Golpe in Guinea. Arrestato il presidente e chiuse le frontiere

Vatican News

Gli ufficiali delle forze speciali hanno preso il potere ieri arrestando il presidente Alpha Conde. Annunciato un coprifuoco “fino a nuovo avviso” e la sostituzione dei governatori con i militari. Nella mattina di oggi è prevista nella capitale, da parte della giunta, la convocazione  dei ministri del gabinetto e di altri alti funzionari di Condè. 

L’arresto del presidente è stato preceduto da una sparatoria attorno al palazzo presidenziale. Il ministero della Difesa ha detto che le forze di sicurezza hanno “contenuto la minaccia e respinto il gruppo di assalitori”. Nessuna vittima segnalata. Diffuso un video di Conde, in cui si rifiuta di dire se sia stato maltrattato. Sulla tv pubblica il tenente colonnello Doumbouya ha annunciato di avere “sciolto il governo e annullato la Costituzione”. Denunciando la “cattiva gestione”, ha promesso di “avviare una consultazione nazionale per una transizione inclusiva e pacifica”.

Conde, eletto per la prima volta nel 2010, è stato al centro di critiche da quando ha cercato di ottenere un terzo mandato, in violazione dei limiti costituzionali. Nel 2011 è sopravvissuto a un tentativo di omicidio ad opera di soldati. Il golpe ha innescato scene di festa in vari quartieri della capitale. Chiuse le frontiere terrestri e aeree del Paese dell’Africa occidentale immerso da mesi in una grave crisi economica e politica.

Il segretario generale dell’Onu Guterres ha condannato il colpo di Stato e chiesto la liberazione del presidente. Intanto la squadra nazionale di calcio del Marocco – che avrebbe dovuto affrontare la Guinea in una qualificazioni ai Mondiali 2022 – è “al sicuro” in un hotel di Conakry.