Gli auguri di Mattarella e della Cei al Papa: insieme per la pace

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Il Presidente della Repubblica e i vescovi italiani esprimono a Francesco il loro affetto per gli 87 anni che il Pontefice compie oggi, 17 dicembre. Il capo dello Stato evidenzia il costante e accorato appello del Papa per “ristabilire un rapporto di rispetto e dialogo nelle nostre società”. I presuli si stringono attorno a Bergoglio per essere “artigiani di pace per far fronte alla cultura della guerra, dell’odio, dell’ignoranza, del pregiudizio”

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Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato al Pontefice, a titolo personale e in nome del popolo italiano, un messaggio di auguri per il suo ottantasettesimo compleanno. “I più sinceri e affettuosi auguri di benessere e di proficua prosecuzione del Suo fecondo Magistero”, si legge sul sito del Quirinale.

Incessante azione pastorale per la pace e la dignità umana

Il Presidente inquadra i suoi auguri nell’ambito degli scenari internazionali che preoccupano per le “nuove rivalità” che “si aggiungono a mai sopiti conflitti”. In questo mondo, scrive il capo dello Stato, “la Sua incessante azione pastorale continua a richiamare tutti all’esigenza di costruire soluzioni che ristabiliscano la pace ponendo la persona, con la sua inalienabile dignità, al centro dell’azione della Comunità internazionale. Il Suo appello, costante e accorato, per ristabilire un rapporto di rispetto e dialogo nelle nostre società, costituisce un alto orizzonte valoriale per tutte le donne e gli uomini e di buona volontà”. Mattarella ricorda, inoltre, alcuni viaggi apostolici del Papa – in Africa, in Europa e in Asia, oltre che degli interventi alla COP28 – dove “forte” è risuonato l’invito rinnovato “affinché si stabilisca un corretto equilibrio tra Uomo e Natura, abbandonando la logica dello scarto a favore di scelte concrete e inclusive che privilegino il ‘bene comune globale'”.

Il messaggio natalizio del Papa porti conforto a chi soffre per le guerre

“Come ha spesso sottolineato – prosegue il testo di auguri – ciascuno di noi, secondo il proprio ruolo e la propria capacità, è chiamato impegnarsi nella comprensione reciproca e nella pratica concreta della fratellanza umana, a prescindere da differenze di nazionalità, di condizione socio-economica o di affiliazione religiosa. Confido – conclude – che l’alto messaggio che Ella rivolgerà al mondo per la significativa ricorrenza della Natività recherà conforto a quanti patiscono a causa dei conflitti, a cominciare dalla ‘martoriata Ucraina’ e dal Medio Oriente, ove particolarmente sentita è l’esigenza di non spegnere la speranza”.

Cei: ci stringiamo attorno al Papa per invocare la pace

Anche la Conferenza episcopale italiana esprime il medesimo anelito alla pace e si unisce all’impegno di Papa Bergoglio in questa direttrice: “In questo momento in cui l’umanità intera soffre il dramma della violenza, ci stringiamo intorno a Lei, invocando il dono della pace”, si legge nella nota dei vescovi. “Crediamo che questo possa essere il più bel regalo delle nostre Chiese. Vogliamo essere insieme con Lei artigiani di pace per far fronte alla cultura della guerra, dell’odio, dell’ignoranza, del pregiudizio. È difficile sopportare l’insensatezza dei tanti conflitti che stanno insanguinando intere regioni del pianeta, causando dolore, miseria e povertà”. Il pensiero va ancora alle tante persone costrette ad abbandonare le proprie case e a quanti continuano a perdere la vita nel Mediterraneo. “Quanti ancora subiscono l’illusione di un futuro migliore e sono invece ridotti in schiavitù!”. 

I vescovi accanto al Pontefice per una Chiesa accogliente 

Il compleanno del Papa cade nella terza terza domenica d’Avvento, chiamata della gioia: “È importante – si legge ancora nel messaggio dei presuli italiani – percorrere le strade della preghiera e del servizio. Non c’è contrapposizione, ma armonia. È qui la radice del nostro agire”. I vescovi desiderano far giungere al Papa la loro continua preghiera per la guida della barca di Pietro e sottolineano: “La denuncia del male diventa oggi più che mai impegno concreto a diventare Chiesa-madre, amorevole e accogliente. Vogliamo donare una carezza di consolazione ai volti segnati dalla sofferenza, a chi vive ai margini, a chi è scartato e non ascoltato”.