Guatemala, cardinale Ramazzini: Paese non libero dalla malattia della corruzione

Vatican News

Amedeo Lomonaco e Giancarlo la Vella – Città del Vaticano

Il Guatemala continua ad essere afflitto da varie piaghe tra cui quelle della povertà e della violenza. Un altro flagello è quello della corruzione. Nei giorni scorsi la Conferenza episcopale del Paese ha condannato con forza la destituzione del capo dell’Ufficio del procuratore speciale contro l’Impunità, Juan Francisco Sandoval, garante della giustizia e della democrazia. Per la Chiesa questa destituzione è un chiaro passo indietro nel sistema giudiziario e nel perseguimento dei crimini. In varie regioni del Guatemala si sono tenute manifestazioni per chiedere le dimissioni del presidente Alejandro Giammattei e del procuratore generale Consuelo Porras. I dimostranti hanno contestato, in particolare, la decisione di aver ‘licenziato’ il procuratore Juan Francisco Sandoval, hanno protestato inoltre per “la cattiva amministrazione” e hanno criticato il presidente Giammattei per una non adeguata gestione dell’epidemia di coronavirus. Il cardinale Alvaro Ramazzini, vescovo della diocesi di Huehuetenango, ricorda le piaghe che affliggono il Paese a cominciare dalla corruzione.

Ascolta l’intervista con il cardinale Ramazzini

La corruzione è un problema globale. Neanche il mio Paese si libera da questa malattia.

La Conferenza episcopale del Guatemala ha condannato la destituzione del procuratore Juan Francisco Sandoval che aveva denunciato la mancanza di appoggio da parte del governo e gli ostacoli posti al suo lavoro…

Lui era impegnato nel risolvere alcuni casi (di corruzione, ndr) molto significativi. Veramente si era impegnato per scoprire i responsabili, i colpevoli. Per tutto il Guatemala è stato un segno molto chiaro di cosa si dovrebbe fare nella lotta contro la corruzione.

 In Guatemala ci sono anche povertà, violenze. Piaghe che sono state aggravate dalla pandemia…

La situazione di isolamento e la mancanza di lavoro fanno aumentare il peso dei problemi di tante famiglie guatemalteche. Tra i problemi ci sono anche la mancanza di medicine, un futuro incerto per le nuove generazioni, l’aumento di migranti che cercano di raggiungere gli Stati Uniti. Non sappiamo poi dove si trovano molti minorenni, emigrati negli Stati Uniti. Adesso, con la pandemia, la situazione generale si è aggravata. Questo causa angoscia, paura, insoddisfazione nella popolazione. Per questo, si è tenuta una grande manifestazione di protesta nel Paese. La gente non tollera più questa situazione di emarginazione, di povertà, di mancanza di lavoro. Sono molti i problemi acuiti dalla pandemia.

Quali sono le risposte della Chiesa del Guatemala alle problematiche del Paese?

Cerchiamo di aiutare la popolazione, ma tante volte non abbiamo i mezzi economici per fare quello che vorremmo fare in favore delle persone più bisognose. Manteniamo i nostri programmi di aiuto e quelli, in particolare, per la prima infanzia. Sosteniamo le mamme e poi proseguiamo con programmi che cercano di cambiare il sistema agrario in Guatemala. Ma dobbiamo riconoscere che i risultati, finora, non sono quelli che avremmo voluto ottenere.