cattolica. Visitò infatti in tre occasioni la sede: quando nel 1984 celebrò la Messa sul piazzale antistante il Policlinico per il venticinquesimo anniversario della morte di padre Agostino Gemelli e il ventesimo della fondazione dell’ospedale a lui intitolato. Ancora, nel 1988 benedì il nuovo reparto di Terapia Intensiva Cardiologica e nel 2000 nell’auditorium della facoltà di Medicina di Roma partecipò all’inaugurazione dell’anno accademico 2000-2001 dell’Università Cattolica.

La storia

Un legame quello fra i Pontefici e il Gemelli che si è dipanato nel tempo sia prima sia dopo il pontificato di Karol Wojtyla. La storia del Policlinico Universitario Agostino Gemelli, polo di eccellenza sanitario, ha antiche radici. È Pio XI, nel 1934, che dona 37 ettari sulla collina di Monte Mario perché vi nascesse la facoltà di Medicina dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. A inaugurare la facoltà di Medicina nel 1961, fu san Giovanni XXIII. Tre anni dopo, il Policlinico accoglieva i primi ricoveri e veniva inaugurato ufficialmente il 10 luglio del 1964. Non furono pazienti del Gemelli ma vi si recarono sia Paolo VI sia Benedetto XVI. Il 17 giugno del 1976, in occasione della Solennità del Corpus Domini, Papa Montini celebrò la Messa nel piazzale antistante il nosocomio: “questa cittadella di studi sanitari, di cure proprie della scienza medica, di umane sofferenze qui raccolte – disse – nell’esperienza comunissima dell’umano dolore e nella speranza di trovarvi senso e rimedio”.

Dopo l’elezione al soglio pontificio, Benedetto XVI, ha incontrato diverse volte la facoltà di Medicina e il Gemelli. Vi si recò, ad esempio, per visitare il fratello Georg ricoverato, così come vi andò per l’inaugurazione dell’anno accademico 2005-2006 dell’Università Cattolica nell’auditorium della facoltà di Medicina.

Papa Francesco è ora il secondo Pontefice ad essere ricoverato al Policlinico Gemelli. Vi si è recato domenica scorsa, per un intervento chirurgico programmato per una stenosi diverticolare sintomatica del colon. “Il decorso post-operatorio è regolare” e “gli esami di controllo di routine sono buoni” ha fatto sapere stamani il direttore della Sala Stampa vaticana, Matteo Bruni. Al Papa è riservato un pezzo del decimo piano, lo stesso dove fu ospitato Giovanni Paolo II. Una storia, quella che legò Giovanni Paolo II a questo ospedale, testimoniata anche “visivamente” dalla statua che lo raffigura, realizzata in marmo di Carrara dallo scultore toscano Stefano Pierotti e collocata dal 2009 nel piazzale antistante l’ingresso del Policlinico, e che ogni giorno accoglie malati, familiari, studenti e tutto il personale del Gemelli.