Gugerotti: il Libano, “utopia ferita” da salvare contro la frammentarietà violenta

Vatican News

Il prefetto del Dicastero per le Chiese Orientali è intervenuto all’Università Gregoriana alla presentazione del volume “Echi della crisi in Libano. Conflitto o coesistenza?”, frutto del lavoro di ricerca della Scuola Sinderesi. Definendo quella del Paese dei Cedri un’esperienza di “convivialità di popoli e di varietà di Chiese cristiane”

Un’altra immagine delle presentazione del volume all’Università Gregoriana

L’ ambasciatrice Daher: i valori del laboratorio Libano

L’intervento del cardinale Gugerotti è stato preceduto dai saluti di Giuseppe Bonfrate, direttore del Centro Fede e Cultura Alberto Hurtado della Gregoriana, e di Nino Galetti, direttore Fondazione Konrad-Adenauer-Stiftung Italia. E seguito da quello di Mira Daher, ambasciatrice del Libano presso la Repubblica Italiana, che ha detto che il suo Paese “non è solo una terra, è un’idea, unita da un comune desiderio di vivere insieme in pace. Un simbolo di diversità, resilienza e speranza”.  Uno Stato civile “consacrato alla libertà religiosa, non uno Stato teocratico”. Ed ha definito il Libano “non un mosaico, ma un amalgama, perché i libanesi sono integrati e uniti dall’amore verso il loro Paese”. Nella pubblicazione curata da monsignor Sangalli, Daher ha trovato “un mix di prospettive, che presentano il Libano come un laboratorio per cercare soluzioni effettive ai conflitti in corso da tempo in Medio Oriente”. Ha spiegato che le tragedie della guerra in corso tra Israele ed Hezbollah “ci tengono ancora più uniti, e posso testimoniare questa resilienza ogni giorno”. La diplomatica ha concluso definendo il sistema politico confessionale libanese “una sfida e un’opportunità”, i cui valori di democrazia, libertà e coesistenza “vanno preservati, come testimonianza di unità, dialogo e resilienza in tutto il Medio Oriente”.

Gli interventi di chi assiste la popolazione libanese

Ad intervenire sono stati poi Ivo Graziani, capo di Gabinetto del Grande Ospedaliere del Sovrano Ordine di Malta, ed Elie Al-Hindy, senior expert with Adyan Foundation, Associate Professor of International Relations American University in the Emirates. Le conclusioni sono state affidate a monsignor Samuele Sangalli, coordinatore di Scuola Sinderesi

Il libro “Echi della crisi in Libano. Conflitto o coesistenza?”

Con “Echoes of the Lebanon crisis. Conflict or coexistence?” (Echi della crisi in Libano. Conflitto o coesistenza?), curato da monsignor Sangalli e pubblicato in inglese, la Scuola Sinderesis dell’Università Gregoriana inizia un’indagine sulle situazioni di conflitto ai confini dell’Europa. Lo studio dell’attuale crisi libanese riveste una particolare importanza come potenziale modello per interpretare altre situazioni simili, in cui gruppi diversi sono chiamati a vivere l’uno accanto all’altro, crocevia del conflitto o della possibile convivenza armoniosa in Medio Oriente. L’approccio multidisciplinare, condotto secondo il modello di “discernimento sociale” offerto dalla Scuola, invita a ripercorrere gli eventi storici chiave che hanno portato a una situazione così complessa nel “Paese dei Cedri” per comprendere meglio le dinamiche geopolitiche, sociologiche, istituzionali e religiose del Libano di oggi. Un testo che può aiutare anche coloro che ancora non conoscono il Libano a conoscerne e ad amarne la storia e il presente, in tutti gli ambiti citati. E che invita a confrontarsi concretamente con questo “Messaggio-Paese e Laboratorio”, rinnovando al contempo la speranza dei cittadini libanesi e incoraggiandoli a non perderla.

La Scuola Sinderesi dell’Università Gregoriana

Scuola Sinderesi (fino al 2014 “Cenacolo Sinderesi”) è un percorso annuale di formazione all’impegno socioeconomico e politico, alla luce della Dottrina Sociale della Chiesa, attivo da otto anni presso il Centro Fede e Cultura “Alberto Hurtado” della Pontificia Università Gregoriana. Un’esperienza rivolta a giovani laici di età inferiore a 35 anni, che punta a sviluppare un’intelligente passione per l’impegno sociale e politico in stile comunitario, incrementare il desiderio di prendere parte alla vita sociale, sull’esempio delle cosiddette “minoranze creative” e stimolare le capacità critiche, discorsive e di approfondimento delle tematiche socio-politiche in una modalità ecclesiale. La Scuola si configura come un laboratorio culturale internazionale (in italiano e in inglese) che richiede l’impegno e l’attiva partecipazione dei giovani, coinvolti da protagonisti nell’esperienza, ma anche – non meno – dei docenti, che in un compito “maieutico” aiutano i giovani ad entrare con competenza nelle tematiche proposte, favorendo la creazione di quei legami di sintonia ideologica capaci di sostenere poi un impegno in prima persona nei luoghi di responsabilità, professionale e istituzionale in cui si opera.