Haiti, caos e violenza: nuovi attacchi delle bande armate contro istituzioni pubbliche

Vatican News

Si intensificano le sparatorie in varie parti della capitale, mentre le gang prendono d’assalto l’aeroporto Toussaint Louverture, causando scontri a fuoco con esercito e polizia e accrescendo uno stato di forte tensione. Preoccupazione degli Usa: “Washington sta monitorando la situazione”, ha detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale statunitense John Kirby

Gianmarco Murroni – Città del Vaticano

Nuova giornata di violenze a Port-au-Prince: nelle ultime ore gruppi armati hanno preso d’assalto l’aeroporto Toussaint Louverture nella Capitale, scontrandosi con esercito e polizia e causando la cancellazione di tutti i voli in partenza e in arrivo. La situazione si protrarrà per tutta la giornata di oggi. Le strutture aeroportuali sono state colpite da proiettili sparati con armi automatiche, anche se un tentativo di intrusione sulla pista, attraverso un buco nel muro di recinzione dell’aeroporto, è stato respinto. Inoltre, una delle postazioni fisse della polizia per il controllo dell’accesso allo scalo è stata attaccata da membri di una banda che vi hanno appiccato il fuoco. Il bilancio degli scontri, finora, è di almeno 12 morti e numerosi feriti.

Stato di emergenza

Ieri le scuole e le università sono rimaste chiuse, ma il Governo haitiano, nel tentativo di inviare un messaggio rassicurante alla popolazione di Port au Prince, ha assicurato che tutti gli esercizi pubblici e privati saranno operativi nei tre giorni in cui è stato dichiarato lo stato di emergenza e il coprifuoco. In un comunicato firmato dall’ufficio stampa del Primo ministro, si ricorda che “in riferimento a questo stato di emergenza è stato decretato il coprifuoco in tutto il dipartimento Ovest, dalle 18:00 alle 5:00”. Il governo, infine, “richiama l’attenzione dell’opinione pubblica sul fatto che questa misura non si applica alle forze dell’ordine in servizio, ai vigili del fuoco, agli autisti delle ambulanze, al personale sanitario e ai giornalisti debitamente identificati”.

Assalto alle carceri

I disordini seguono gli attentati di sabato nei due carceri più grandi dello Stato caraibico, in cui sarebbero fuggiti quasi 4.000 detenuti, molti dei quali noti criminali. In molti quartieri della città sono state erette barricate da commandi di persone con il volto coperto che hanno incendiato pneumatici e sparato colpi di armi automatiche. Di fronte a ciò i residenti hanno dovuto barricarsi in casa per evitare il peggio. Ancora nessuna notizia del primo ministro Ariel Henry, in Kenya per siglare un accordo per la Missione multinazionale concordata con l’Onu, anche se crescono le voci su un suo prossimo ritorno nel Paese.

Preoccupazione Usa

Il clima a Port au Prince si è deteriorato al punto che l’ambasciata degli Stati Uniti ha consigliato ai suoi cittadini di lasciare il Paese appena possibile, mentre quella francese ha chiesto ai connazionali di rinunciare a circolare nei quartieri della capitale haitiana. “Gli Stati Uniti sono molto preoccupati per il deterioramento della sicurezza ad Haiti”, ha detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale, John Kirby, in un briefing con la stampa, sottolineando che Washington “sta monitorando la situazione”.