Happy planet: piccola guida per un vero progresso della Terra e di chi la abita

Vatican News

Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano

E’ possibile, dopo un’estate di piogge torrenziali improvvise, diventate veri uragani tropicali, che hanno colpito anche le zone temperate del Nord Europa, sognare una nuova società, fondata su relazioni autentiche e “positive”, capace di ricondurre l’evoluzione della nostra povera Terra e dell’umanità, entro i binari di una storia cosmica lunga 14 miliardi di anni? Luca Fiorani, fisico, divulgatore scientifico e presidente di EcoOne, l’iniziativa ecologica promossa dal Movimento dei Focolari, dal 2008 al 2021, è convinto di sì, e racconta questo suo sogno e le sue proposte alla fine di “Happy planet. Guida ai grandi temi dell’ambiente”, che Città Nuova pubblica a pochi giorni dalla chiusura del Tempo del Creato 2021.

Relazioni costruttive tra gli uomini e con l’ambiente

In quella che lo stesso autore definisce una “piccola enciclopedia” per capire “le grandi questioni ecologiche di oggi”, dopo 28 brevissimi capitoli con titoli accattivanti, da “un pianeta che scotta” dedicato al riscaldamento globale a “fonti avvelenate”, per “identificare un vero esperto d’ambiente” e non farsi sommergere dal vortice delle “fake news”, Fiorani dedica il penultimo alla proposta di un nuovo paradigma per il progresso dell’umanità, che chiama “sostenibilità relazionale”. La definisce “l’altra faccia, e il risultato concreto, dell’ecologia integrale” promossa da Papa Francesco nella Laudato si’, simile alla “sobrietà liberante” del Pontefice argentino e al “buen vivir delle costituzioni boliviana ed ecuadoriana”. Bisogna puntare, scrive, su relazioni “costruttive” tra gli uomini di oggi e del futuro, e con il creato, che permettano di raggiungere una sostenibilità ambientale, sociale ed economica, trascurando “se questo implichi o no la crescita del Pil”.

Solo l’Amore può “tessere fili d’oro tra gli esseri”

E infine inserisce nel capitolo conclusivo un sogno-augurio che affida alle parole di Chiara Lubich, la fondatrice del Movimento dei Focolari: “L’uomo dotato d’intelligenza… dovrebbe collaborare alla realizzazione del disegno unitario di Dio sull’universo” partecipando, con “la sua creatività e il suo lavoro” all’opera del creatore. Pur da scienziato, quindi, non teme di introdurre il tema dell’Amore evangelico, perché, come spiegava la Lubich, “bisogna essere l’Amore per tessere il filo d’oro fra gli esseri”.

Fiorani: la forza che permetterà all’uomo di autotrascendersi

Nell’ultimo capitolo, infatti, il ricercatore Enea padovano e docente universitario alla Lumsa e a Sophia, conclude scrivendo che “L’amore per la natura e per le persone presenti e future è la forza che consentirà all’umanità di autotrascendersi, realizzando un progresso autentico, integrale e duraturo del pianeta e dei suoi abitanti”. Fiorani, che rappresenta l’Italia presso il Consiglio artico nel gruppo di lavoro sulla protezione ambientale, e fa parte del consiglio mondiale del Movimento Laudato si’, ha già pubblicato, su questi temi: “Il pianeta che scotta” con il climatologo Antonello Pasini, “Il sogno (folle) di Francesco” e “Francesco sogna ancora” (tradotto in inglese e spagnolo).

Ascolta l’intervista a Luca Fiorani

Luca Fiorani, “Happy planet” esce ad un mese dalla Cop26 di Glasgow, la nuova Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Cosa si aspetta da questo appuntamento? Serve uno step ulteriore rispetto all’ Accordo di Parigi del 2015, soprattutto per gli Stati che non hanno ancora iniziato a tagliare davvero le emissioni di anidride carbonica?

Come ha osservato Papa Francesco qualche giorno dopo la conferenza di Parigi, ora serve passare ai fatti. Serve passare da un accordo che è buono, che è ambizioso, che da’ una linea per il taglio delle emissioni inquinanti di anidride carbonica e le emissioni di gas serra, ma occorre ora passare veramente ai fatti. Io sono fiducioso, sono ottimista, perché ho visto il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, e il presidente della Cina Xi Jinping accordarsi per tagli ambiziosi e ho visto l’Unione Europea, il Canada, i grandi Paesi, seguire questo esempio. Quindi sembra veramente che i Paesi del mondo abbiano capito il pericolo e che siano intenzionati a dimezzare le emissioni di gas serra entro il 2030 e ad annullarle del tutto entro il 2050.

Con l’astrofisico Benvenuti, che ha scritto la prefazione del suo libro, sostenete che però accanto gli obiettivi degli Stati deve crescere la consapevolezza ecologica in ognuno di noi, per adottare stili di vita più corretti. A che punto siamo?

E’ proprio vero! Nel libro io cito uno studio molto recente dell’Agenzia internazionale dell’energia che spiega come gli Stati da soli non ce la possono fare, ma anche il cambiamento degli stili di vita di ciascuno di noi da solo non ce la può fare. Ma combinati assieme ce la possiamo fare. Allora occorre veramente un impegno corale da parte di noi tutti di cambiare lo stile di vita. Ogni nostra azione quotidiana verso l’ambiente conta, perché poi sommiamo miliardi di azioni. I siti istituzionali delle Nazioni Unite o delle associazioni ambientaliste, sono piene di ottime ispirazioni, e anch’io nel libro ho cercato di metterne alcune, per questi cambiamenti degli stili di vita. Che, lo sappiamo, vanno dal risparmio dell’energia al risparmio dell’acqua, dal minor consumo di elettricità alla raccolta differenziata e quant’altro.

Il suo “Happy planet” è fatto di brevi capitoli con titoli accattivanti e un linguaggio chiaro. E’ così che si fa a corretta informazione ambientale e si contrastano anche le fake news?

Il mio intento era proprio questo: offrire a un lettore che non ha molto tempo per mettersi a leggere le documentazioni delle Nazioni Unite, oppure i documenti della Dottrina sociale della Chiesa oppure gli articoli scientifici, a questo lettore però curioso, con dei brevissimi capitoli, lo stato della situazione. Una specie di piccola enciclopedia, agile e frizzante, ma rigorosa, con tutti i contenuti con tutto ciò che serve, l’alfabeto per capire le grandi questioni dell’ambiente oggi.

E alla fine di questa “piccola enciclopedia”, lei propone un nuovo paradigma per lo sviluppo umano: la “sostenibilità relazionale”, che definisce “l’altra faccia, e il risultato concreto, dell’ecologia integrale” promossa da Papa Francesco nella Laudato si’. Di cosa si tratta?

Ho pensato che l’ecologia integrale è la “vision”, ma noi abbiamo la “mission” di realizzarla. E come realizzarla? Credo che spesso noi ci focalizziamo troppo sulla crescita del Prodotto interno lordo, la crescita economica, atteggiamento che il Papa critica in vari pronunciamenti. Noi dovremmo invece concentrarci sulla sostenibilità, che deve essere declinata nei campi ambientale, sociale e economico. E come raggiungerla? Impostando delle relazioni corrette tra di noi. Se noi sapremo impostare delle relazioni costruttive e positive tra noi esseri umani che viviamo oggi nel pianeta, ma anche verso gli esseri umani che vivranno domani nel pianeta e soprattutto tra le persone e la natura, allora la sostenibilità apparirà come una realtà emergente.

Provo a fare un esempio: quando mettiamo assieme un atomo di ossigeno e due atomi di idrogeno, emerge qualcosa di completamente nuovo come l’acqua. Io credo che se, nelle nostre società, noi sapremo vivere l’amore evangelico tra i pezzi della società, tra le persone, tra i corpi intermedi, tra i governanti, tra le nazioni, se noi sapremo impostare questi rapporti costruttivi e orientarli al bene comune, allora la sostenibilità emergerà. Per questo l’ho chiamata “sostenibilità relazionale”