Domani si celebra la terza Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani, voluta da Papa Francesco. Don Andrea Ciucci, coordinatore di segreteria della Pontificia Accademia per la Vita, sottolinea ai media vaticani l’importanza del dialogo tra le generazioni, nel rispetto dell’identità di ciascuno
Andrea De Angelis – Città del Vaticano
“Per meglio accogliere lo stile dell’agire di Dio, ricordiamo che il tempo va abitato nella sua pienezza, perché le realtà più grandi e i sogni più belli non si realizzano in un attimo, ma attraverso una crescita e una maturazione: in cammino, in dialogo, in relazione”. Papa Francesco lo scrive nel messaggio per la terza Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani, in programma domani, 23 luglio. La relazione, dunque, come strumento di crescita, per realizzare i sogni più veri che ci consentono di vivere in quella pienezza che esige una comprensione della storia e del proprio tempo. “Gli anziani ci permettono di vivere nella storia”, ma una vita piena “non consiste nel replicare il passato, bensì nell’attingere all’esperienza, alla testimonianza dei vecchi” per costruire un futuro migliore. È questa una delle riflessioni presentate da don Andrea Ciucci, coordinatore di segreteria della Pontificia Accademia per la Vita, intervenuto in diretta al programma Radio Vaticana con Voi.
Il ricordo del 2014
Il religioso inizia partendo da un ricordo che si intreccia con l’inizio del pontificato, reso noto dal Papa in occasione del decennale dello stesso, lo scorso mese di marzo. Nel popecast realizzato dalla nostra testata, Francesco infatti individuava come il momento più bello l’incontro con gli anziani, il 28 settembre 2014, in piazza San Pietro. “I vecchi sono saggezza e mi aiutano tanto”, diceva. Tra gli organizzatori di quell’evento c’era proprio don Ciucci. “Coordinai il gruppo che organizzava l’incontro, in piazza c’erano 30 mila anziani, due di loro venivano dall’Iraq in quel momento particolarmente segnato da una guerra feroce. In piazza si sentirono le campane del loro Paese. Un’occasione – ricorda – grande, importante, alla presenza in piazza anche del Papa emerito, Benedetto XVI. Un momento di vicinanza e di presenza corale”.
La vicinanza con Lisbona
Nel messaggio di Francesco si legge come sia “bella, quest’anno, la vicinanza tra la celebrazione della Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani e quella della Gioventù; entrambe hanno come tema la “fretta” di Maria nel visitare Elisabetta, e ci portano così a riflettere sul legame tra giovani e anziani. Il Signore spera che i giovani, incontrandoli, accolgano la chiamata a custodire la memoria e – si legge – riconoscano, grazie a loro, il dono di appartenere a una storia più grande”. Le parole del Papa ci sollecitano dunque ad appartenere ad una storia più grande. “Non possiamo pensare ad abitare la storia se non dentro una continuità, trasmettendo sapienza e fede”, afferma don Ciucci. “Però – prosegue – è importante avere un’attenzione: non replicare la storia passata, le giovani generazioni non devono ripetere quanto fatto dalle precedenti, ma la grande notizia è che con la sapienza del passato si abiterà in una maniera nuova, diversa questo tempo e il futuro. Volgere lo sguardo solo al passato è – sottolinea – il contrario della Pasqua di Gesù”.
L’importanza della preghiera
La preghiera “per” e “degli” anziani è un’altra questione centrale. “Certamente crescendo nella relazione con il Signore, l’esperienza della preghiera è uno dei luoghi particolarmente significativi”, ricorda il sacerdote. La preghiera cristiana è sempre caratterizzata a una forma di responsabilizzazione, di costruzione di un vissuto”. In tal senso, prosegue, è importante sottolineare come “oggi abbiamo un allungamento della vita importante, quindi anche dal punto di vista spirituale l’età degli anziani chiede di essere ripensata. Sia nel riconoscere che oggi una persona di 75 anni può essere considerata un soggetto attivo, che testimonia, che fa un servizio ecclesiale e sociale. Sia – conclude don Ciucci – nel metterci davanti al Signore per gli anziani, per chi è sofferente, ponendoci sempre quanto sia importante avere attenzione per loro nella Chiesa e nella società intera”.