Guerra Israele-Hamas, raid israeliani a Jabalia e Nuseirat

Vatican News

Nella notte tra il 17 e il 18 dicembre, gli attacchi dell’esercito israeliano hanno colpito il campo profughi. Intanto la diplomazia lavora a nuovi negoziati per raggiungere un temporaneo cessate il fuoco

Silvia Giovanrosa – Città del Vaticano

Almeno 25 persone sono morte ieri sera, 17 dicembre, in un raid dell’esercito israeliano al campo profughi di Nuseirat, nella parte centrale della Striscia di Gaza, a nord est della città di Deir Al Balah. Tra le vittime ci sarebbero dieci membri di una stessa famiglia e, secondo fonti locali, nel raid avrebbero perso la vita anche una giornalista, sorpresa in casa con tutti i congiunti. E sempre nella serata di ieri, anche la città di Jabalia è stata presa di mira dall’aviazione israeliana. Nell’attacco hanno perso la vita 90 persone, 50 sarebbero ancora sotto le macerie, come riferisce il portavoce del ministero della sanità palestinese. Mentre continuano le ostilità molti Paesi chiedono al governo di Tel-Aviv un cessate il fuoco. Oggi, il segretario della Difesa Lioyd Austin arriverà in Israele per un aggiornamento sull’andamento della guerra e chiedere azioni militari più mirate e capillari per la salvaguardia dei civili.

Scoperto un grosso tunnel ad Erez

È stato scoperto nei pressi del valico di Erez, tra Israele e Gaza, il più grande tunnel costruito da Hamas, lungo circa 4 chilometri, che consentiva ai palestinesi di entrare nel Paese per lavoro o cure mediche. Il sistema è stato progettato da Mohammad Sinwar, fratello del leader di Hamas, Yahya Sinwar, e comandante del battaglione Khan Yunis, come reso noto dalle Forze di Difesa israeliane. Dall’inizio del conflitto sono diversi i tunnel riportati alla luce nella Striscia. Per la maggior parte costruiti in cemento armato, dotati di elettricità, fognature e ventilazione. Costruiti sotto siti sensibili come scuole ed ospedali, utilizzati, secondo la Difesa Israeliana, da Hamas per organizzare attentati terroristici.

Aperto il passaggio Kerem Shalom per gli aiuti a Gaza

Settantanove camion hanno invece attraversato il passaggio di Kerem Shalom per entrare a Gaza e portare i primi aiuti alla popolazione della Striscia. Israele ha infatti approvato “temporaneamente” l’accesso agli aiuti umanitari attraverso questo nuovo valico per decongestionare il passaggio da Rafah, che è stato fino ad ora, l’unico punto dal quale entravano i camion di viveri e medicine destinati a Gaza. Secondo l’ufficio del ministero israeliano della Difesa, “a partire da oggi i camion di aiuti dell’Onu saranno sottoposti a controlli di sicurezza e trasferiti direttamente a Gaza attraverso Kerem Shalom, in questo modo sarà possibile aumentare il volume quotidiano degli aiuti umanitari distribuiti alla popolazione di Gaza”.

Nuovi negoziati per un cessate il fuoco

Intanto si aprono spiragli per un nuovo “cessate il fuoco”. Fonti egiziane hanno reso noto che il direttore del Mussad, David Barnea, ed il premier del Qatar, si sono incontrati venerdì scorso ad Oslo per cercare nuovi accordi per una tregua. L’incontro avrebbe avuto un esito positivo. La proposta di una nuova intesa potrebbe comprendere il rilascio di uomini anziani e malati e delle rimanenti donne e bambini in cambio del rilascio di prigionieri palestinesi di peso, compresi quelli accusati di aver ucciso israeliani in attacchi terroristici.