Giancarlo La Vella – Città del Vaticano
Il segretario generale dell’Onu, Guterres, condanna il lancio di razzi palestinesi ed invita Israele alla moderazione. La dichiarazione in concomitanza con un’altra notte di guerra. A causa dei razzi palestinesi, per lo più neutralizzati dalla contraerea israeliana, la popolazione vive al riparo, scuole chiuse in metà del territorio. E tra le vittime un bambino colpito a morte a Sderot. Più drammatica per i minori la situazione nella Striscia con 15 bambini che hanno perso la vita in seguito alle rappresaglie aeree israeliane. Intanto per la prima volta dall’inizio della crisi le sirene d’allarme sono risuonate anche nel nord di Israele. Al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, che tornerà a riunirsi, gli Stati Uniti hanno posto il veto su una risoluzione di condanna di Israele. Il presidente Biden afferma che lo Stato ebraico “ha il diritto di difendersi”, mentre il segretario di Stato, Blinken, chiede al presidente palestinese Abu Mazen di fermare il lancio di razzi palestinesi, ma ci si chiede quanto sarà possibile che Hamas, che governa nella Striscia, possa dialogare con la Cisgiordania di Fatah e di Abu Mazen.
Il dramma dei bambini
Come ogni conflitto, anche questo ha pesanti ricadute sulla popolazione più debole e vulnerabile, come i minori. Save The Children si appella alle parti, affinché prendano provvedimenti immediati per allentare l’escalation di violenza e fermare questo ciclo mortale di azioni di ritorsione. I bambini di Gaza ci dicono di aver paura di morire, come Yasmine, che ha 11 anni e ha detto ad un operatore di Save the Children “Questa notte è stata molto difficile per tutti, non ho dormito per niente. La situazione è terrificante, ci sono bambini che muoiono e veniamo bombardati da tutte le parti. È stata la notte peggiore della mia vita. Alle 3 avevo dolore allo stomaco per la paura e i miei genitori cercavano di consolarmi, dicendomi che il bombardamento era lontano, ma io invece sentivo che era vicino”.
Garantire l’incolumità dei civili
“Le famiglie a Gaza vivono in aree sovrappopolate e con il blocco dei territori che impedisce loro di fuggire o rifugiarsi in altri luoghi. I nostri operatori fanno fatica a rassicurare e sostenere i loro stessi figli. Per loro, come per tutte le famiglie a Gaza, le ultime 48 ore sono come gli orrori a cui hanno assistito negli ultimi 12 anni in tre guerre a Gaza”, ha dichiarato Jason Lee, direttore per i Territori Palestinesi di Save the Children, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro. Si chiede a tutte le parti in conflitto anche di prendere ulteriori precauzioni per non colpire la popolazione civile, in particolare i bambini, e le infrastrutture civili. Le scuole devono essere protette dagli attacchi e l’integrità delle strutture scolastiche deve essere rispettata da tutti.