Papa Francesco ha concesso l’indulgenza plenaria dal 24 ottobre di quest’anno al 23 ottobre 2024. Furono oltre 4mila i cristiani uccisi nelle persecuzioni del VI secolo nell’Arabia dell’epoca preislamica. Ad aprire le Porte Sante nel Bahrein e negli Emirati Arabi Uniti saranno i due vicari apostolici Aldo Berardi e Paolo Martinelli
Vatican News
La Chiesa cattolica nella Penisola arabica celebra il 1500° anniversario del martirio dei Santi Areta e compagni martiri, uccisi durante una persecuzione anticristiana nel 523 a Najran, nell’Arabia dell’epoca preislamica. Per celebrare questa storica ricorrenza, è stato indetto un Giubileo straordinario nei Vicariati apostolici dell’Arabia del Nord e del Sud, con la possibilità di ottenere l’indulgenza plenaria dal 24 ottobre di quest’anno al 23 ottobre 2024, così come concesso da Papa Francesco attraverso un Decreto della Penitenzieria Apostolica.
Apertura delle Porte Sante
La solenne Messa di apertura del Giubileo sarà presieduta alle ore 11.00 locali del prossimo 4 novembre da monsignor Aldo Berardi, vicario apostolico dell’Arabia del Nord, presso la Cattedrale di Nostra Signora d’Arabia ad Awali, nel Bahrein, ad un anno esatto dal viaggio di Papa Francesco in questa terra. Prima della Messa, si svolgerà la cerimonia di apertura della Porta Santa. Il 9 novembre, alle ore 18.00 locali, la Porta Santa sarà aperta da monsignor Paolo Martinelli, vicario apostolico dell’Arabia del Sud, anche nella Cattedrale San Giuseppe ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti. A novembre è previsto l’arrivo in Bahrein di una reliquia di Sant’Areta, dono del Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I.
Il martirio di Sant’Areta e compagni
Sant’Areta, nato nel 427, era il governatore dell’antica città cristiana di Najran, nell’Arabia meridionale. Si ritiene che il re di Himyar (nell’attuale Yemen), Dhu Nuwas, si fosse convertito al giudaismo e avesse intrapreso una persecuzione sistematica dei cristiani, bruciando chiese, costringendo le persone a convertirsi e mettendo a morte coloro che si rifiutavano di rinnegare la fede cristiana.
Dopo aver conquistato Najran, Dhu Nuwas ordinò che sacerdoti, diaconi, suore e laici fossero gettati in una fossa e arsi vivi. Vennero uccisi indistintamente uomini e donne, giovani e anziani: un bambino di cinque anni morì gettandosi tra le fiamme per stare con la madre. Sant’Areta, aveva allora 95 anni, e un centinaio di altri cristiani vennero decapitati nel 523. Furono oltre 4mila i martiri di questa persecuzione, uccisi “per la loro ferma fede nel Cristo crocifisso”, afferma un comunicato del Vicariato Apostolico dell’Arabia del Nord.
Berardi: ora tocca a noi essere testimoni del Cristo Risorto
“Abbiamo predecessori cristiani in queste terre, che ci danno l’esempio – ha affermato monsignor Berardi all’Agenzia Fides – Ora tocca a noi essere testimoni del Risorto nel tempo presente. Ispirati dai martiri arabi, i cristiani della penisola araba oggi sono chiamati a essere ‘martiri quotidiani’, che rendono costantemente viva testimonianza di Cristo e del suo messaggio nelle piccole cose di ogni giorno della propria vita”. Vita che è un pellegrinaggio, aggiunge: “Il nostro pellegrinaggio spesso non è facile a causa delle difficoltà della vita, dell’ambiente e delle società in cui viviamo. Ma è sempre possibile seguire Gesù e il Vangelo, quando esprimiamo il nostro amore per il Padre, e quando lasciamo che lo Spirito Santo ci guidi. Se accade questo, il nostro pellegrinaggio diventa una benedizione. E il Giubileo – conclude monsignor Berardi – ci offre una opportunità per comprendere meglio la nostra vocazione come Chiesa cattolica in questa regione”.
Il Vicariato apostolico dell’Arabia del Nord comprende Barhein, Qatar, Kuwait e Arabia Saudita, mentre il Vicariato apostolico dell’Arabia del Sud comprende Emirati Arabi Uniti, Yemen e Oman.